Non c’erano mai stati a Gorizia tanti dibattiti tra candidati sindaco, nelle tornate elettorali precedenti. Bene, sotto molti punti di vista: gli elettori sono nelle condizioni ideali per compiere oculatamente le loro scelte, ascoltando i punti programmatici e soprattutto conoscendo meglio e direttamente il volto e l’atteggiamento del futuro primo cittadino.
Tuttavia, con un numero così elevato di candidati (nove), è indispensabile una buona organizzazione per evitare i due opposti eccessi della noia e della rissa. Nei dibattiti finora svolti o ci si è trovati di fronte a domande generiche, impossibili da gestire nei tre minuti a disposizione oppure a domande così precise da portare a scontri su aspetti particolari, senza alcuna possibilità di argomentare le diverse e spesso contrastanti affermazioni.
In un paio di occasioni sono volate parole fuori controllo, ai limiti (e forse anche al di là dei limiti) della diffamazione. Non si capisce per esempio come una Caritas o qualunque altra organizzazione coinvolta nell’accoglienza dei richiedenti asilo possano sentirsi tacciate di “lucrare sulla pelle dei migranti” (così Ziberna ieri in sala Dora Bassi) senza sporgere denuncia contro chi lancia una così grave e infamante accusa. Insomma, Arcivescovo o Direttore della Caritas, come si fa a tacere ancora di fronte alla sistematica denigrazione di esseri umani costretti a dormire nei tunnel e di coloro che si adoperano giorno e notte per sopperire alle gravi mancanze proprio di coloro che li accusano?
Infine è inaccettabile l’istituto della delega. La gente viene ad ascoltare i candidati sindaco e si trova davanti dei sostituti. Ma come? La legge elettorale presuppone un voto al candidato sindaco che può essere disgiunto da quello alle liste che lo sostengono. Ciò significa che si riconosce un’evidente diversità tra la scelta del sindaco e quella dei gruppi programmatici. E ciò vale al punto che se per qualche motivo viene meno il mandato del sindaco è necessario indire subito successive elezioni. Se vado a sentire il sindaco, voglio ascoltare il sindaco, non qualcuno che appartiene a una delle liste che l’appoggiano oppure addirittura a un soggetto x, neppure iscritto nelle liste. Se un candidato non può essere presente, pazienza! Si presenterà nella successiva occasione. Ma inviare un sostituto più competente – soprattutto quando si trattano alcuni temi strategici, come nel caso della giustamente sottolineata assenza di Ziberna in occasione del dibattito sull’etica – è un indegno fuffignesso, tanto più sorprendente quanto più utilizzato proprio da partiti o movimenti che fanno del rispetto delle regole il loro punto d’onore.
E non parliamo di Confindustria, che si “dimentica” di convocare cinque candidati su nove o dei rimanenti preselezionati che si presentano al dibattito e si accorgono solo alla fine di essere soltanto in quattro…
Trovo veramente scandaloso anche il comportamento di Gaggioli e di Portelli. Come al solito il problema non è quello reale ma chi lo solleva.
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