Considerazioni del tutto personali.
Gorizia ha un nuovo sindaco, Rodolfo Ziberna, sostenuto da una coalizione di destra destra. Come da previsioni, parte subito prendendosela con i più deboli, vietando i bivacchi all’aperto senza ovviamente proporre alcuna alternativa alle decine di persone fortunosamente accampate. Ma non è di lui che si ha voglia di parlare…
Il centro sinistra si consola con il 40% di Collini, ritenendolo non del tutto a torto il miglior risultato possibile, insieme all’aver costretto il candidato della destra al ballottaggio. Non del tutto a torto, ma anche un po’ sì. Al ballottaggio ci si è arrivati soprattutto grazie a due motivi: la presenza di tanti candidati sindaco, molti votati proprio da chi non sarebbe di sicuro andato a scegliere Collini e l’area Pd al primo turno; la debolezza intrinseca di Ziberna, clamorosamente battuto (53-49) dal voto disgiunto, come dimostrato dal successo d’insieme del gruppo di liste che lo sosteneva.
La sinistra esce frastornata e divisa dalla consultazione.
La teoria delle “primarie al primo turno per lasciare ai cittadini il compito di inviare uno al ballottaggio”, sostenuta spesso anche in questo blog, è entrata in rotta di collisione con quella dell'”equidistanza dai due candidati” che sembra aver prevalso come ulteriore contributo a un astensionismo record. Tale diversità di linee, ha comportato l’esplicito disimpegno nei confronti di Collini da parte di tutti i gruppi facenti capo agli altri almeno cinque candidati di area centro sinistra e sinistra.
Questa situazione interroga i consiglieri comunali di minoranza su una difficile alternativa: è bene cercare un avvicinamento in grado di ridurre le posizioni a non più di tre (centro sinistra, sinistra e cinque stelle)? O è meglio continuare a navigare in ordine sparso, con la presenza quindi di almeno cinque gruppi (facenti capo a Collini, Portelli, Gaggioli, Picco oltre che a Maraz) su un totale di sedici eletti?
Non giova il richiamo alla volontà degli elettori, nettamente divisi tra i sostenitori della politica degli accordi e quelli del voto a condizione che non ci siano compromessi.
Un risultato tale problematica l’ha già raggiunto, quello di aver portato la situazione a un tal grado di tensione da far pensare di aver toccato il fondo. E che da qui in poi non si possa far altro che risalire…
ab
Quella delle "primarie al primo turno" mi pare sia una posizione di comodo, di una politica perdente, una giustificazione risibile da parte di chi non accetta (per preconcetto ideologico, per tornaconto personale, …) di confrontarsi, prima, con gli altri candidati di centrosinistra o sinistra. Esattamente come è successo per il Collini che non ha voluto le primarie vere.
Sei candidati e non so quante liste di centrosinistra in una città di 35 mila abitanti da sempre di destra. (Ai risultati del primo turno mi chiedevo perchè Gorizia non aveva cominciato subito lo spoglio come in tutta Italia. Al ballottaggio l'ho chiesto alla mia presidente di seggio e mi ha risposto che a differenza delle altre città qui c'erano tanti candidati e tante liste e che bisognava fare lo spoglio con calma il giorno seguente)
Scrive oggi Michele Serra su Repubblica. "Ci sono città (per esempio La Spezia) dove centrosinistra e sinistra avevano al primo turno, tre candidati, in sprezzante polemica l'uno con l'altro. In quel caso perdere non è solo garantito, è anche giusto…".
Purtroppo nei vostri commenti non vedo nè critiche convincenti nè autocritiche.
E dimostrate purtroppo di essere come gli altri, di centrosinistra o sinistra, voglio dire. Dario Stasi