Assai triste e gran brutta storia quella che ha portato a una tragica conclusione la vita del giovane Giulio Regeni. Un pensiero va anzitutto a lui, una persona davvero in gamba, con nel cuore e nella mente il desiderio di migliorare il mondo. Un comunicatore che, sia pura all’inizio di una molto promettente carriera, ha saputo cogliere in breve tempo i “punti” chiave di alcune delle più delicate situazioni planetarie attuali. Si è spinto forse in terreni minati? Ha seguito la strada di Ilaria Alpi o di Fabio Baldato, giornalisti che hanno sfidato ogni Potere pur di cercare e di dire a tutti la verità? E’ stato ucciso per la sua passione per l’umanità? Di certo, per tutti coloro che lo hanno conosciuto, in particolare nel “suo” paese di Fiumicello, una perdita che suscita un immenso dolore e la consapevolezza di doverlo annoverare tra le vittime della sistematica distruzione della democrazia che si sta verificando in questi anni ovunque. Un pensiero anche ai suoi familiari che in questi momenti concitati hanno saputo trasmettere parole piene di saggezza e di buon senso, pur nella sofferenza del momento.
E poi la rivelazione, attraverso i segni di tortura sul corpo di Giulio, di ciò che sta accadendo in Egitto, dove evidentemente è diventato “normale” calpestare la dignità della persona, torturare con crudeltà, uccidere chiunque la pensi in modo diverso rispetto a chi comanda. E dire che molti, non più di sei o sette anni fa, plaudevano gioiosi alle “primavere arabe” e guardavano con fiduciosa incoscienza a un futuro che prevedevano finalmente pieno di luce e di pace. Giulio Regeni ha perso, ma si potrebbe anche dire ha “donato” la vita per comprendere per farci comprendere.Si è inserito con simpatia e attenzione nella realtà egiziana, imparandone la lingua e le tradizioni. E’ stato vicino al popolo, per assimilarne il pensiero e gli umori. Solo grazie a persone come lui possiamo renderci conto di dove sia arrivata la temperatura morale del mondo e possiamo accrescere il desiderio di riprendere a vivere e a lottare per un mondo migliore. Con il suo sorriso e il suo coraggio.
Andrea Bellavite
Giulio Regeni era uno studioso dei movimenti sindacali e operai perseguitati da al sisi. ha scritto diversi articoli sul Manifesto, con pseudonimi perchè si sentiva in pericolo, dato il clima politico repressivo che respirava in Egitto. Renzi invece ha definito al sisi un grande uomo politico in un meeting di CL. In che mani abbiamo la politica estera, con rifinanziamenti alla presenza in Afghanistan e tentazioni di fare una nuova guerra in Libia?
Povero ragazzo.
Questo forum ha totalmente dimenticato il breve ma devastante califfato dei Fratelli Musulmani, che per breve tempo ha interrotto la catena di stabilità che da Naguib a Mubarak, passando per Nasser e Sadat, (premio nobel per la pace nel 78) ha in qualche modo garantito solidità al paese per oltre 50 anni. Certo, senza dimenticare le guerre, le pulizie etniche compiute da Nasser nei confronti tra l'altro della comunità italiana, ma nessuno ha mai devastato tanto l'Egitto, nemmeno le sette piaghe bibliche, come un anno di Fratelli musulmani.
Ed è li che bisogna cercare il mandante dell'omicidio, perfettamente progettato per screditare l'attuale regime.
Al sisi potrà non piacere, ma l'Egitto è cosi. terra di Faraoni. La fertile valle del nilo, coperta di limo, non potrà mai venire soffocata dalla melma putrida dei FM.
In effetti in Egitto tuttora vige un regime di stampo militare con a capo Al Sisi.I fratelli musulmani volevano trasformare L'egitto in una dittatura teocratica,perciò tra i due mali quello attuale è forse il minore.Il Cairo,la più grande metropoli africana in questo momento non è meno pericolosa di una città del messico o di una bogotà.con gruppi paramilitari,fazioni integraliste infiltrati di vari servizi segreti e delinquenza locale che si fronteggiano.Probabilmente il ragazzo si sarà trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato,e forse non avrebbe dovuto fidarsi nemmeno dei suoi contatti locali,che riteneva attendibili.La sua buona fede,e forse un pizzico di ingenuità è stata per lui fatale.Spero vivamente che il caso sia risolto al più presto e che i colpevoli siano puniti anche se purtroppo ho molti dubbi che questo accadrà.Alla sua famiglia le mie più sentite condoglianze.
