Negli anni ’70 il femminismo aveva cercato di porre al centro della riflessione politica la vita delle donne in ogni suo aspetto. L’economia, con la questione del costo del lavoro domestico che lo stato fa ricadere quasi esclusivamente sulle donne, la storia, in cui le donne non compaiono mai ma ci sono eccome, la politica, da cui le donne erano largamente escluse, il linguaggio, costruito tutto sul genere maschile e soprattutto la questione del corpo, la riflessione su quanto il pensiero dominante fissi le cosiddette caratteristiche maschili e femminili, stabilisca cosa la donna deve o non deve fare, come deve amare, quanti figli deve avere e come li deve seguire. Il diritto delle donne di disporre del proprio corpo liberamente è stato un tema centrale di quegli anni, discusso, elaborato e comunicato nelle riunioni del movimento, attraverso la pratica del partire da sé, dalla propria esperienza. E’ la donna a decidere con chi stare, se e come avere dei figli, se separarsi o meno dal compagno. Il diritto di abortire, di divorziare, il riconoscimento dello stupro come di reato contro la persona e non contro la morale, la lotta per gli anticoncezionali, nascono da questa consapevolezza di fondo: non è accettabile il controllo “patriarcale” sulla sessualità femminile. Oggi tutto questo viene messo in discussione, creando i soliti paradossi sociali. Da un lato si vuole celebrare la giornata sulla fertilità voluta dalla ministra Lorenzin, che richiama le donne all’obbligo sociale della procreazione per il bene comune, dall’altro c’è la realtà denunciata da Chiara Saraceno di donne sempre più precarie, disoccupate, che devono firmare lettere di licenziamento in bianco se rimangono incinte, povere e su cui grava il peso dell’assistenza di anziani, disabili, soggetti deboli. La donna deve essere madre, ma se lo vuole diventare non viene in alcun modo aiutata, ma spesso addirittura punita con il licenziamento, come ai tempi del duce. Altre cose si fanno in nome delle donne. Prima di tutto le guerre per “liberarle”: mentre invece sappiamo molto bene che in ogni conflitto una delle armi più potenti e più utilizzate contro i civili sono proprio gli stupri, poi il pensiero dominante “democratico” ci spiega cosa vuol dire essere emancipate, quanti centimetri del corpo è giusto mostrare, come ci si deve vestire. Insomma è in atto una nuova offensiva contro le donne, che cerca di distinguere donne oppresse da liberare e donne che devono aiutare i liberatori, spesso uomini. La riflessione su quanto si gioca sul corpo delle donne va ripresa, la trascuratezza di questo tema centrale ci fa tornare indietro di secoli fa.
adg
Per la ministra Lorenzin è proprio come se il femminismo non ci fosse stato o come se non avesse lasciato traccia. Si vede che viene da un ambiente cattolico becero, dove la donna è prima di tutto "procreatrice". Insomma per le donne c'è sempre qualcuno che ritiene di poter decidere quale deve essere il suo ruolo. Forse l'emancipazione della donna è solo cominciata. R.Forzi
A quando la tassa sui celibi come faceva Mussolini? Così si introduce la parità di genere!
Sì e ben lungi dall'essere conclusa, soprattutto nella testa delle persone.
Donne italiane fate figli…Donne italiane non fate figli. Ho come l'impressione che tutti gli ambienti siano ormai diventati beceri. Sia quelli cattolici e sia quelli laici.Ma,ripeto, è solo una mia impressione.
Servono schiavi al potere,tanti, inconsapevoli ed ignoranti, le differenze stanno in pochi ed insignificanti dettagli. Chi preferisce una massa di schiavi nostrana e chi preferisce quella d'importazione. Tutto lì.
Gli schiavi d importazione sono gia' formati con tutto il pacchetto di sistema patriarcale/donne a figliare sottomesse. I paesi di origine sono stati selezionati apposta. Arrivano solo uomini. Poi cominceranno a formarsi le famiglie prolifiche e a quel momento sara' legale la poligamia, (mettiamo una media di 8 figli per ogni uomo singolo dal falso profugato…un esercito di schiavi prolifici maritati a femminine sottomesse che non hanno certo tempo per pensare alla liberazione dei centimetri di pelle, data la multiprole da seguire. Ecco fatto. Welfare distrutto, costo del lavoro sottozero, Italia come Bangladesh in 10 15 anni.
Concordo con quanto scritto nel post. Non donne per prime dobbiamo riprendere in mano la riflessione su quanto si gioca sul corpo delle donne e sul è il nostro ruolo in una società che, solo all'apparenza, si batte per la parità di genere. Perchè se un Governo ha il coraggio di lanciare una campagna pubblicitaria come quella del "fertiliday", allora vuol dire che della donna, dei suoi reali bisogni, non ha capito nulla. Cosa vorrei io, donna sopra i quaranta, con una figlia unica? Vorrei che si investisse nell'informazione scientifica per tutelare la salute della donna e che le campagne di screening per i tumori al seno iniziassero a tappeto alla mia età, perchè è in aumento questo tipo di tumori proprio nella mia fascia d'età. Avrei voluto essere accompagnata nel primo periodo dopo il parto, con la possibilità di avere un sostegno pratico e anche psicologico. Mi sarebbe piaciuto anche adottare un bambino, per non lasciare mia figlia "unica", ma visti i tempi biblici per farlo, ho sempre pensato che così avrei "rubato"l'unica occasione ad altre donne per avere un figlio. Mi sarebbe piaciuto avere un asilo nel luogo di lavoro, per regalare qualche pausa pranzo a mia figlia e starle più vicina. Mi piacerebbe che Stato si rendesse conto che se la suola chiude da giugno a settembre, è in tutto questo periodo che mi deve garantire un servizio, senza costringermi a rivolgermi a centri estivi privati e cari. Mi piacerebbe che la Ministra capisse che l'orario di lavoro inizia alle otto, tecnicamente l'orario di scuola deve essere diverso… oppure devi mettere in campo servizi alternativi e gratuiti. E soprattutto vorrei godermi la mia carriera lavorativa senza sentirmi perennemente in colpa e inferiore alle altre mamme. Non credo siano enormi pretese e mi pare che uno Stato che vuole più figli su queste cose dovrebbe investire tempo e denaro. Non sul Fertiliday, che farei interamente pagare alla signora Ministra.
Viviamo nell'età della Tecnica. Tutto viene scomposto e studiato, tecnicamente, nel particolare. Gli studiosi e i supposti scienziati emettono sentenze inappellabili e ritengono il "loro" punto di vista l'unico importante. Così si perde l'orientamento ed il senso della realtà.
Si attivano ben 4 Centri ("di eccellenza") per la fecondazione assistita e poi se hai bisogno di una banalità sono "problemi tuoi" che puoi risolvere "pagando la prestazione".
La realtà vissuta viene oscurata dagli slogan furbetti o accattivanti! Che palle!!