Il giorno dopo il referendum in Grecia, si smorzano gli entusiasmi, si mobilitano le diplomazie. Da una parte infatti ci si rende conto che lo “schiaffo” dato dal popolo greco ai padroni d’Europa è sì un’espressione di orgoglio democratico, ma espone il sistema ellenico a conseguenze allo stato attuale assai difficili da prevedere. D’altra parte, al di là delle indignazioni di prammatica, chi tira le fila dell’attuale politica europea sa di non poter fare a meno tanto facilmente della Grecia e che quindi la ricerca di un accordo rimane l’unica strada praticabile. Certo che tutti si è con il fiato sospeso. Un eventuale tracollo della “culla” filosofica dell’Occidente potrebbe provocare un effetto domino in grado di travolgere l’Europa dei mercati e delle banche; ma la quadratura del cerchio – ovvero l’individuazione di una via che consenta il pagamento del debiti senza pesare sulla già drammatica situazione popolare – potrebbe aprire veramente nuovi orizzonti, non soltanto alla Grecia, ma anche agli altri Paesi europei che si affacciano sul Mediterraneo. In questo senso, Grecia e Spagna sembrano lanciare messaggi abbastanza comuni e condivisi, l’Italia appare ancora in grande difficoltà, tra le costrizioni delle grandi intese di Renzi che di fatto la allineano sulle politiche della Merkel e una sinistra che al di là dell’ammirazione nei confronti si Syriza e Podemos non è riuscita per ora a mettere in campo una proposta sufficientemente condivisa e rappresentata da personaggi credibili e competenti.
Una cosa è certa. i Greci con il referendum non hanno più voluto fare i compiti a casa. Noi invece i compiti li abbiamo fatti senza fiatare e così hanno tolto l'articolo 18, bloccati pensioni e salari da anni, allungata l'età pensionabile, portata la disoccupazione giovanile a cifre record grazie ai governi tecnici non eletti da nessuno, come non eletto è renzi che ha parlato di referendum tra euro e dracma, la solita balla di chi doveva battere i pugni in Europa.
Ma quanto ancora lo dovremmo sopportare? Spero non 20 anni!
In uno stato totalmente senza sovranità nazionale è indifferente chi ci sia al governo.Tra renzi, il mago otelma,pierino,er monnezza,il canaro o il mago zurlì non ci sarebbe alcuna differenza.l'Italia è una colonia e il suo governo e tutta la sua classe politica è solo una facciata tragicomica,che però fagocita una quantità enorme di soldi.E noi a lavorare per pagare il debito e per ingozzare i politici.E per ultimo anche per mantenere gli immigrati.Cornuti,mazziati e contenti,tanto abbiamo l'I-Phone il suv a rate e le partite su SKY.Cosa pretendiamo di più?