Nonostante l’allarme meteo fosse noto, nonostante gli interventi razionali di chi afferma da anni la necessità di pensare all’accoglienza secondo il modello SPRAR, consigliato da autorità ed esperti, l’amministrazione ha fatto dormire con la pioggia i richiedenti asilo in parte alla valletta sotto una tettoia piccolissima, mentre altri, come era già successo, sono andati in galleria Bombi. Come la precedente amministrazione, anche questa si dimostra del tutto incapace di gestire quanto accade, trincerandosi dietro posizioni irrazionali di rifiuto oppure dietro ad illogiche affermazioni per cui vengono negati anche i bagni chimici per non attirare i migranti. Mi pare evidente che non ci sia né la volontà, ma neppure la capacità di far fronte ad una situazione scandalosa che non può più protrarsi in questo modo. Sappia il sindaco che esiste una buona fetta di goriziani che non sopporta più di vedere calpestati doveri istituzionali sanciti da leggi e dalla Costituzione e che non sopporta di sapere che esseri umani vengono privati in questo modo della loro dignità e dei loro diritti. adg
Se qualcuno se ne fosse dimenticato, ricordiamo che il Comune ha ricevuto dallo Stato 145.000 euro quale premio per l'accoglienza dei migranti.
145.000 euro che coerentemente andrebbero restituiti, data la situazione. Spero che l'assessore Del Sordi che non vuole il vil denaro dell'immigrazione, come ha recentemente affermato, chieda fortemente a Ziberna di non accettare i soldi che portano coloro che vengono lasciati dormire sotto la galleria.
I 145.000 euro devono essere utilizzati per il motivo della loro erogazione, sostenere l'accoglienza dei richiedenti asilo in città. Essi possono essere impiegati in interventi d'urgenza, finalizzati a rispondere al primo problema: come evitare che centinaia di persone dormano all'aperto, soprattutto in caso di pioggia o di freddo? La risposta di primo livello è una sola: sistemare caserme dismesse, adattare palestre, realizzare campi con tende e servizi confortevoli.
Lo SPRAR è già su un secondo livello, anche perché l'avvio di tale tipologia di progetto richiede tempi abbastanza lunghi, le convenzioni con il Ministero e con gli enti gestori nonché il reperimento di alloggi non per qualche decina di persone, ma per piccoli nuclei di persone da inserire serenamente nel tessuto urbano.
Dallo SPRAR si passa poi al terzo livello, quello dell'integrazione sociale che presuppone quella disponibilità all'accoglienza diffusa nei Comuni che fa fatica a decollare non solo per l'indisponibilità degli enti (in molti casi purtroppo evidente), ma anche per le difficoltà economiche e burocratiche.
Secondo me nell'immediato occorre chiedere che la soluzione indecente "galleria Bombi" sia subito sostituita dall'utilizzo in emergenza di grandi strutture (palestre, parti di caserme, tendopoli…). Nello stesso tempo è necessario premere per la presentazione della domanda di ingresso nel sistema SPRAR. Indispensabile è che ci sia una persona o un ufficio in Comune in grado di coordinare tutti gli interventi e soprattutto di curare i collegamenti collaborativi tra l'ente locale e le organizzazioni che finora si sono interessate dell'accoglienza…