Manca meno di un mese all’apertura del Giubileo, prevista l’8 dicembre, esattamente cinquanta anni dopo la fine del Concilio Vaticano II. C’è molta preoccupazione, sia per la minaccia costituita da possibili attentati sia per l’oggettiva situazione della città di Roma. Tutto ciò dimostra che, al di là delle buone intenzioni di Bergoglio, l’Anno Santo è considerato anzitutto un’occasione per realizzare profitti e per rilanciare il turismo in crisi. Pochi hanno capito ciò che era stato proposto già in occasione del Duemila: non occorre andare a Roma per celebrare il Giubileo, basta recarsi in alcuni luoghi prestabiliti in ogni Diocesi. Anzi, in questa nuova occasione, il Papa ha proposto delle singolari “porte sante”, quali quelle che chiudono le prigioni o i luoghi di sofferenza presenti un po’ ovunque. Sono messaggi indubbiamente positivi e originali, ma molto lontani dalla possibilità di comprensione della maggior parte dei fedeli, da almeno 700 anni legati a tutt’altra immagine che è stata loro insegnata: la porta santa è quella in Vaticano e le indulgenze servono per la cancellazione o almeno uno sconto di pena in Purgatorio (su questa storiella apparentemente ingenua si sono spillati ai poveri i soldi necessari a distruggere la bella chiesa costantiniana e costruire la trionfalistica Basilica di San Pietro.). Allora, per cancellare ogni preoccupazione e purificare la proposta, perché Papa Francesco, di solito attento ai simboli, a mezzogiorno della prossima domenica non dice “urbi et orbi”: “Cari amici, statevene a casa vostra, il Giubileo della misericordia vivetelo nei vostri ambienti di vita e di lavoro, lasciate in pace Roma e il Vaticano. Non ho bisogno delle folle oceaniche e non mi interessano i vostri osanna. La storia delle indulgenze è un’invenzione assurda della quale la Chiesa chiede perdono, avendo fatto credere alla gente che un viaggio a Roma e una preghiera possano determinare la sorte eterna degli esseri umani, una specie di truffa spirituale che non ha nulla a che fare con la misericordia divina che è invece questione assai seria che il mondo intero ha bisogno di sperimentare. State a casa vostra, perché se così non accadrà sospenderò il Giubileo. E se proprio avete soldi da spendere utilizzateli nell’accoglienza e nella solidarietà verso i più poveri che mai potrebbero permettersi di venire a Roma.” Certo, le agenzie di viaggio, gli alberghi e i costruttori di gadget non saranno d’accordo. In compenso non si moltiplicheranno i già pressanti problemi della città di Roma e la Chiesa si lascerà alle spalle gli ultimi retaggi del Medioevo.
Niente, nic, nuje…Solo afghani e pakistani!
Vuole la mia, per quel poco che può interessare? Su questo Papa " showman ", io non la penso proprio come la maggioranza bulgara ( si fa per dire, e i più giovani non capiranno…) adorante. Il vero giubileo, tanto per citare qualcuno che entrambi conosciamo, lo pratica concretamente, da sessant'anni o più, don Alberto de Nadai.
Cordialità. GM
giubileo diffuso!