E’ necessario riflettere. Come è possibile che uno Ziberna, il prescritto, arrivi a un soffio da un’elezione al primo turno? In campagna elettorale lo si è visto nervoso, tesissimo, capace di infervorarsi solo nello sparare offese a raffica contro i volontari che si sono adoperati per l’accoglienza dei richiedenti asilo. Per il resto poche idee e anche ben confuse. Del resto l’impressione non nasce solo da un’analisi locale. Ovunque la Lega di Salvini cresce, rianimando una destra – una vera destra – che sembrava spacciata. A Verona, solo per fare un esempio, il ballottaggio sarà tra la destra leghista e il movimento politico capeggiato dal’ex leghista Tosi.
Del resto il movimento 5 stelle che sembrava fino a non molto tempo fa un’alternativa forte, si è impantanato, anche a causa di una serie di errori di ordine amministrativo (Roma e Torino), interno (divisioni a non finire) e soprattutto politico, con scelte troppo simili a quelle dei tanti vituperati “partiti”.
Il dato tuttavia più evidente è il trionfo di una xenofobia ottusa e senza proposte, proprio per questo particolarmente pericolosa e capace solo di agitare le emozioni represse di tanti italiani. Questo è il vero populismo, l’incosciente strumentalizzazione di una questione delicata e molto importante, insieme all’accentuazione di un disagio reale che da essa deriva, al fine di ottenere un facile immediato consenso.
Che fare? Per quanto riguarda Collini e il Centro Sinistra è necessario un cambiamento radicale dell’impostazione. La compagine che ha sostenuto l’ex presidente della Fondazione Carigo ha proposto idee troppo simili a quelle dello schieramento opposto. E la gente, tra una copia prudenziale e un originale urlante, ahimé, sceglie l’originale. Occorre dire finalmente qualcosa di Sinistra, con estrema chiarezza, anche sull’argomento specifico delle migrazioni. Può darsi che il vento della xenofobia sia in questo momento troppo forte per poterlo contrastare, ma impostare una campagna elettorale sull’accoglienza di tutti – dai troppi poveri che vivono in tante periferie della nostra città ai richiedenti asilo, ma anche ai residenti di tutte le classi sociali e ai turisti che vengono da lontano – potrebbe porre le basi per un futuro sostenibile, di tutt’altro segno.
E’ il lavoro che attende il Forum per Gorizia, che obiettivamente più di così non avrebbe potuto fare, con tanto entusiasmo ma ben pochi mezzi a disposizione. Si riparte da quel 5,5 per cento di cittadini che – uno a uno, senza appartenenze precostituite – si sono riconosciuti in un programma costruito in tanti anni di lavoro e in un candidato straordinario, capace di coinvolgere e di indicare autorevolmente la strada della competenza e dell’innovazione. Sono oggettivamente pochi, ma hanno una tale convinzione da rendere possibile l’obiettivo di una vera Politica radicata nella Cultura dell’umanità e – riecheggiando un punto chiave di Andrea Picco – della felicità. Ma è un punto di partenza che, senza improbabili apparentamenti ma anche senza pregiudiziali chiusure, potrà portare in un prossimo futuro all’obiettivo di sempre: un territorio goriziano libero, accogliente, senza confini…
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