Il Forum ha deciso di non partecipare alla campagna elettorale per le regionali in modo ufficiale. Si tratta di una scelta presa tenendo conto delle diverse posizioni che ci sono all’interno del gruppo. Questo non toglie che chi lo desidera parteciperà al percorso proposto al Brancaccio.
Ho letto con attenzione il post di Stefano Cosolo e concordo con lui in molte cose: sono d’accordo sull’analisi del fallimento dei tentativi a sinistra, sull’autoreferenzialità dimostrata dai vari gruppi, sul fatto che gli stessi personaggi che hanno portato alla disfatta della sinistra con personalismi, narcisismi e altre patologie siano le meno indicate a riprendere il cammino.
Proprio per questo il progetto Brancaccio ha un senso quando non è federazione di partiti ma vuole mettere insieme singoli cittadini, gruppi e comitati. Con tutti i rischi che abbiamo detto prima.
Personalmente però io non sono d’accordo che i partiti di per sé siano distaccati dalla gente, come non sono d’accordo che nella società civile si nascondano tutte le virtù. Il problema è quello di riuscire ad unire i diversi mondi, sapendo che è una impresa difficile e che la difficoltà non nasce tanto dal personalismo, quanto da una mancanza di progetto politico.
Da anni la sinistra non fa un’analisi seria della situazione in cui si trova il paese, non riesce ad elaborare una strategia complessiva di rilancio concreto e si perde in temi di secondario interesse, limitandosi alla critica di quanto fanno gli altri, senza proposte alternative. Manca poi del tutto una visione della politica internazionale e di cosa si sta muovendo fuori dai nostri confini.
Non posso, ma sarebbe interessante fare una discussione su questo e sulle sbandate irresponsabili prese ad esempio appoggiando le rivoluzioni colorate nei vari paesi. Ma altrettanto debole è la proposta del Movimento 5 stelle su temi cruciali.
Primo il fatto che non è vero che sinistra e destra siano categorie superate e lo si vede concretamente anche dalle nostre parti. Secondo perchè sottovalutare la ripresa di forze di destra indiscutibilmente fasciste è un grosso rischio. Terzo perchè la posizione assunta sul tema dell’immigrazione (ONG come taxi del mare per dirne solo una) che è cruciale per le questioni politiche che pone vuol dire sottovalutare una questione centrale che non ci richiama ad essere più o meno buoni, ma a comprendere questioni legate alle guerre, al colonialismo, alla povertà, all’uguaglianza, all’ambiente, incompatibili con il nostro sistema economico e sociale. Per questo a mio avviso il M5S non è per nulla antisistema e dunque non può rappresentare un’alternativa politica radicale.
Per quanto mi riguarda tenterò di dare il mio contributo al percorso iniziato a Gradisca senza illusioni ma sapendo che l’obiettivo deve essere, almeno per me, ricostruire una sinistra con un pensiero alternativo al sistema dominante e che per fare questo c’è bisogno di tutti quelli che in questo solco si muovono. Di Gianantonio
Io per il momento resto a guardare, ho una tale confusione in testa.
Cara Anna condivido il tuo pensiero, con alcune precisazioni. I partiti attuali hanno tradito il loro significato rappresentativo non solo non rappresentando le esigenze dei cittadini e facendo invece gli interessi di pochi, ma anche eludendo con un sistema istituzionale creato ad arte, la possibilità ai cittadini italiani di esercitare il fondamentale diritto per la sopravvivenza democratica di questo Paese, di cui all’art. 49 Costituzione: ” tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. Sappiamo infatti benissimo che le strutture di potere partitiche non sono “liberamente” a disposizione di “tutti i cittadini” anche se ipocritamente tutti i partiti fanno a gara per farsi vedere democratici, aperti, ecc. Non lo è anche il m5s e, tantomeno, partiti di sinistra come rc, possibile, s.i., dove regnano gerarchie, gruppi di potere, logiche decisionali in mano a poche persone, di fatto in barba anche a ciò che dispongono i rispettivi statuti. Detto questo io non verrò a Gradisca perchè il comitato locale è nato già male, è nato già con la mentalità aggregativa conosciuta che io contesto. A mio modesto parere si doveva partire intanto coinvolgendo le tematiche e le persone che operano sul territorio con dei tavoli di lavoro, di confronto e di dibattito, penso alle associazioni, comitati che si occupano di ambiente, di sociale (immigrazione, lavoro, ecc.), di cultura, ecc…. L’operazione che è stata fatta invece è la classica riunione di “attivisti” politici che ad ogni appuntamento elettorale si contattano per occupare uno spazio con il rispettivo partitino di riferimento, quasi fosse un rito da adempiere per “mantenere un lumicino di speranza” di occupare qualche carica.
