Un passo dell’omelia proposta dall’Arcivescovo Redaelli in occasione della Festa dei Patroni di Gorizia Ilario e Taziano fa riflettere…
Ci sono due età della vita che Gorizia può ancora scegliere come propria identità: quella della donna matura ma ancora nel vigore delle forze e capace di generare e comunque di accogliere figli e quello della donna anziana che progressivamente si chiude alla vita. Forse la strada più semplice e più ovvia per Gorizia – diciamocelo con sincerità mista a dispiacere – è quella di rassegnarsi a una dignitosa vecchiaia. Essere simile a quelle signore anziane che vivono con decoro la loro età, che sono sempre vestite bene, in ordine anche se non più alla moda, che non escono mai senza un filo di rossetto sulle labbra e una spolverata di cipria sulle guance e l’immancabile borsetta nera. Persone che progressivamente si chiudono in se stesse, perdono attività e amicizie, ma non vengono meno alla loro fierezza. Più impegnativo per la nostra città è reagire con realismo ma anche con fiducia verso la vita, come una donna matura e ancora vigorosa, affrontando le proprie responsabilità anche se non si hanno più vent’anni, offrendo speranza ai più giovani, accoglienza e opportunità di lavoro e integrazione a chi viene dal di fuori, ribellandosi al muro che l’ha divisa per tanti anni (e che, se è distrutto fuori, è ancora dentro nella testa e nel cuore) e costruendo invece rapporti e iniziative comuni, valorizzando la ricchezza di lingue e culture, impiegando al meglio le risorse di imprenditorialità, operosità, solidarietà e volontariato che ancora esistono più di quello che sembra…
Ci sono molti spunti da riprendere e commentare, forse anche si può tentare una risposta a un interrogativo che sorge spontaneo: Come?
Facile: Basta vincere le elezioni
Come l'altra volta?
Sai cosa vuol dire vincere? Comunque spesso chi perde non ha torto.basta vedere come la destra ha distrutto la città
Vincere e vinceremo!(sempre se si partecipa)