Un Papa a Bozzolo forse lo si sarebbe potuto anche immaginare, ma la visita di Francesco a Barbiana rientra nella categoria dei gesti più sorprendenti di questo pontificato. Don Primo Mazzolari è stato senz’altro un prete dotato di una straordinaria carica di umanità che lo ha portato spesso in contrasto con le gerarchie, senza per questo venire meno a un’obbedienza convinta all’autorità della Chiesa. Don Lorenzo Milani è stato un autentico rivoluzionario, un vero Maestro che ha riconosciuto come autorità la sola Parola di Cristo e in nome di questa ha saputo accettare ogni vessazione, fino alla costrizione a vivere il proprio ministero in una parrocchia completamente abbandonata. Dalla frazione di Barbiana, sperduta sui monti sopra Firenze, è stato inviato un messaggio che ha trasformato fortemente la politica, la scuola, il mondo militare, la coscienza di milioni di italiani. Colui che era stato esiliato dal capo della Chiesa Cattolica di Firenze, oggi viene visitato, esattamente cinquanta anni dopo la sua morte, dalla guida della Chiesa Cattolica di tutto il mondo. Francesco in preghiera davanti alla tomba di don Milani, in compunto pellegrinaggio nei locali della “Scuola”, in delicata contemplazione nella chiesetta attaccata alla canonica… Sono immagini da ricordare che sottolineano il cambiamento dei tempi, l’anacronismo di un’autorità fino a poco tempo fa (per la verità ancora adesso) se-dicente in certe condizioni “infallibile”, l’eterna legge del genio religioso perseguitato in vita e riabilitato tanti anni dopo la sua scomparsa. E’ un impegno anche per chi ha ricevuto direttamente l’eredità spirituale e culturale di don Milani, i “ragazzi” di san Donato a Calenzano e di Barbiana, spesso in contrasto fra loro sulle regole della memoria e sul destino della casa canonica, peraltro praticamente abbandonata dal momento della morte del Maestro. La presenza di Francesco è un incoraggiamento e un’indicazione per tutti coloro che credono ancora nella possibilità di una Chiesa Cattolica aperta al mondo. La speranza è che non si inneschino processi di beatificazione e che Barbiana non diventi più di quanto è già ora un santuario di pellegrinaggio tradizionale. L’innalzamento sugli altari è il modo più astuto che la Chiesa adotta per disinnescare la carica rivoluzionaria di chi l’ha messa in discussione e l’ha costretta al cambiamento. I santi vengono ridotti a oggetto di venerazione, i loro gesti e le loro parole perdono ogni vitalità e la loro figura viene abilmente ridotta a un’immagine incapace di inquietare.
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