Chi ha letto il bellissimo libro di Andrea Bellavite dedicato all’Isonzo non farà fatica a comprendere quanto avvenuto in Nuova Zelanda dove, per la prima volta al mondo, è stata riconosciuta personalità giuridica ad un fiume, il Whanganui.
Questo fiume, che scorre per 145 chilometri dal centro dell’Isola del Nord fino al mare, è considerato sacro dal popolo Maori.
La legge che ne riconosce la personalità giuridica deriva dal Trattato di Waitangi, firmato nel 1840 da un rappresentante della Corona inglese e da quaranta capi delle Tribù Maori dell’Isola del Nord.
In base a tale trattato la Nuova Zelanda divenne colonia inglese e fu riconosciuta sostanziale protezione agli interessi e alle proprietà tradizionali dei Maori.
A seguito del riconoscimento della personalità giuridica questo fiume potrà stipulare contratti e stare in giudizio per tutelare i suoi diritti. A tali fini sarà rappresentato da un membro nominato dalla comunità maori e da uno nominato dal governo.
Di grande suggestione è quanto dichiarato da Gerrard Albert, portavoce del popolo maori: “Abbiamo sempre creduto che il fiume Whanganui sia un insieme indivisibile e vivente con tutti i suoi elementi fisici e spirituali, dalle montagne del centro dell’Isola del Nord fino al mare”.
Come non andare con il pensiero a quanto scritto da Andrea Bellavite: “Parlare di un fiume è come raccontare una vita. Mentre ogni esistenza può essere compresa nel suo insieme soltanto al compiersi del suo destino, la storia di un corso d’acqua può essere “letta” dall’inizio alla fine, mentre esso è ancora vivo…”.
Due fiumi ma soprattutto, come per le persone, nella corrente, due vite…
So.Sa.
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