É ormai dal 16 agosto scorso che, anche nel carcere goriziano di via Barzellini, i detenuti si stanno facendo sentire da chiunque passi nei dintorni durante le ore dei pasti.
Infatti, proprio a partire dallo stesso giorno, é stato indetto dal Partito Radicale Transnazionale uno sciopero della fame che prende il nome di “Grande Satyagraha”, cioè “Forza della verità”. Ad annunciarlo alla stampa nazionale é stata la presidente dello stesso Partito, che ha dichiarato che i detenuti che vi aderiranno rispetteranno un digiuno per chiedere al Governo di emanare i decreti della riforma dell’ordinamento penitenziario, per il quale lo stesso si era già impegnato con il Parlamento.
Senza entrare nel merito di complessi tecnicismi, si possono così riassumere i punti maggiormente significativi della riforma: il Governo è delegato dal legislatore a risistemare l’ordinamento penitenziario semplificando – tra le altre cose – le procedure davanti al magistrato di sorveglianza, facilitando il ricorso alle misure alternative, eliminando automatismi e preclusioni all’accesso ai benefici penitenziari, incentivando la giustizia riparativa, incrementando il lavoro intramurario ed esterno, valorizzando il volontariato, riconoscendo il diritto all’affettività e gli altri diritti di rilevanza costituzionale e assicurando effettività alla funzione rieducativa della pena.
Tali modifiche non saranno comunque applicabili nei casi di eccezionale gravità o per coloro che sono stati condannati all’ergastolo per reati di stampo mafioso. Va ricordato che le norme dell’ordinamento penitenziario attendono ancora di essere adeguate alle esigenze educative dei minorenni.
É evidente a chiunque conosca la realtà della casa circondariale di Gorizia come questa riforma sia urgente e necessaria, per le situazioni in cui versano tutte le carceri italiane, non ultima la nostra; personalmente, spero che il Governo venga “risvegliato” dal torpore da questa azione di protesta dei detenuti italiani, ma cinicamente voglio far sapere ai nostri detenuti che intanto, con la loro “battitura”, sono riusciti a risvegliare parecchi goriziani, che in questi giorni cercavano informazioni su cosa stesse accadendo in via Barzellini.
Il carcere ha ricordato alla Comunità che esiste anche lui, che ne fa ancora parte, anche facendo arrivare alla Caritas i pasti rifiutati dai detenuti scioperanti. LD
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