Per essere precisi,renzi è andato anche in visita di affari in arabia saudita,stato dove gli oppositori del regime vengono decapitati ed i loro corpi crocefissi e messi in pubblica esposizione,ma forse il nostro presidente del consiglio e il suo staff erano troppo impegnati a contemplare i Rolex d'oro donati dagli sceicchi.
Inutile prendersela con il nostro governo per i rifinanziamenti della presenza militare in Afghanistan e per una possibile partecipazione diretta in un eventuale guerra in libia.Prendersela con renzi per la sua politica estera(e con tutti i governi del dopoguerra)equivale a sparare sulla croce rossa.Quando i padroni ordinano i servi eseguono(altrimenti son…zzi loro)
Al sisi ha fatto un colpo di stato contro Morsi, leader dei fratelli Mussulmani, eletto in Egitto. Stessa cosa avvenne in Algeria e causò una forte radicalizzazione delle posizioni politiche. Persone come al sisi, chiamato il pinochet egiziano, non fanno che favorire l'estremismo islamico. ma ce lo vogliamo tenere buono per la prossima guerra in libia. tra qualche giorno, quando non si parlerà più di questa vicenda, torneranno i buoni rapporti tra italia ed egitto.
Con i fratelli musulmani ora l'egitto sarebbe un califfato integralista a tutti gli effetti,ed un'enorme base logistica per l'addestramento di migliaia di terroristi e mercenari pronti a colpire ovunque.A mali estremi estremi rimedi.In molti stati dell africa settentrionale e del medio oriente la democrazia è un 'optional non indispensabile,e anche le varie primavere arabe e la democrazie di esportazione a suon di bombe intelligenti non è che abbiano portato a chissà quali miglioramenti.Allo stato attuale meglio i meno peggio che altre pericolose opzioni.Per il futuro si vedrà
Ci sono cattivi e cattivi.Al sisi è chiamato il Pinochet egiziano,e di conseguenza dovremmo rompere tutti i rapporti diplomatici con l'egitto.Mentre con il Pinochet turco non lesiniamo corposi finanziamenti premendo addirittura per l'entrata della turchia nella ue.I soliti due pesi e due misure.
Morsi era un burattino eletto con i voti comprati dal Qatar, che hanno riversato quarti di bue, casse di patate, fave, riso e pomodori ai campagnoli delle periferie del Cairo. Offrivano anche autobus con aria condizionata (al posto dei logori mashrua locali) per andare a votare. Ad ogni elettore una manciata di ghinee (la moneta egiziana in lingua locale).
Tra chi era assennato, abbiamo fatto il possibile per votare anche, da parte dei musulmani un candidato, tra l'altro cristiano, che era inizialmente in lista. Ma invano.
Subito dopo l'elezione di Morsi e la salita al potere della feccia dei FM il nostro paese è stato devastato.
FM sono la versione egiziana di Daesh.
Stessi principi, stessa violenza. Degrado morale, segregazione, persecuzione religiosa, impiccagioni pubbliche.
Sono stati applauditi però dall' Europa, e l'Italia è il primo paese dove Morsi ha voluto diffondere il suo morbo. Non ha esitato a farsi fotografare ripetutamente alla moschea di Roma e al ritorno in Egitto ha annunciato che l' Itlaia avrebbe concesso milioni di ingressi per lavori di concetto (impiegati, banche ec…).
Al Sisi non è il migliore dei mondi possibili, il paese ha 80 milioni di abitanti più una decina di milioni all'estero.
Purtroppo vi sono anche delle zone d'ombra come quelle che hanno portato alla disgrazia di Giulio, e queste non sono assolutamente inaccettabili, ma l'alternativa è chiara. Trasformare l' Egitto in un devastante campo di sterminio peggiore di Iraq, siria e Libia messe insieme. Per opera di FM.
Forse confonde Morsi con Mubaraq
Anonimo delle 21 16, cosa vuole di most rare? Ignoranza, arroganza, stupidita'….o tutte tre insieme?