Una parte del pubblico, nella Sala Comunale di Gradisca |
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L’intervento di Cheik Barro, coadiuvato da Bou Konate. Il primo da destra è l’imam di Trieste Nader Akkad |
Nell’affollatissima sala del consiglio comunale messa a disposizione dall’amministrazione di Gradisca d’Isonzo, organizzata dalla Caritas e dall’Ufficio Migranti dell’Arcidiocesi di Gorizia nell’ambito dell’annuale Festa dei Popoli, si è svolta ieri sera una straordinaria tavola rotonda, dedicata all’Islam e al dialogo fra le religioni e le culture come condizione per realizzare la pace sulla Terra.
Ha aperto l’incontro Cheik Barro, autorevolissimo rappresentante dell’Islam africano, accompagnato a Gradisca da un gruppo di discepoli e collaboratori provenienti dal Senegal e dalla Mauritania. Con parole piene di profondità e saggezza, l’anziano religioso ha sottolineato come il fondamento stesso della fede musulmana sia l’affermazione dell’unicità di Dio e quella contestuale del rispetto dell’inviolabilità della persona. Nader Akkad, imam siriano di Trieste, dopo aver spiegato – con l’aiuto di Bou Konate – l’importanza dell’intervento di Cheik, ha invitato tutti a scegliere la via del dialogo e della pace, lo sforzo per raggiungere i quali si chiama autentica jihad: “anche tutti voi che avete fatto lo sforzo di uscire di casa e venire qua questa sera – ha concluso – vi siete dimostrati autentici combattenti per la pace e la giustizia nel mondo”. Shahrzad Housman Zadeh, docente persiana di studi islamici presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma, ha tracciato un interessante confronto tra le parole del Corano e quelle del recente magistero della Chiesa cattolica, in particolare quelle del Concilio Vaticano II, di papa Giovanni Paolo II e di Francesco. Rispondendo con grande competenza a una domanda, ha anche sottolineato come nei fondamenti dell’Islam (come pure dell’ebraismo e del cristianesimo) la figura della donna sia mirabilmente valorizzata e come quindi la sua “sottomissione” sia frutto di contingenze culturali e non di un’autentica interpretazione dei testi sacri. Dopo di lei hanno parlato i coniugi Maria Teresa e Maurilio Lunardis, i quali hanno presentato una semplice ma assai efficace testimonianza di come – anche in una città come Trieste – sia possibile costruire pace, amicizia e dialogo fra le religioni anche attraverso gesti semplici e quotidiani. Particolarmente avvincente è stato infine l’intervento di Semso Osmanovic, musulmano di Bosnia, cittadino di Srebrenica: ha raccontato il suo percorso di immenso dolore iniziato nei giorni del terribile eccidio di esattamente benti anni fa, proseguito attraverso la scoperta di un’autentica fede, ben più profonda di qualsiasi sua codificazione religiosa e arricchito dall’incontro con papa Francesco, a Redipuglia il 13 settembre 2014, a Sarajevo la scorsa settimana: “cristiani, musulmani ed ebrei devono ascoltare Francesco, attingere forza dalla sua assoluta autorevolezza, seguire la sua parola, se vogliono che il mondo non sprofondi nell’abisso della violenza e della guerra”.
Molto profondi sono stati anche gli interventi iniziali, del direttore della Caritas diocesana don Paolo Zuttion e della sindaco di Gradisca Linda Tomasinsig, come pure gli interrogativi del pubblico, partecipe con grande attenzione fino a tarda ora. Una serata che chi è stato presente non dimenticherà!
Il 90% degli islamici in Europa si è dichiarato a favore di isis. Le comunità più radicali sono quelle di seconda o terza generazione. In Germania il voto pro erdogan è stato più alto che nella stessa Turchia. A mosul le donne cristiane vengono marchiate a fuoco con la N. Scommetto che di questo non avete parlato, poveri illusi manipolati.
Come già detto altre volte, l'Islam non è una semplice religione, bensi una forma di governo. Che non tollera compromessi.
Non contempla e non prevede gerarchie, ma affida la gestione amministrativa a figure indefinite. E genera quindi spietate lotte per i, potere, che in genere brandiscono i contenuti del Corano, senza negoziati, né dialogo, né confronto.
Come al solito, a sentire i saggi si resta meravigliosamente ammirati, ma poi la realtà islamica è tutta altra cosa: lapidazioni,impiccagioni, segregazione di genere, torture, isis, talebani, Boko Haram…le donne in Iraq rapite e vendute al mercatonelle gabbie, e molti altri orrori di oggi, 2015, dei quali alcuni Forumisti sostengono il negazionismo.
Il 90% degli islamici in Europa… Fornire immediatamente la fonte, grazie!
Non mi risulta che alcuni "forumisti" (si consentano le virgolette) neghino simili orrori. Purtroppo ci sono, eccome e la loro proliferazione attuale dipende anche dallo stato di guerra internazionale permanente degli ultimi venti anni (Iraq, Afghanistan, di nuovo Iraq, Siria, Libia…). Quello che si contesta è fare di ogni erba un fascio: due miliardi di persone vivono con grande dignità e umanità la loro appartenenza religiosa musulmana, in Stati con situazioni culturali, politiche e sociali totalmente differenti l'una dall'altra, in alcuni casi hanno subito anche recentemente violenze altrettanto intollerabili (come dimenticare Srebrenica, Tuzla e Sarajevo?)… Riconoscere l'orrore dei massacri contro i cristiani dell'Iraq o della Nigeria, degli stupri e delle violenze contro le donne, delle torture e delle segregazioni non può significare in alcun modo porre sotto accusa una grande religione che ha altissimi fondamenti teologici e una ricchissima storia d'arte e cultura. Quello che i "forumisti" contestano è l'utilizzo strumentale delle degenerazioni in specifiche situazioni di guerra o in ambiti totalmente marginali di immigrazione, strumentalizzazione inaccettabile che tende ad incrementare un assurdo scontro di religioni e di culture dalle conseguenze spaventose.
I musulmani dignitosi sono sempre di meno, perchè vengono ed estinti dalle masse di correligionari blasfemi.
La civiltà islamica sta sprofondando nel degrado e nell imbarbarimento repentino e incontrollabile.
Le serpi si infilano nelle minime crepe, anche quelle dell' Europa che si sgretola nel fallimento sociale.Si annidano e si moltiplicano.
Anche il sociologo Khaled Fouad Allam, che oggi è prematuramente mancato, lo ha in qualche modo sempre evidenziato.