Mirko Primosig, presidente anpi di Gorizia |
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Il coro esegue i canti partigiani |
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La nuova lapide dedicata ai partigiani uccisi |
Veramente toccante la cerimonia che ha accompagnato lo scoprimento della lapide dedicata ai fucilati antifascisti, sloveni e italiani, nel cortile del castello di Gorizia. Accompagnata dai canti e dai discorsi ufficiali, la commemorazione ha avuto il suo culmine quando è stata resa visibile a tutti la lastra di marmo riportante in quattro lingue la motivazione della memoria. E’ un ricordo molto diverso da quello contenuto nella lapide del 1964, dove non venivano neppure menzionati i carnefici, in un generico richiamo all’anelito alla giustizia e alla libertà. Negli ultimi anni il cortile era precluso al pubblico, da oggi chi visiterà il castello potrà leggere, presso il portale d’ingresso, le motivazioni di una memoria che non deve essere smarrita dal tempo. Tutti sono rimasti particolarmente colpiti dalla lettera scritta la vigilia della fucilazione da un condannato. La lettura, in italiano e sloveno, ha toccato il cuore di ognuno. Al termine c’è stato spazio anche per una testimonianza di un reduce della battaglia di Gorizia: un racconto avvincente, pieno di passione ed emozione.
Pare impossibile, ma a Gorizia non possiamo avere una lapide scritta in tedesco che sia completamente esatta ed impeccabile, a parte quella dei Tolminotti in piazza della Vittoria. Si è usato "antifascista" nelle altre tre lingue, perché non anche in tedesco? Nemmeno in italiano si dice "antinazifascista" e "Antinazifaschist" non è usato da nessuno: un semplice "Antifaschist(en)" non sarebbe stato giusto? Inoltre "nazionalsocialista" si dice "nationalsozialistisch", con la "z", non "nationalsocialistisch", ed è più corretto dire che le fucilazioni sono avvenute ad opera non dell'occupazione (Besatzung), ma delle truppe o autorità d'occupazione (von den Besatzungstruppen o Besatzungsbehörden). Il tedesco è una lingua precisa e una lapide resta decenni e secoli.