E così, è iniziato anche il Giubileo della Misericordia. La porta santa di San Pietro è stata aperta ieri, esattamente 50 anni dopo la fine del Concilio Vaticano II, al quale ovviamente ieri è stato fatto frequente riferimento. Francesco è stato all’altezza delle aspettative, con il suo richiamo a non avere paura in un momento in cui tutto sembra orientare alla generazione del terrore e a far prevalere la misericordia sul giudizio. In questo caso, contestando chi ha finora sostenuto la necessità di temere il giudizio di Dio, ha rovesciato la posizione sottolineando la necessità di annunciare anzitutto la divina misericordia. Non ha parlato di indulgenza, anche se i rituali di apertura e di attraversamento della porta santa non sono stati modificati e il “viaggio a Roma” non è stato né suggerito né sconsigliato. Al di là delle parole, spesso talmente condivisibili da sfiorare l’ovvietà (banalizzando un po’ meglio il perdono che la vendetta, meglio la pace che la guerra, meglio volersi bene che volersi male, meglio accogliere che respingere e così via), forse da questo Giubileo ci si potrebbero aspettare i primi segnali di una Riforma reale della cattolicità, non centrata soltanto sulla simpatia, sulla creatività e sull’indiscutibile appeal del Vescovo di Roma. Nell’agenda interna, oltre alla revisione del ruolo magisteriale del Papa e dei Vescovi e alla reale accoglienza dei laici nei sistemi di gestione della Chiesa, ci sono degli appuntamenti urgenti, quali l’ammissione delle donne alla ricezione del sacramento dell’Ordine (diaconato, presbiterato ed episcopato), l’abolizione del celibato obbligatorio per i clerici “latini”, la questione del matrimonio in tutte le sue forme. E nell’agenda esterna, l’annuncio della misericordia ci si auspica sia accompagnato da nette prese di posizione autenticamente politica riguardo alle vere centrali del terrorismo mondiale, alle motivazioni e alle responsabilità della crisi planetaria, alla condanna di chi fabbrica, commercia e utilizza le armi, alla cancellazione del debito immane che grava sui Paesi più poveri. In questo senso davvero il viaggio a Roma è inutile. La “misericordia” non è cattolica e neppure cristiana. E’ un atteggiamento che presuppone il sentirsi uniti indissolubilmente agli altri propri simili e alla stessa natura. E’ un “darsi reciprocamente il cuore”, un “prendersi cura gli uni degli altri”, indipendentemente dal proprio credo o visione ideologica. Ognuno ha qualche porta santa metaforica da varcare. E forse, al di là dei riti, dei (forse non così lauti) guadagni degli operatori turistici e dei sistemi di sicurezza, è questo il vero senso della proposta papale: ricostruire ponti distrutti, ripristinare sentieri interrotti, comprendere se non accogliere le “ragioni” dell’altro, rifiutare ogni vendetta e celebrare il quotidiano laico rito del perdono.
ab
Misericordioso con tutti questo Papa " showman ", tranne che con l'ex sindaco Marino, troppo laico per lo strano pontefice francescan-gesuita.
Tutte considerazioni bellissime e sempre valide ma che senso ha allora indire un Anno Santo, sgomberato il campo dalle indulgenze?
Nessuno! Di questa Chiesa non se ne può davvero più!
Anch'io non lo so e concordo con la perplessità del commento precedente.
Coraggio, ancora per poco, presto l'asse del potere ateo-coranica ci fara' dimenticare tutto.
E' vero, il povero Marino è stato mazzolato pure dal Santo Padre, e con tono deciso pure…
Come a dire, levati dalla poltrona.
mauro
Atea o coranica? No, perchè non mi sembrano la stessa cosa.
E' una convergenza parallela. Pur di eliminare la Chiesa, si è disposti a tutto.
Ma perché dovremmo conservarla?
Penso che la Chiesa sia la comunità di fedeli che si ritrova a testimoniare. Parte di essa viene sistematicamente perseguitata e sterminata, in molte parti del mondo.
Ma quanti sono i fedeli che danno davvero una testimonianza evangelica?
Mi dispiace per quelli che ci credono veramente ma in questa Chiesa c'è davvero poco di evangelico, a tutti i livelli, e lo dico con infinito dolore.
tutti quelli che vengono sterminati per la loro fede, e sono tantissimi.
e qui in Italia?
Convergenze parallele? Ah, capisco, un moroteo!
La chiesa è universale. Vivere e testimoniare la fede è difficile e sempre in salita.
Testimoniare nella vita quotidiana, malgrado la derisione,il disprezzo degli altri, laddove si viene derisi, o etichettati, o sviliti, emarginati perchè credenti.
Sì, ma io di tutti questi testimoni vorrei incontrarne qualcuno nella mia vita quotidiana e invece vedo solo tanto, tanto egoismo, anche tra quelli che si professano cristiani.
Beh, o il suo metro di misura è piu rigido del carbonio, oppure frequenta poco le persone.
Apra il suo cuore e anche I suoi occhi.Vedra meno etichette e piu' operoso coraggio.
Lei, Bellavite, scrive dell'appeal del Papa. Appeal papale, dunque. Ha notato che l'una è l'anagramma dell'altra?.. A me pare piuttosto furbastro, invece. Molto simile al nostro " leopoldastro " capo del governo: sorrisi, pacche sulle spalle, retoriche frasi ad effetto, followers a volontà. Del tipo " famolo strano ", insomma.E giù tifo da curva di stadio: un tifo…della madonna… Cordialità. GM
Vorrei tanto poterLe dare ragione…
Non si perda d'animo.
Non è facile.