L’argomento dell’anonimato nei commenti ha una sua rilevanza e vale la pena di riprenderlo, chiedendo anche un parere ai lettori.
Premetto che è contro la mia concezione della vita e delle relazioni parlare o scrivere senza mettere in campo la mia identità. Sì, secondo me nel momento in cui si esprimono le proprie idee è indispensabile avere il coraggio di mostrare la propria faccia. Ci possono essere gravi motivi per non pubblicare un nome, ma colui che lo pubblica sa bene di chi si tratta e riconosce le sue valide ragioni (come nel caso delle “lettere firmate” sui giornali). E’ vero, come ha scritto qualcuno, che posso discutere anche con persone delle quali non conosco il nome, ma di esse ho potuto vedere il volto, cogliere le espressioni, riconoscerne l’unicità. Non mi è mai capitato (e credo anche agli interlocutori di questo blog) di discutere seriamente con persone non identificabili, mascherate o nascoste non si sa dove. Oltre a ciò l’anonimato toglie ogni autorevolezza a chi scrive, livellando tutte le opinioni: tutti possono dire quello che vogliono, ma non tutti hanno la stessa competenza su tutto e nell’anonimato è fin troppo facile riempire i social media di panzane.
Quando poi le argomentazioni si trasformano in pesante requisitoria (per esempio il concorso di colpa negli stupri, l’uso spregiudicato delle fonti, l’accusa di mistificazione, ignoranza e così via…), il paravento non occulta più soltanto la paura di esporsi ma anche la vigliacca sicumera di chi accusa senza volerci mettere la faccia, di chi lancia il sasso e ritira la mano. Senza contare che la non identificazione rende tutto ciò che si scrive incerto, fomentando a lungo andare il relativismo delle opinioni: per esempio, chi può dimostrare che il commentatore anonimo che parla degli stupri non sia lo stesso che poi lo prende in giro, creando il pretesto per accusare il blog di accettare la derisione di eventi tragici? O che colui che approva le “sparate” di un anonimo non sia lo stesso anonimo che loda se stesso? In questo del tutto possibile caso non ci sarebbe più dibattito, ma solo un monotono monologo, salvo il raro intervento di qualche “firma” che come un parafulmine raccoglie tutto l’odio – naturalmente occulto – represso dalla mancanza di interlocutori.
In realtà i temi di cui si tratta sono troppo seri per essere liquidati dalle schermaglie e non sono facilmente risolvibili. Quello dell’immigrazione, che sembra essere l’unico in grado di scaldare l’animo di quello che potrebbe essere l’unico anonimo, è un tema difficile, forse il più importante fenomeno di questi tempi. Se ne parla ovunque, molto sui giornali e nella cosiddetta società civile, molto nell’ambito del dibattito tra le religioni, forse troppo poco negli ambiti politici decisionali. Il blog, come tutti i media, è un umile strumento per allargare la conoscenza e per offrire idee e proposte. Perché aver paura di dare un volto alle idee?
Si è finora accettato l’anonimato come strumento per allargare più possibile l’ambito del dibattito. Tuttavia, se il livello del dialogo è quello raggiunto da alcuni commenti anonimi agli ultimi post, comincia a serpeggiare qualche serio dubbio sulla necessità di una moderazione…
Andrea Bellavite
Personalmente, l'anonimato non rientra nel mio modo di sentire e ritengo che, specie quando si rasenta l'ingiuria, sarebbe doveroso avere il coraggio di assumersi la paternità di ciò che si scrive.
il fatto è che il nostro sistema celebra, agevola e incensa chi è pro immigrazione, pro aborto, pro divorzio, pro matrimoni gay, pro droga ecc. Essere a favore di questi fenomeni degenerativi è un ottimo modo per fare carriera nei media, magistratura, politica. Chi osa opporsi viene schedato, licenziato, esposto al pubblico ludibrio, spesso anche denunciato e perseguito con leggi liberticide come la legge mancino. Quindi, in tutta sincerità, capisco l'anonimato.
A ciò aggiungo che l'anonimato è la quintessenza di internet, è un fenomeno democratico ed egualitario in cui non conta più chi sei, ma quello che dici, come lo dici, quanto sei convincente e le fonti che citi. Non vorrei, quindi, che questi dubbi serpeggino in capo all'amministrazione del forum non solo e non tanto per le non molto chiare motivazioni sopra esposte, quanto per l'evidente difficoltà che alcune posizioni massimaliste antiitaliane e pro immigrati stanno subendo in queste ultime giornate.
