In occasione del primo Consiglio comunale congiunto tra i comuni di Gorizia, Nova Gorica e Sempeter-Vrtojba convocato per oggi, lunedì 9 ottobre, a Nova Gorica, per presentare i progetti, i piani di sviluppo e le relative tempistiche del GECT, acronimo di Gruppo Europeo per la Cooperazione Territoriale, sono andato a rivedermi Convenzione e Statuto, per cercare di comprendere meglio le potenzialità e le eventuali “criticità” di questo “ente autonomo transfrontaliero”, nato ufficialmente il 15 settembre 2011 (data della sua registrazione come persona giuridica) già funzionante da diversi anni ma non ancora produttivo di progetti portati a termine.
È necessario, innanzitutto, ricordare che questo organismo è previsto dal Regolamento (CE) n. 1082/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, poi modificato dal Regolamento (UE) N. 1302/2013 con il fine di facilitare la cooperazione transfrontaliera, transnazionale o interregionale nell’Unione Europea tramite l’istituzione di gruppi con personalità giuridica che intendano portare a termine progetti comuni. Le funzioni e le competenze di un GECT sono stabilite in una convenzione di cooperazione vincolante conclusa tra i suoi membri. Negli statuti sono poi disciplinati gli organi, le loro competenze e funzioni, le procedure decisionali e di lavoro e le modalità di funzionamento.
“Compito e funzioni” sono, dunque, previsti dalla Convenzione e in particolare dall’articolo 2 della stessa approvata e stipulata tra i Comuni di Gorizia, Nova Gorica e Sempeter-Vrtojba.
Il compito è quello di promuovere e sostenere la cooperazione territoriale estesa a tutte le attività connesse allo sviluppo regionale e al rafforzamento della coesione economica e sociale, in particolare l’implementazione dei programmi di cooperazione territoriale e i progetti cofinanziati dalla UE e da altri meccanismi finanziari.
L’ “obiettivo specifico” dichiarato è il coordinamento strategico delle politiche dell’area metropolitana relative alla gestione, realizzazione ed ammodernamento delle infrastrutture, ai sistemi e servizi di trasporto, alla mobilità e alla logistica; il coordinamento delle politiche di trasporto pubblico anche attraverso la gestione comune/coordinata di servizi di trasporto; la gestione dei nodi logistici intermodali dell’area metropolitana; lo sfruttamento e gestione delle risorse energetiche e ambientali locali; l’ elaborazione di un piano energetico metropolitano; l’elaborazione di piani di intervento congiunto anche in altri settori che mirino al rafforzamento della coesione economica e sociale.
Le funzioni sono quelle di “ promuovere il benessere e l’aumento della qualità della vita dei cittadini dell’area interessata” e “nel quadro degli obiettivi prefissati l’implementazione di altre azioni specifiche, programmi, progetti, con o senza contributo finanziario dell’UE”. Altre poi sono le funzioni il cui elenco completo si può leggere negli atti ufficiali. Tra questi anche “assicurare e favorire la concertazione, il dialogo e il dibattito politico, la condivisione delle strategie per la gestione dell’area transfrontaliera” funzione che ritengo particolarmente importante e che, onestamente, ad oggi, a mio modesto parere, non mi sembra sia stata sufficientemente considerata ed esercitata.
Ricordo che, da Statuto, nell’ambito dello svolgimento delle sue funzioni l’ Assemblea “discute la strategia di sviluppo comune e delibera sugli orientamenti strategici del GECT”. Ad essa, dunque, il patto intercomunale, attribuisce un grande potere autonomo decisionale sulle finalità da perseguire, cioè, di fatto, un notevole potere politico.
La forma giuridica: il GECT è un’associazione riconosciuta no-profit di diritto pubblico avente personalità giuridica a far data della sua registrazione, ha personalità giuridica e potrà perciò contrarre obbligazioni, esercitare diritti, acquisire, alienare o disporre di beni mobili ed immobili e stare in giudizio, è gestita in maniera autonoma dai suoi componenti, le disposizioni relative ai beni immobili sono di competenza dell’Assemblea.