Io, nel mio piccolo, faccio politica 365 giorni all’anno e ogni anno – non solo 6 mesi prima delle elezioni – e mi trovo spesso solo o con poche persone a battermi contro ingiustizie e prevaricazioni quotidiane: in queste occasioni non ho mai incontrato un partito che dia una mano. E, allora, di quali esperienze, percorsi politici , valori e ideali comuni stiamo parlando? Di nessuno o quasi.
Purtroppo ho notato che, quasi sempre, la politica di sinistra si ferma laddove incontra il potere costituito, ovvero i governi comunali, provinciali (ex), regionali o, addirittura, l’impresa ritenuta “potente” e perciò pericolosa: io in questa sinistra non mi ci ritrovo e non mi riconosco.
Per questo non andrò a Gradisca d’Isonzo. Sono invece disponibile per altri progetti, anche e soprattutto svincolati dalle vicinissime elezioni. Naturalmente se gli attuali partiti di sinistra dovessero ufficialmente ritirarsi dal progetto Brancaccio, tutto il discorso cambia!. ciao
Io appezzo sempre chi propone, chi cerca di fare. E non sono pregiudizialmente contro i partiti. Però mi piacerebbe tanto vedere volti nuovi, questo sì. Non necessariamente giovani… sta cosa dei giovani ha un po’ rotto le scatole. Essere giovane non significa nulla; può essere un vantaggio a parità di altre condizioni che però si devono essere (competenza, serietà, affidabilità….). Tutti dovrebbero essere in grado di analizzare l’operato di anni e valutare se sia o meno il caso di fare uno, due, cento passi indietro.
Scusate, il commento era mio… Non mi sono resa conto che ero in modalità “anonimo”.
ciao Elenora, due cose 1) anch’io non divido il mondo a seconda dell’età, quello che mi interessa sono il pensiero e le azioni delle persone, non la loro età (tanto meno altre categorie!) 2) sui partiti non ha senso affermare di essere contro o a favore, essi sono la modalità prevista dalla Costituzione con la quale i cittadini si associano “per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”, quindi la loro esistenza è fuori discussione, piuttosto dobbiamo chiederci se gli attuali partiti: a) rappresentano realmente i cittadini; b) sono realmente accessibili ai cittadini e, appunto, alle loro istanze.
Beh la questione dei giovani io la trovo,invece, centrale! Non nel modo meschino della rottamazione posta da Renzi, ma non è possibile che in questo Paese a 40anni sei ancora fuori da tutto. Il mondo è cambiato, le idee mutano, le esigenze cambiano ed i giovani tanto se lo prenderanno il posto, bisogna vedere come,se a calci nel sedere o per “concessione”… E bisogna riflettere se al momento i 5stelle hanno capitalizzato molto in tale direzione. Essere alternativi al sistema dominante per come la vedo io, concetto che condivido, significa semplicemente non allearsi mai, non fare alcun cartello, alcuna coalizione, in nessun luogo, sia esso piccolo che grande, con il sistema dominante e con chi lo rappresenta, sia esso Pd che non Pd. Il sistema dominante trae forza dal mondo locale. Serve rinnovamento. Quale rinnovamento? Cosa significa? Siamo sempre gli stessi che ci ritroviamo cercando di percorrere una strada diversa…un rinnovamento che si muove con estrema lentezza rispetto ai ritmi della società. Io su Gradisca ho le mie riserve chiare, se prima non si chiarisce cosa significa essere alternativi… non si va da nessuna parte. L’inclusione parte anche dall’esclusione. Comunque qui la vedo durissima, tutto è svoltato a destra in modo deprimente, vi è un problema di valori, di morale e di etica enorme forse vi è bisogno di ideologia?
Come già detto in altre occasioni, il problema della “sinistra” è che le è rimasta soltanto la parola, comunque “sinistra”. Credo che la risposta possa appartenere a gruppi di persone, lontani dalle tessere del partito o comunque meno rigidi. Posso comprendere le nostalgie rosse dei bei tempi andati ma in questi anni il loro impegno a “sinistra” s’è rivelato talmente inconsistente ed inutile per cui sono nate movimenti come i 5 stelle. A cui la “sinistra” piace fare le pulci. Credendo, probabilmente, alla verginità di Maddalena.
