Ritornando sull’argomento e cercando di riportarlo a un altro livello di riflessione, nella discussione in atto sul presepio a scuola si nota un equivoco di fondo. Parlando di tale segno religioso natalizio o più in generale del crocifisso negli ambienti pubblici, c’è chi ritiene tale presenza inopportuna “per non offendere la sensibilità di chi professa altre fedi religiose” oppure, all’opposto, c’è chi la ritiene indispensabile “perché chi viene a casa nostra deve rispettare la nostra cultura”. La questione invece è un’altra: non centra niente il rispetto nei confronti dei musulmani o viceversa la loro accettazione dei simboli dei cristiani. Centra invece, e molto!, il concetto di laicità. E su questo, sembrerà strano, uno dei più grandi Maestri è proprio il protagonista della discussione. Non c’è niente di più “laico” della nascita di un bambino in un caravanserraglio, perché “non c’era più posto negli alberghi”. E non c’è niente di più laico delle parole di Gesù sul vero luogo di culto, cioè “lo spirito e la verità” e non più il Tempio o il Monte sacro. Per tre secoli i cristiani non hanno voluto edifici sacri e l’unico tempo della festa era la memoria settimanale della Risurrezione del “dominus” (che ha dato il nome alla “domenica”). Eppure quello è stato il tempo della massima consapevolezza e della più ampia diffusione del messaggio in ambienti che non lo avevano mai sentito proclamare. “Date a Cesare quel che è di Cesare e date a Dio quel che è di Dio”. Questa frase citata miliardi di volte a proposito e a sproposito non potrebbe essere il vero modello a cui riferirsi in questo ordine di discussioni? Se così fosse, il presepio a scuola ci potrebbe anche stare, se in uno specifico contesto lo si ritiene opportuno, anche se davanti alla Gelmini che canta a squarciagola Tu scendi dalla stelle davvero verrebbe voglia per quest’anno di emanare una circolare di divieto per evitare quella che si configura come una vera e propria profanazione. Il presepio non è il segno identitario di una “cultura” che non esiste più o addirittura un elemento di appartenenza in grado di includere o escludere. Potrebbe essere l’occasione per “fare scuola”, ovvero per far conoscere le origini della festa del Natale nell’ambito delle feste del Solstizio d’inverno, il vero dettato dei vangeli delle origini con le loro evidenti contraddizioni dovute alla diversa preoccupazione teologica dei narratori, l’influenza straordinaria di quei testi e degli apocrifi (si pensi al ruolo del Protoevangelo di Giacomo negli affreschi della Cappella degli Scrovegni a Padova) sulla storia dell’arte, della letteratura e della politica. Così come, in occasione della conclusione del mese di Ramadan, si potrebbe cogliere l’occasione per far conoscere importanti e di solito del tutto sconosciute caratteristiche della religione musulmana o studiare le feste ebraiche e l’importanza che hanno avuto nel contesto della storia occidentale. Così, solo per fare qualche esempio… Quindi, la laicità non ha a che fare con il rispetto o il non rispetto, ma con la caratterizzazione di ogni ambiente per quello che è: date alla scuola quello che è della scuola e date alle chiese quello che è delle chiese, là dove nel primo caso ci si esercita a far funzionare la ragione per crescere come cittadini, nel secondo si è aiutati a far maturare la propria fede, liberamente scelta e abbracciata da chi la professa.
ab
Il discorso è chiaro e in gran parte condivisibile,resta il fatto che fare il profeta in patria,in un paese con decenti regole democratiche come il nostro è fin troppo facile.Se questi ragionamenti bellavite li andasse a fare in paesi come arabia saudita,quatar Bahrein e forse anche in Iran non voglio nemmeno immaginarmi la fine che farebbe.Gli unici due paesi di religione islamica dove si poteva tranquillamente parlare e portare avanti il concetto di laicità erano Siria e Libia,ma sappiamo come sono andate a finire le cose lì.
Credo invece che debbano essere gli immigrati ad essere catechizzati sulla laicita'. Molti anche delle seconde generazioni non sanno niente di nulla pero' hanno il passaporto italiano. Ma di Resistenza antifascista e antinazista partigiana, di Liberazione, di valori democratici non sanno assolutamente nulla. Non hanno la piu pallid a idea del sacrificio di molti che fa da fondamenta alla Costituzione, e nemmeno gliene frega. Acchiappano subito diritti e vantaggi, senza curarsi del percorso per ottenerli.
A queste persone, per le quali ' democrazia' vuol solo dire potere fare quello che si vuole per ottenere il massimo vantaggi personale, senza capire valori come il bene comune, la responsabilita singola e collettiva, noi consegniamo il futuro.
E gia' nell ultima manifestazion del dopo Parigi, dalla piazza italiana è stato lanciato ad alta voce l ' inquietante appello: 'piu moschee".
E' chiaro che devono fare un percorso ma nemmeno noi ci siamo arrivati dall'oggi al domani.
Sulla laicità dello stato,le prese di posizione dei politici,soprattutto dopo il caso(sopravvalutato) del presepe,denota una mancanza di cultura pressoché totale da parte loro.I loro interventi sono pura campagna elettorale,sia da una parte che dall'altra.Per quanto riguarda il catechizzare gli immigrati(in gran parte musulmani) sulla laicità dello stato,andate avanti voi che a me mi vien da ridere.Ah dimenticavo portavevi delle guardie armate o fate dei corsi di difesa personale e auguri..
Si nota la scomparsa del Forum sia sulla piazza goriziana sia sul blog. Eppure gli argomenti e le problematiche non mancherebbero. Cosa succede? Carenza strutturale o di inventiva? Tattica o strategia? Omologazione o penuria di argomentazioni? …
eccolo il nostro limone di fiducia!
Sente la mancanza di potersi esercitare…
Fortunatamente rispetto a qualche tempo fa sono scomparsi i vari personaggi dediti all'insulto ed in compenso sono cresciuti i lettori con una maggior coscienza critica.Notoriamente è molto più facile rispondere(malamente)a coloro che per mancanza di educazione si esprimono in maniera rozza ed offensiva,ma quando si critica in maniera costruttiva magari evidenziando dei fatti comprovati la situazione si fa più difficile.Restiamo comunque fiduciosi in uno sblocco di questo stallo.
In compenso è aumentata l'acidità!
Ponte dell'8 dicembre, niente paura e niente illusioni, si riparte subito con nuovi post!
Ma cosa, siamo cottimisti della notizia? Nessuno ci paga per dare un motivo di svago a chi passa il tempo sui blog. Scriviamo quando ci pare e ci piace, e possiamo anche stare zitti, se ci va.