Il centrodestra ha vinto a Gorizia (anche se la sua maggioranza non è stata così schiacciante), ma l’opposizione rappresenta pur sempre il 43.30% dei voti validi espressi.
Togliendo i 5Stelle, con il loro 5,18%, che sono difficili da collocare e che nella scorsa amministrazione non si sono particolarmente distinti per azioni significative, l’opposizione conta un 38,22%.
Nella recente campagna elettorale non si ricordano nelle compagini dei quattro candidati sindaco Collini, Gaggioli, Picco e Portelli atteggiamenti violentemente xenofobi o razzisti come in quelle del centrodestra guidato da Forza Italia, ma a forte maggioranza fascio leghista; si tratta di moderati e molti dei volontari che si incontrano nel sostegno ai profughi appartengono trasversalmente ai quattro gruppi.
Si tratta di una minoranza, ma non di poco peso. E non ha stupito che all’invito di Picco a ritrovarsi al Forum per discutere del problema migranti siano intervenuti molti cittadini ma anche Collini e Gaggioli; logica conseguenza è stata che Collini, Gaggioli e Picco abbiano deciso di chiedere insieme un incontro con il prefetto per capire la dimensione del problema e per esaminare eventuali soluzioni positive.
Questo è un fatto nuovo e rappresenta una scelta importante: tre ex candidati sindaco, le cui liste hanno ottenuto complessivamente il 32,56% dei voti validi espressi, ottenendo complessivamente 12 consiglieri (quasi il 30% del totale) decidono di prendere un’iniziativa insieme.
Una parte consistente dell’opposizione si incontra per agire e per cercare una soluzione: perché questo non può diventare un metodo? Sicuramente in queste tre forze ci sono temi simili che possono essere isolati e affrontati insieme, nell’interesse dei cittadini.
E se queste forze riusciranno a mettere da parte ciò che le divide e a concentrarsi su argomenti verso i quali hanno atteggiamenti comuni, faranno un passo politicamente importante.
Naturalmente è necessario che ci sia chiarezza e reciproco rispetto tra tutti, ma il risultato può essere rilevante. Occorrerà qualche tempo per individuare i temi comuni e per scegliere le strategie di comportamento.
Nel frattempo c’è già qualcosa che può unire le opposizioni: il controllo dell’operato della maggioranza e soprattutto il controllo sugli sprechi, che va evitato e condannato, soprattutto in questi tempi di perdurante crisi economica.
Questo controllo si può esercitare attraverso le leggi sulla trasparenza. Il primo articolo della legge 33/2013, modificato dalla legge 97/2016 dice: “La trasparenza è intesa come accessibilità totale dei dati e dei documenti delle pubbliche amministrazioni, allo scopo di tutelare i diritti dei cittadini, promuovere la partecipazione degli interessati all’attività amministrativa e favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche”.
La giunta precedente non amava la trasparenza e molte richieste del Forum sono rimaste inevase: da informazioni sul patrimonio della Fondazione Palazzo Coronini Kronberg a quelle sul patrocino alla Università Popolare di Gorizia, da informazioni su alcuni costi della Tari ( in particolare sull’enorme crescita del costo spazzamento strade passato da 424.739 nel 2005 a 900.327 nel 2017) ad atri costi delle partecipate, ecc.
Inoltre la giunta Romoli non ha mai tenuto la “giornata della trasparenza” pubblica annuale prevista per legge, anche perché probabilmente non avrebbe saputo che cosa dire.
Esercitare un controllo sulle attività istituzionali e sulla spesa dei soldi pubblici, che deve prevedere anche le società partecipate, è un compito fondamentale dell’opposizione; è un’attività che dovrebbe riguardare tutti: farlo insieme e non come singola forza è sicuramente più pregnante, perché la numerosità delle forze che chiedono non può essere sottovalutata dalla maggioranza.
Di sprechi ne abbiamo visti tanti; oltre a quelli legati alle situazioni sopra citate, c’è quello che riguarda Iris, partecipata in liquidazione da quasi sette anni e i cui conti sono stati secretati, ma sono sempre pagati con soldi pubblici: una contraddizione che nessuno può accettare.
Altro spreco è il passaggio da 8 assessori a 10, per una città ormai con 36.000 abitanti. E se le opposizioni chiedessero, sempre in base alle leggi sulla trasparenza, di conoscere quali sono i programmi di questi 10 assessori per i prossimi sei mesi, per poter controllare come vengono spesi i nostri soldi?
Le leggi 33/2013 e 97/2016 ci invitano a farlo. Sarebbe una iniziativa meritoria, perché impegnerebbe gli assessori a precisare i loro programmi e i tempi di attuazione : sei mesi sono un tempo ragionevole, che permetterebbe all’opposizione e ai cittadini di controllare che cosa hanno in mente di fare questi numerosi assessori, come hanno in mente di realizzarlo e come e quando effettivamente lo faranno. R. Forzi
In campagna elettorale uno dei vostri mantra era no PD, avete già cambiato idea?