Venerdì scorso si è conclusa la sesta edizione delle Gocce di cultura, l’iniziativa proposta dalla Zveza slovenskih kulturnih društev – Unione dei Circoli Culturali Sloveni che ha animato le notti goriziane della prima settimana d’agosto. Durante le cinque serate, sostenute dalla Regione, dalla Fondazione CARIGO e patrocinate dal Comune di Gorizia, nei Giardini pubblici di Corso Verdi si sono registrate un numero complessivo di 50 esibizioni con più di 120 artisti partecipanti. Le gocce di cultura hanno dato spazio a tutte le arti e a tutte le espressioni linguistiche del territorio, dallo sloveno all’italiano, dal friulano al bisiacco ed a molto altro ancora. Il numeroso pubblico presente ha potuto ascoltare ogni sera poesie e racconti in friulano, in italiano, in sloveno ed in bisiacco. Anche la musica ha animato le serate con la presenza di vari artisti tra cui la scuola di musica Glasbena matica, l’Università della terza età di Nova Gorica con le allieve del corso di cetra, strumenti meno conosciuti come il Didgeridoo – strumento a fiato degli australiani aborigeni, il Sitar – strumento musicale a corde dell’India settentrionale ed il Tabla – tamburo indiano. Numerose anche le esibizioni canore, alcune accompagnate alla chitarra, che hanno proposto diversi brani in inglese, in italiano e spagnolo. Il canto corale è stato introdotto dal coro femminile “Danica” mentre musica e canti popolari sono stati proposti dall’Associazione Abruzzesi e Molisani. Il Fotoklub di Nova Gorica ha presentato una raccolta di fotografie degli associati, la presidente della Scuola fioristi FVG invece ha spiegato il significato dei fiori creando un centro tavola con fiori freschi usando tecniche antiche. Non è mancato nemmeno il varietà. L’Associazione Assi Magici di Gorizia con la partecipazione di Mago Mark e Mago Ravin ci ha introdotti nel fantastico mondo dell’illusionismo. Nadja Šuligoj del TIK TAK Teater recitando la parte di una clochard ci ha avvicinati al tema della povertà. Nataša Paulin e Marta Zorn hanno rappresentato la vita degli anziani negli ospizi. Il cabaret è stato proposto da Tatjana Malalan ed Irene Pahor mentre l’Associazione Onlus Clown di Corsia VIP di Gorizia ha animato una serata con musica, ballo e tanta allegria. Per la danza ci hanno pensato l’ASD Viento Flamenco di Gorizia, il club Country Dance Iron Boot di Monfalcone e le majorettes della Società filarmonica Kras di Doberdò del Lago. Le prime quattro serate si sono concluse con cortometraggi prodotti dal Kinoatelje nell’ambito del progetto educativo I bambini nella grande guerra. La solidarietà e l’unione dei popoli era il tema della serata finale, proposta dalla compagnia teatrale “I viandanti del mondo” che opera nell’ambito del Forum Gorizia (regia di Vito Dalò). La serata introdotta da Edi Bramuzzo ha visto la partecipazione di migranti – ragazzi afgani e pakistani con balli popolari, lettere e testimonianze sugli orrori della guerra alternati da balli tailandesi, poesie in spagnolo, in sloveno e in italiano.
Fate ballare I pakistani maschi mentre donne e bambini muoiono sotto le bombe as Aleppo in Siria?
I cervelli bacati dalla sindrome dell esotismo di qualche suffragetta.
Non ho parole. Invece di raccogliere fondi per medicinali, pannolini latte in polvere…per quelle povere creature ferite e mutilate…che non hanno gambe svelte ne' soldi per pagare I trafficanti di esseri umani che li portano a Gorizia con l I phone.
A rieccolo, puntuale come un buco nero rotante! Amico mio, penso che quelli del forum ormai abbiano afferrato il concetto che vuoi esprimere.
Sono tutti uomini perché la società pakistana è fortemente patriarcale e la maggior parte delle donne sono semianalfabete. Insomma questi ragazzotti emigrano principalmente per scelta della famiglia, probabilmente mossi da ragioni economiche e dalla prospettiva di un miglioramento della qualità della vita.
Comunque non c’è mai un solo fattore che porta ad emigrare, ma un complesso mix che comprende: instabilità politica, difficile situazione economica, reti sociali già presenti nel paese di arrivo, strategie di diversificazione delle risorse familiari.
Le famiglie infatti prendono decisioni collettive rispetto al proprio futuro, diversificando le strategie per la sopravvivenza economica: le donne restano a casa e i maschi giovani partono per l’Europa.
E’ un groviglio di motivazioni ed è difficile scindere quella politica, quella economica e quella sociale . Infatti, la stessa persona potrebbe essere considerata un rifugiato in Svezia e un migrante economico non desiderato in Grecia.
L’anomalia vera è una sola: di migranti è sempre stato pieno il mondo e gli italiani lo sanno bene, solo che normalmente in un altro paese ci si presenta con documenti ,permessi e soprattutto ci si mantiene da soli, a proprie spese e a proprio rischio e pericolo. Se quest’andazzo continua andrà agevolmente in crisi il sistema di welfare statale, questo è certo.
Cvd. Dei morti sotto le bombe, delle donne e dei bimbi trucidati dalla violenza degli uomini della guerra o che hanno perso la casa, la famiglia, non Ve ne frega nulla. Solo slogan. Non una parola di pieta'. Non un gesto concreto. E non e' affatto difficile distinguere, qui dal Medio Oriente, dove vivo, la differenza tra vittima di guerra e chi non lo e'.
I milioni di pakistani qui lavorano. Nessuno chiede asilo.
Dal mio Paese si fanno voli per trarre in salvo persone intrappolate nelle aree e di guerra e portare aiuti.
Voi state li a guardare che crepino e scambiate per vittime quelli che la guerra l han vista in cartolina.
Comunione e Liberazione ringrazia.
I grandi e grossi manager ringraziano.
Pantalone paga!