Con il concerto di Vinicio Capossela si è chiusa ieri una splendida edizione di Cormonslibri. E’ stata ancora una volta la dimostrazione di come sia possibile “fare cultura” anche con mezzi e costi relativamente limitati. Sul palco del Cinema Italia, del Teatro Comunale e di tanti altri luoghi di Cormons e del goriziano, si sono alternati nomi molto noti del panorama culturale nazionale – da Ovadia a Odifredi, da Moser a Mancuso, solo per citarne alcuni – e altri meno noti provenienti da varie parti del mondo e introdotti da giornalisti e personaggi della cultura locale. L’aspetto più originale è stato quello relativo all’attenzione nei confronti non dei più e neppure dei meno noti, ma proprio degli “sconosciuti”. La scelta di rendere i richiedenti asilo presenti a Cormons e a Gabria protagonisti del festival, sia con un assai interessante incontro a essi dedicato sia con il loro coinvolgimento come accompagnatori di sala, è stata veramente intelligente, coinvolgente e per certi versi profetica. Non è mancata una sensibilità nei confronti del mondo del carcere, come pure di quello della salute mentale, con alcune performance che hanno coinvolto attori e spettatori in un applaudito sistema di autentica integrazione. Non è possibile sintetizzare due settimane così intense, collegate a un’attività ininterrotta durante tutto l’anno. C’è solo lo spazio per dire a Renzo Furlano, alle sue assai brave collaboratrici e collaboratori un convinto “grazie e avanti ancora così”.
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