Non ė certo un orario ideale, ma la domenica mattina alle 6.10 RaiRadio1 trasmette un programma molto interessante. Il titolo ė Est Ovest e il tema è la realtà culturale e sociale del Centro Europa. Questa mattina un ampio servizio è stato dedicato agli accordi di Dayton, stipulati nel mese di novembre 1995. Con quel trattato ci si prefiggevano due obiettivi, quello di fermare la devastante guerra in Bosnia e Erzegovina è quello di consentire al Paese l’avvio di un percorso di sviluppo sostenibile. La prima meta è stata raggiunta e da venti anni non si sono più verificati episodi bellici di notevole entità, il secondo invece non è stato neppure sfiorato. La creazione della Confederazione composta da due entità praticamente indipendenti – quella serba è quella bosniaco musulmana – non ha favorito un percorso unitario, ma ha moltiplicato a dismisura gli apparati burocratici. In uno Stato dove la disoccupazione è a livelli molto elevati, si contano 140 ministri e i cosiddetti costi della politica sono alle stelle. Il cammino verso l’integrazione europea è molto lungo e la Bosnia e Erzegovina rischia di essere ancora una polveriera, nel momento in cui le singole realtà religiose e culturali non riescano a trovare un’adeguata convivenza. La Costituzione imposta da Dayton assegna alle tre principali religioni (musulmana, cattolica e ortodossa) un ruolo fondamentale nella gestione del potere. La Corte europea di Strasburgo ne ha dichiarato sei anni fa l’inammissibilità, in quanto penalizzante nei confronti di chi non si riconosce in nessuna delle tre forme. Nessuno tuttavia si muove per pretenderne il cambiamento. Toccare Dayton potrebbe significare oggi aprire un vaso di Pandora dal quale non si sa che cosa potrebbe uscire, tenuto conto anche della sempre più delicata situazione europea e mondiale. Insomma, un ventennale assai complesso, tra attese e delusioni… e una trasmissione assai interessante che meriterebbe una migliore collocazione oraria nel palinsesto Rai!
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La "confederazione" bosniaca in verità è praticamente divisa in tre.Quella con capitaleSarajevo che occupa la zona centrale ed è formata dalla popolazione quasi interamente di fede musulmana.La Republika Srpska,nella zona est vicina alla Serbia e di religione ortodossa,e la regione ovest vicino alla costa dalmata la cui popolazione si definisce orgogliosamente croata e di religione cattolica,(Mostar,città sul confine tra zona di etnia croata e musulmana è ancora una città praticamente divisa in due,anche se per fortuna non si combatte più le due etnie si evitano reciprocamente) Personalmente ho lavorato in questi anni(in fabbrica) con persone provenienti da tutte queste tre zone e parlando di questi argomenti ho notato che nessuna di queste etnie no pensa nemmeno lontanamente di riunirsi un un unico stato.I Serbi vorrebbero l'annessione a Belgrado,I Croati quella a Zagabria,e i musulmani vorrebbero stare per conto loro,oppure mettersi insieme con i kosovari.Ovviamente una pacifica convivenza sarebbe auspicabile,ma se la maggioranza della popolazione non la vuole credo che sia inutile imporla a forza con i soliti diktat imposti da Strasburgo.Ognuno vada per la sua strada,la zona ortodossa sia annessa alla Serbia,quella cattolica alla Croazia,e i musulmani stiano per conto loro.Le decisioni esterne imposti ad altri paesi causano sempre danni,talvolta irreparabili.