Il Blog del Forum Gorizia
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Propongo "migranti" come tema conduttore del prossimo estoria
Penso che forse dovremmo chiarire, ma in modo più forte e più chiaro la categoria dell'utile e dell'inutile. Utile è certamente avere un lavoro e un titolo spendibile sul "mercato", ma sono convinta che altrettanto utile sia per i ragazzi sentire e curare la propria anima e storicizzare la propria vita, capire come si è trasformata la famiglia, come non si rifletta più sulle sfumature dell'amore, sull'amicizia. Insomma temi che agli adolescenti interessano molto più che trovare subito lavoro e che i classici trattano in modo insuperabile. Penso che divulgare non sia semplificare nè spettacolarizzare, ma trasmettere un significato e paragonarlo con l'oggi. Sono temi importantissimi, da trattare senza dubbio, altrimenti rimaniamo sempre chiusi in argomenti sacrosanti ( il preside manager) ma non riusciamo a confrontarci sui contenuti e i ragazzi chiedono proprio questo. In una riunione di insegnanti hanno detto proprio così: meno nozioni e più educazione ed erano studenti dell'ITI!. Quindi ben venga l'incontro. E qui mi fermo perchè Mutande di ghisa, Odio l'afgano, Ora e Sempre Razzismo sono in agguato per i soliti commenti che non c'entrano niente. adg
"E storia" è stata ed è un'iniziativa importante per Gorizia, anche se il rischio che diventi routine è dietro l'angolo. Per poter dire che i 265.000 euro sono sufficienti o insufficienti è innanzitutto necessario sapere come questi soldi sono stati spesi. E sarebbe necessario sapere come verrebbero spesi gli ulteriori soldi che vengono reclamati pena la chiusura della manifestazione. Manca proprio sia da parte dei cittadini che da parte delle istituzioni la cultura della trasparenza, soprattutto rispetto ai soldi pubblici. Deve diventare automatico che chi riceve soldi pubblici dia successiva e rapida pubblica documentazione su come questi soldi sono stati spesi. Così come pure le stesse istituzioni devono chiedere rapida rendicontazione, con ovvie pezze d'appoggio, di come i soldi sono stati usati.
Solo così si può intavolare un serio discorso sul presente e fare sensati progetti sul fututo. Bisogna entrare nella logica che i soldi, che le istituzioni elargiscono, sono soldi di tutti e che è automatico vigilare sul modo nel quale vengono spesi. Si tratta di un comportamento dovuto, che impedisce che si entri in una sorta di palude, di cui purtroppo vediamo giornalmente tanti esempi. R. Forzi
Ringrazio Bellavite del suo “autorevole” (“argumentum ex autoritate infirmissimum est”, dicevano nel Medio Evo) e il collega Sokol per aver ripreso un discorso che in realtà non mi pare interessi a molti. Si comincia a parlare dei costi di uno specifico evento culturale e si rischia di fare riflessioni che investono tutta la società attuale. Nel “mitico” Sessantotto avevo 22 anni e, anche se stavo per lo più dall’altra parte, permettetemi di considerarmi un reduce: proprio come i combattenti austro-italiani della Grande Guerra che sono diventati egualmente cavalieri di Vittorio Veneto. Ora è evidente che nella lotta contro la “società dei consumi” la società dei consumi ha vinto e stravinto: basta guardare un centro commerciale la domenica oppure un qualsiasi programma televisivo. Solo in questa prospettiva si può valutare l’impatto di una manifestazione culturale come èStoria con l’incremento degli affari negli esercizi pubblici. Oppure dichiarare, come ha fatto il presidente della Provincia Gherghetta: “èStoria è il nostro festival di Sanremo” (Ossola avrebbe dovuto querelarlo per diffamazione). Sarei così tentato di condividere il realismo un po’ cinico di Sokol: ma mantengo la convinzione che si possa procedere in modo diverso. All’inizio degli anni Settanta, per esempio, all’università di Trieste venne dato un buon numero di borse di studio biennali a giovani laureati che avevano svolto la tesi su argomenti di Storia Contemporanea: questo con i fondi che erano avanzati dalle celebrazioni per il cinquantenario del 1918. Alcuni dei rappresentanti della recente storiografia regionale sono partiti proprio da quelle borse di studio. Altri tempi, si dirà. Siamo tuttavia pienamente autorizzati a reclamare che le cose buone non siano sempre messe da parte. S.Cavazza
A me invece pare che questi temi interessino molto. Sono d'accordo con il prof. Cavazza sulla necessità di incrementare la ricerca. Mi pongo però altri due quesiti. Il primo riguarda la vittoria della società dei consumi. Per me invece siamo davanti ad una sua sonora sconfitta, se non altro perchè le condizioni economiche impediscono il consumo. Il consumo era un grande sedativo di massa, ora la gente che non può più consumare o prende benzodiazepine o dovrebbe ri- orientarsi culturalmente; qui il sapere umanistico potrebbe avere un nuovo spazio, se fosse un sapere in grado di porre questioni ed analisi che urgono nella contemporaneità. E' indubbio che oggi tali studi siano in crisi anche per questa incapacità. Negli anni '70 molti studenti di storia avevano dentro di loro una grande passione politica e civile che li spingeva a studiare.Poichè la storia non è finita e i problemi sono tutti ancora sul tappeto, forse bisognerebbe interrogarsi sia sui fondi sia su come fare a far riappassionare i giovani al sapere umanistico. Invece si parla solo nelle scuole di tablet, registri elettronici, nuove tecnologie, debiti e crediti e saperi minimi. adg