Buon Primo Maggio, in tutto il mondo. La festa del lavoro diventa di anno in anno occasione sempre più importante di rendersi conto della crescente disoccupazione, della difficile integrazione fra diritto al lavoro e tutela dell’ambiente, della carenza di sicurezza e del rischio di una guerra fra poveri tra autoctoni e immigrati. Il tema dovrebbe essere al primo posto nell’agenda nazionale e internazionale, solo un adeguata politica del lavoro potrebbe risolvere la miriade di preoccupazioni del momento. Invece – almeno in Italia – sembra prevalere la questione strategica cosicché governanti e governati sono portati a discutere ininterrottamente su strategie elettorali piuttosto che su concreti programmi di valorizzazione del lavoro. Da Parigi arrivano notizie – abbastanza tacitate dai media e dai partiti italiani – di grandi manifestazioni di protesta incentrate proprio sul diritto al lavoro umiliato dagli interessi dei potentati economici europei e mondiali. Che sia l’inizio di una rivoluzione, auspicabilmente nonviolenta, un nuovo Sessantotto a partire dal diritto al lavoro, sicuro e per tutti? Infine, per ciò che concerne la dimensione interculturale, si ripropone l’interessante “carta di Palermo”, segnalata da un commentatore di questo blog, con la proposta di abolire ovunque il permesso di soggiorno e di riconoscere il diritto civile alla libera circolazione delle persone le quali, come scritto, “possano scegliere dove vivere dal momento che non possono scegliere dove nascere”. Interessante, vero?
Chissà perché nessuno ne parla!
Ho sempre sognato di vivere in una suite di 200 metri quadri a Montecarlo, mangiando bevendo e vivendo a sbafo. Con la "carta di Palermo" avrò la possibilità di permettermi tutto questo?
Italia al 77esimo posto come libertà di stampa…
La "Carta di Palermo" afferma dei principi e pone degli obiettivi. Il percorso è nelle nostre mani.
Mi sono permessa di segnalarla perché leggerla mi ha emozionato.
Vi si trova, per esempio, scritto che "la punta dell'orizzonte è pertanto il passaggio dalla migrazione come sofferenza alla mobilità come diritto umano" e che "la storia è piena di apparati normativi emergenziali che pervertono il valore della sicurezza e il valore del rispetto della persona umana. La storia è piena di una legalità disumana."
Insomma, almeno per una volta, voliamo alto…!
S.S.
E che dire della sentenza della Corte di Cassazione che ha affermato non costituire reato il furto commesso per "l'insopprimibile esigenza di alimentarsi?"
S.S.