Ecco il testo integrale della lettera aperta inviata al Sindaco Romoli in quanto curatore della Fondazione Coronini Cronberg e presentata ieri dal Forum per Gorizia alla stampa locale:
Pur essendo una onlus di diritto privato, la sua situazione è del tutto particolare : a) il patrimonio è pubblico, in quanto appartiene ai cittadini di Gorizia, e la Fondazione ha ricevuto e continua a ricevere contributi regionali ( e quindi pubblici ); b) come detto sopra, il Curatorio è formato da persone che pro tempore ricoprono cariche pubbliche. Riteniamo quindi che i Goriziani abbiano il diritto di avere ampie informazioni sulla consistenza e sulla gestione della Fondazione stessa. Chiediamo pertanto di conoscere:
1) A quanto ammontava il patrimonio Coronini in immobili e denaro al momento del lascito;
2) A quanto ammonta il costo della causa ereditaria sopportata contro i parenti carinziani;
3) Qual è l’entità dei contributi regionali ricevuti;
4) Informazioni chiare e dettagliate sulla gestione dell’intero patrimonio, dal lascito fino ad oggi (tra l’altro criteri dell’assunzione del personale, a quanto ammontano gli stipendi e qual è l’arco di impegno, quanto percepiscono gli eventuali collaboratori, l’importo dello sbigliettamento per le visite, gli interventi di manutenzione, i bilanci di previsione e i consuntivi)
5) A quanto ammonta attualmente il patrimonio Coronini in immobili e denaro.
Il buon senso, ma anche il buon gusto, avrebbero voluto che fin dall’inizio e cioè dal 1990 , anche in assenza di una legge sulla trasparenza, che allora non esisteva ancora, ogni informazione sul patrimonio donato ai cittadini di Gorizia e sull’uso che ne veniva fatto fosse resa pubblica. Oltretutto la mancanza di trasparenza fin qui osservata tradisce lo spirito del lascito. All’art.22 dello statuto, che ricalca le volontà testamentaria del conte Coronini, si dice: ”A tutta la cittadinanza goriziana, contemporanea e futura, è affidato l’avvenire della Fondazione, la sua durata e la sua indipendenza, la poesia del suo parco e il suo sviluppo come centro culturale goriziano” Come possono i Goriziani vigilare, se sono tenuti all’oscuro di ogni notizia riguardante la gestione ?
Lei non era sindaco al momento del lascito e quindi non può essere ritenuto responsabile della mancanza di sensibilità dei suoi predecessori. Ma ora ha l’opportunità di fare chiarezza sulla situazione della Fondazione, che voci insistenti dicono piuttosto precaria. Grazie e cordiali saluti
Guglielmo Coronini Cronberg era sicuramente un uomo di grande cultura, che aveva una concezione europea del ruolo di Gorizia. Forse avrebbe voluto che la Fondazione da lui istituita non solo rendesse conto dell’amministrazione dei beni a essa destinati, ma che anche spiegasse come provvedesse a quella “educazione culturale della collettività” che gli stava tanto a cuore. Francamente non so se le mostre che la Fondazione Palazzo Coronini Cronberg organizza con una certa frequenza realizzino l’obbiettivo indicato dal Conte. Stento anche a valutare il ruolo che la Fondazione abbia attualmente per la cultura goriziana: ma immagino che qualche illustre membro del Curatorio sia in grado di indicarlo in maniera esauriente. Una decina d’anni fa ho avuto l’occasione di scontrarmi con l’attività scientifica della Fondazione recensendo il volume Incunaboli e cinquecentine (I) della serie “Le collezioni della Fondazione Palazzo Coronini Cronberg” (Torino, Umberto Allemandi, 2004). All’editore forestiero, di grande prestigio e – immagino – di alti costi, non corrispondeva una realizzazione soddisfacente delle schede: a parte la sezione sugli incunaboli affidata ad Arianna Grossi, una studiosa goriziana di alto valore e provata capacità, il resto del catalogo manifesta trascuratezza e frettolosità, per non parlare degli errori anche vistosi; questo nonostante le autorevoli prefazioni che introducono l’opera. Eppure la raccolta di libri antichi messa insieme da Coronini, depositata ora all’Archivio di Stato, possiede molti esemplari di assoluto valore, che meritano di essere valorizzati ben oltre l’ambito cittadino. Ho espresso i miei giudizi in un articolo sui “Quaderni Giuliani di Storia” (26, 2005, pp. 396-410): perché nel mondo scientifico – piaccia o no – si fa così. L’unico risultato che ho conseguito è che, da dieci anni, non ricevo più gli inviti per le manifestazioni della Fondazione Coronini, neppure quelli per posta elettronica che non costano niente. La Fondazione evidentemente non solo non dà informazioni sulla propria gestione finanziaria, ma anche ha fastidio che qualcuno guardi all’interno della sua produzione culturale. Silvano Cavazza
Ringraziamo il prof. Cavazza che ha messo in luce un altro aspetto della Fondazione, che difetta di formazione della collettività, oltrechè tenere celati i bilanci di un patrimonio che è della città intera. Sono curioso di vedere quale sarà il programma elettorale con cui il centro destra si ripresenterà alle elezioni. Cultura? Economia? Ambiente? Trasparenza? Democrazia? Accoglienza? Ruolo della città in regione e in Italia? Lavoro? O daranno la colpa del fallimento alla giunta Brancati, alla crisi della finanza internazionale e alle scie chimiche?
Grazie molto possibile, si prega di visitare il mio umile blog
شبكة انت والعالم
شبكة انت والعالم
شبكة انت والعالم
شبكة انت والعالم