I finanziamenti: per quanto riguarda la dotazione finanziaria del GECT, questa è assicurata dai suoi componenti per il 50% a carico della parte italiana e per il 50% a carico della parte slovena. I due Comuni della Repubblica di Slovenia determinano la reciproca quota di capitale iniziale proporzionalmente al numero di abitanti dei rispettivi Comuni. Per il resto il GECT dovrebbe attingere, per il suo finanziamento, da altre fonti, in particolare partecipando a progetti europei.
Gli organi sono l’Assemblea, il Presidente e il Direttore. L’Assemblea è l’organo sovrano del GECT che controlla, approva ed emana le decisioni. L’Assemblea è composta per metà da rappresentanti della parte italiana e metà da rappresentanti della parte slovena. Sette componenti rappresentano il Comune di Gorizia, cinque componenti il Comune città di Nova Gorica e due componenti il Comune di Šempeter-Vrtojba. I rispettivi Consigli comunali nominano, su proposta dei rispettivi Sindaci, i componenti dell’Assemblea. I componenti dell’Assemblea restano in carica quattro anni” (Art. 7 Statuto).
In conclusione se da un lato la creazione di questo ente transfrontaliero è sicuramente apprezzabile per la finalità di superamento degli ostacoli alla realizzazione e gestione di azioni di cooperazione in un contesto di legislazioni e procedure nazionali differenziate, dall’altra rimane in concreto la constatazione che enti di questo tipo, di rappresentanza “indiretta”, spesso tendono a sostituirsi a quella di rappresentanza “diretta”, in questo caso i consigli comunali, con il rischio di un’accentuazione del vulnus partecipativo e rappresentativo rispetto alle comunità di riferimento. Saranno la capacità e la volontà politica degli attori istituzionali (GECT e amministrazioni dei tre comuni aderenti) di ascoltare la comunità transfrontaliera e tradurre in progetti le istanze e le reali necessità di essa a fare la differenza.
Ai cittadini, comitati, associazioni, partiti, ecc, il compito non facile, allora, di vigilare e di partecipare criticamente ai processi decisionali, invitati o non.! ….che non si debba un giorno dover dire “l’ha voluto il GECT”! Stefano Cosolo
Si cominci col finanziare l’infopoint di Piazza Transalpina! Una delle iniziative migliori degli ultimi anni, nata fuori dalle istituzioni e per iniziativa dei cittadini ma che oggi, alla luce degli ottimi risultati raggiunti, le istituzioni (Comune di Gorizia in primis) non possono permettersi di ignorare. QUESTE INIZIATIVE VANNO INCORAGGIATE E (soprattutto) SOSTENUTE! #Gorizia #GectGo #novagorica
Giustissimo anche perché finora sono le uniche concrete
Chiaramente non è ancora abbastanza, però al di là del GECT anche l’autobus che collega Gorizia e Nova Gorica mi pare un segnale abbastanza chiaro della volontà delle due parti di venirsi incontro piuttosto che di allontanarsi. Se si pensa che non più tardi di 30 anni fa – di fatto pochissimo tempo sull’orologio della storia – il di qua e il di là erano molto più lontani di quanto non dicessero le distanze fisiche, si comprende come anche quel piccolo autobus che collega Gorizia e Nova Gorica sia un elemento unificante dei due territori.
A livello di società (associazioni commercianti, agricoltori, istituzioni deputate all’istruzione, alla cultura o all’agricoltura, ma anche scuole, aziende, ecc) nel rispettivo”di là” raramente si vede un interlocutore per iniziative comuni, piuttosto uno sbocco commerciale, o un mercato sul quale approvvigionarsi di beni o manodopera. Gect o non Gect, il confine rimane, eccome, la strada da fare è moltissima e, basandomi sulle mie conoscenze, anche a livello di “giovani” non mi pare ci si stia muovendo troppo
Oltretutto questo Gect rischia di essere poco partecipato dalla società civile che è così timida nel rapportarsi col “di là”
A livello turistico e culturale, l’unica realtà transfrontaliera è rappresentata dall’infopoint in Transalpina che viene finanziato dal comune di Nova Gorica con 10.000 (diecimila) euro all’anno (pochini). Lo stesso comune di Nova Gorica di euro ne versa 250.000 (duecentocinquantamila) annualmente per finanziare il tristissimo ufficio turistico comunale in “centro città”, che non serve preticamente a nulla. Questo dato fa capire molte cose rispetto ai governanti delle città, anche dell’altra parte.
#NovaGorica #Gorizia #turismo #cultura #Slovenia