“Ogni artista deve essere libero di creare le sue opere secondo il proprio pensiero, gli stati d’animo e l’estro creativo del momento. In questo contesto però, così dibattuto e strumentalizzato al centrosinistra e da tutti coloro che gli gravitano attorno, non mi soffermo tanto a valutare ciò che gli artisti avrebbero prodotto quanto su chi si è dato da fare affinché questo progetto approdasse a Gorizia”.
Quindi ci sta dicendo, consigliera Ferrari, che lei non entra nel merito di quanto avrebbe potuto essere sottoposto al giudizio della collettività goriziana, ma di chi l’avrebbe fortemente voluto e poiché non è allineato con la maggioranza a cui lei appartiene, ritiene giusta la scelta di bloccarlo?
Ma lei si rende conto della gravità delle sue affermazioni? Siete voi a dare un colore politico all’operazione che, trattandosi di arte, sarebbe stata uno stimolo alla riflessione, una domanda sul concetto di confine (che può essere soglia o barriera) a cui ognuno avrebbe potuto liberamente dare una risposta.
Lei si augura che gli artisti goriziani possano tutti assieme predisporre un progetto per abbellire la città, ma esattamente a cosa si riferisce? Alle fioriere pubbliche?
L’abbellimento ha a che fare con l’arredamento, con l’artigianato, con un concetto di bellezza armonico che non è necessariamente quello che troviamo nell’arte contemporanea che ha a che fare con temi politico-sociali, ma assolutamente non partitici, e che spesso è disarmonica proprio perché deve fungere da pugno nello stomaco per riuscire nel suo intento di smuovere le coscienze. ElSa.
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