Se non vuole togliersi il burka, cerchi almeno di cambiare stile letterario, uomo mascherato… In ogni caso non avevo dubbi sulla sua capacità di intendere le motivazioni sopra esposte. Quanto al "non conta più chi sei ma quello che dici" temo che purtroppo questo sia vero e il fatto che lei lo riconosca come "fenomeno democratico e egualitario" suscita in me un brivido di terrore…
Siamo alle solite Sig.Bellavite,il bue che dà del cornuto all'asino.
Risulta strano vedere che i post che non contemplano gli argomenti di immigrazione e accoglienza rimangano spesso e purtroppo deserti.Paradossalmente si potrebbe affermare che sono proprio questi fantomatici uomini mascherati,nuovi emuli di"Kattivik" a tenere in vita questo forum.La qualità ne viene a scadere,ma non tutto il male viene per nuocere.
Va bene, volete continuare a suonarvela da soli? Fatelo pure. Volete negare il disastro che sta avvenendo? Fatelo pure. Volete continuare a mentire, mistificare, rispondere con chiacchere a fatti, con illazioni a link e fonti precise? Andate avanti così. Volete continuare a non vedere i veri problemi e a focalizzarvi sull'anonimato o meno? ok. Intendete continuare a ironizzare sulle foibe, offendere con insulti di ogni genere (tra i molti, ricordo vile, senza cuore, idiota, gretto, meschino) nel plauso della moderazione che invece censura ogni opinione dissenziente? Fatelo pure, d'ora in poi senza di me. Addio.
Nooooo ti prego resta con noi….non ci lasciareeeee
Personalmente trovo molto più umoristici i commenti dei lettori rispetto agli articoli. La mia umile opinione, per quel che conta, è che il sito dovrebbe pensar bene a tenerseli, questi commentatori, piuttosto che alienarseli chiedendo loro patente e libretto.
Conosco molte persone che non si iscrivono a fb proprio per evitare che le opinioni espresse possano finire nelle mani di datori di lavoro o partner o semplicemente perché sono persone riservate. A volte risulta particolarmente fastidioso chi crea scompiglio in una comunità, ma non credo che sia del tutto sbagliato che una persona dica la sua opinione, anche se in modo aggressivo perché protetto dalla privacy, fintanto che non compie reati. Averci tutti in fila con tanto di nome e cognome è una cosa che mi inquieta. Al massimo può essere bannato chi infastidisce troppo, ricordando a tutti che è sempre possibile rintracciare qualcuno dal suo IP.
Concordo pienamente. C'è solo un piccolo problema. Questo blog doveva essere un luogo dove parlare di politica. Non nego che ci stia anche un po' di divertimento, dato i tempi che corrono, ma non è che il divertissman sta prevalendo, insomma che il bog del Forum sia un mero strumento di cazzeggio?
Ma io so perchè se ne vuole andare! Perchè a Trieste hanno trovato 50 pedofili e gay, tutti triestini, che facevano porcherie ai giardinetti. Tra loro un gesuita. Crolla il palco della moralità de noartri
Caro anonimo delle 11:40 hai uno scarso senso dell'umorismo e ho notato che sei anche un po' copione,datti una resettata prendila più a cuor leggero e cerca di diventare più ironico sia verso quelli che ti sfottono che verso te stesso.Ne trarrai molto giovamento.
Lasciamo stare l'aborto e il divorzio.Da quello che mi risulta ci sono stati parecchi anni fa due referendum(quando i referendum avevano ancora un valore) e il popolo italiano ha scelto liberamente in base alla propria coscienza.per quanto riguarda matrimoni gay e liberalizzazione delle droghe leggere personalmente ricorrerei di nuovo al referendum,visto che la nostra costituzione ritiene ancora il popolo sovrano,anche se la classe politica la usa ormai come carta igienica.
A questo punto mi sembra che se si decidesse di eliminare i commenti (ci sono innumerevoli precedenti in tal senso) non sarebbe una così grave perdita.
Non riconosco più la mia città