Mentre i confini degli Stati a est dell’Italia sono pressati da impressionanti colonne di donne, uomini e bambini al punto da provocare la chiusura di molte stazioni e rotte ferroviarie verso la Germania, a Gorizia si dice ancora che i richiedenti asilo arrivano a causa del tam tam relativo alla confortevole accoglienza. E mentre il sindaco di Gorizia non più di una settimana fa proclamava enfaticamente la liberazione della città “ritornata civile”, sono arrivate più persone di quante erano state portate al Cara di Gradisca. Oltre 140 sono stati i pasti distribuiti ieri sera dagli infaticabili volontari che ormai da quasi un anno sopperiscono alle clamorose assenze delle istituzioni. Un centinaio di profughi dorme nelle strutture ormai allo stremo di una parrocchia e altri hanno ricominciato a popolare i parchi cittadini e, forse, anche le rive dell’Isonzo. Gorizia è al centro dell’attenzione, le televisioni giungono da tutta Europa per documentare un esempio negativo di non accoglienza che semina dubbi e brividi di incertezza ovunque. Se il Comune è andato in ginocchio di fronte a poche centinaia di persone in fuga dalla guerra e dalla povertà, che cosa accadrà nel momento in cui, per l’elementare principio dei vasi comunicanti, le rotte balcaniche bloccate dai muri dell’Ungheria e dell’Austria si orienteranno verso il confine orientale d’Italia? Non si tratterà più di decine o centinaia, ma di migliaia. E’ incredibile che non ci sia in questo momento una prospettiva di risposta politica a una situazione da molto tempo prevista e prevedibile. I vertici regionali spacciano per “modello a livello nazionale” la cosiddetta “accoglienza diffusa” nei Comuni, soluzione che tanto piace alla Giunta comunale goriziana che l’ha adottata come proprio ritornello in assenza di qualsiasi altra proposta costruttiva. In realtà l’accoglienza diffusa, in questo momento, risolve sì e no il 10% dei casi, mentre il Centro d’accoglienza di Gradisca è ormai al completo e centinaia di esseri umani “alloggiano” nei parchi e per le strade dei capoluoghi provinciali. L’impressione è che si cerchi di tamponare la falla ogni volta che viene prodotta, ma se non esiste un’alternativa seria e sostenibile, la falla rischia di diventare, da un momento all’altro, una voragine. Non lo è ancora stato solo perché molti volontari si sono dati da fare e hanno evitato una vera e propria catastrofe umanitaria. Ma quanto potranno reggere, con le loro esigue forze, la presenza non più di centinaia, ma di migliaia di persone? Oppure, per dirla in altri termini, dove è l’autentica “politica” in questo momento? Chi ne parla con competenza, dati alla mano? Sono andati, la Serracchiani e Torrenti prima ancora che i totalmente assenti Romoli e assessori, a vedere quello che sta accadendo al confine tra Austria e Slovenia, come hanno fatto con prontezza le associazioni di volontariato che hanno raccolto con grande fatica coperte e generi di prima necessità per contribuire come goccia nel mare ad alleviare i disagi di tanta povera gente? Chi, tra coloro che sono stati eletti come rappresentanti del popolo, ha un’idea chiara su come procedere nel momento dell’emergenza e in quello successivo dell’integrazione? Si deve lasciare solo alla destra sempre più xenofoba e razzista il compito di offrire soluzioni che non siano quelle del respingimento violento alle frontiere?
ab
Questi giovani afgani e pakistani ben nutriti sani e sostenuti dalle ong islamiche come humanity first (che dal pakistan riciclano proventi di traffico di armi e droga attraverso le loro sette e i loro adepti) come al solito sottraggono risorse a chi è Vera menti rifugiato. Bambini orfani piccolissimi indifesi, molti sotto la soglia dei 2 o 3 anni,spesso mutilati, affetti da malattie, che hanno persole loro famiglie sterminate, o che sono sopravvissuti alle esecuzioni di massa di bambini fucilati ancora lattanti e molti gettati vivid in fosse comuni.
Nessuno di questi piccoli puo chiedere asilo.
Le immagini sono spesso e purtroppo visibili sui canali TV arabi dove la censura alla violenza e la sensibilita emotiva sono molto meno marcati.
Infatti, i signorini che vediamo in giro sono venuti per fare la vita da galeasso…magna bevi e va a spasso…povera Italia…
Sembra che ora arrivino anche dalla Germania.Crauti birra e salsiccie forse non sono di loro gradimento.Tornando seri,evidentemente molti di loro si rendono conto di non aver alcun requisito per il riconoscimento dello status di rifugiato e di conseguenza cambiano rotta verso l'Italia dove si accolgono cani e porci senza chieder loro né documenti né identità.