Benvenuti e buona giornata di festa! Gorizia si è svegliata oggi animata dalla presenza di migliaia di persone, un’allegra rimpatriata per tanti che in un modo o nell’altro sono stati o sono legati al famoso “corpo” degli alpini. Anche se il raduno è organizzato nell’ambito del Triveneto, sono arrivati da ogni parte d’Italia ed è bello sentire accenti e dialetti che manifestano la ricchezza delle diversità che caratterizzano l’intera Penisola. Proprio questa “diversità”, secondo alcuni, avrebbe potuto suggerire all’assessore alla Cultura una più istruttiva accoglienza a chi viene da lontano e non conosce il territorio. Gorizia è un’emblema della ricchezza della diversità, una città testimone della fatica e della gioia di vivere su un complesso confine che per fortuna da anni non esiste più. Mentre gli alpini con gesto sensibile onorano i caduti su tutti i fronti della Grande Guerra, forse il Comune avrebbe potuto cogliere l’occasione per celebrare non soltanto l’Italia con un dispiegamento di bandiere come non si vedeva da decenni, ma anche l’Europa che si vorrebbe senza confini, il cui simbolo è rimasto esposto – come da dettato legislativo – solo nei luoghi pubblici. E forse ai rappresentanti di un corpo militare che si presenta oggi come un organizzato sistema di aiuto e sostegno a chi viene colpito da ogni sorta di calamità, non sarebbe stato male far conoscere i nuovi “fronti” della miseria e della povertà. Come dice Debora Serracchiani, “viva l’Italia e viva gli alpini”. Ma a scanso di equivoci sarebbe il caso di aggiungere subito, “viva l’Europa, viva il Mondo intero e viva tutti i Costruttori di Pace”: anche noi idealisti che crediamo ancora che la pace nella giustizia sarà portata sul pianeta soltanto da coloro che professano e praticano la nonviolenza attiva, senza divise e senza armi, con la coscienza di far parte della grande famiglia degli esseri umani…
Bellissima festa… nel ricordo di tutti i caduti.
mauro