Una democrazia rappresentativa ha bisogno di partiti, così come la democrazia partecipata ha bisogno di movimenti. Tutti sono “società civile”, compresi gli enti intermedi, il Terzo settore e così via. Condivido l’analisi relativa a una certa deriva di molti partiti, messi in ginocchio anche dalla a mio parere non positiva de-ideologizzazione: una volta si votava “comunista” o “democristiano” o “socialista” (cioè delle formazioni con alla base un pensiero sulla società); oggi si parla di “democratici”, di “fratelli d’Italia”, di “popolo della libertà” e così via (cioè raggruppamenti con un’idea generica che alla fin fine tendono a realizzare solo i propri interessi). Credo però che l’appello alla “gente” o alle “battaglie di piazza” sia altrettanto generico: è fin troppo facile pensare di essere rappresentanti del popolo perché si è organizzata una manifestazione di piazza più o meno partecipata. Anche il nazismo e il fascismo si sono basati sul consenso della “gente” e da esso si sono sentiti legittimati. Per questo personalmente credo in un sistema misto: è necessario costituire dei partiti che siano di nuovo in grado di realizzare degli ideali popolari (per esempio una certa concezione della dignità della Persona e dei suoi diritti, una presa di posizione a favore del diritto al Lavoro, una visione internazionalista relativa all’eliminazione di tutte le barriere confinarie, l’accoglienza generalizzata, la difesa dell’ambiente contro il consumo del suolo da parte degli interessi capitalisti, ecc.), di nuovo “comunisti”, “ecologisti”, “pacifisti nonviolenti”, “antifascisti”, ecc. Contemporaneamente occorre valorizzare le istanze della base, non ridotta a una semplice delega del Potere, ma totalmente coinvolta attraverso tutti gli strumenti classici della democrazia partecipata, con un ruolo fondamentale affidato ai movimenti d’opinione, d’azione e di lotta nel cuore della società. Per tutto questo parteciperò all’assemblea di domani, convinto dalle proposte contenutistiche del “Brancaccio” e dalla possibilità di un accordo sinergico tra partiti di autentica sinistra e movimenti di base. Non sono così ingenuo da non vedere le difficoltà – sono stato tra gli attivisti di Sinistra Arcobaleno, Alba, Cambiare si può, Rivoluzione Civile e quindi posso nutrire dubbi e perplessità ben motivate. Ma, da epigono del sessantottismo, credo ancora che il mondo si possa cambiare, forse già da domani mattina, e quindi sono pronto a riprovarci, con i tempi e gli spazi consentiti dagli impegni istituzionali di questo periodo. Oltre a essere convinto – con tutti i se e i ma possibili ma non determinanti – mi permetto di porre una domanda: quale alternativa sostenibile può esserci?
Andrea Bellavite
Gli attuali partiti della sinistra hanno fallito la loro funzion quella della rappresentanza politica. Non li vota quasi più nessuno. Sono autoreferenziali, se la prendono con tutto e tutti i cittadini che non vanno a votare, i c.d populisti, i grillini, la società civile (addirittura “incivile”, chiunque dissenta dai loro “dogmi” e dalla loro autocelebreta “autorevolezza” (vecchio retaggio storico del pci)…..mi chiedo e chiedo : ma sono sempre gli altri che sbagiano, che non capiscono? Fare un pò di autocritica, mai?
E’ ormai evidente che gli piace assai la torre eburnea sulla quale da anni oramai stanno appollaiati ad osservare e giudicare il prossimo che gli scorre sotto sempre più distante edindifferente…. e noi li lasceremo lassù, indisturbati… felici noi e felici loro.
Carissimi amici del Forum,
mi permetto di intervenire in questo dibattito, dopo aver letto i post di Anna e, prima, quello di Stefano Cosolo. Mi auguro innanzitutto che, prima o poi, il mondo alla sinistra dell’area democratico-riformista riesca a trovare una sua stabilità: sarebbe di grande giovamento per il Paese nel suo complesso e per il rafforzamento della cultura democratica e di sinistra in Italia. Mi sento di condividere l’impegno di Anna, pur da posizioni un po’ diverse che mi portano a continuare un impegno politico nel Partito Democratico, pur rappresentandone la “minoranza di sinistra”. Vi riporto solo due spunti che spero possano essere utili al dibattito:
1) in queste settimane nell’ambito del PSE è in corso un acceso dibattito teorico-politico che sta avendo luogo a colpi di risoluzioni e riunioni del direttivo del partito che raccoglie SPD, socialisti francesi e spagnoli, PD, PASOK e tutti i vari partiti socialisti e socialdemocratici europei. Dibattito che, incentivato peraltro dall’italiano Pittella, va essenzialmente nella direzione di aprire il PSE a forze civiche di sinistra, ecologiste e a partiti “un po’ più a sinistra” ma considerate “di governo”. Essenzialmente, il PSE si differenzia infatti dal gruppo SinistraEuropea per l’autodefinirsi come forza di governo. Si tratta di una svolta importante che parte dal considerare fallimentare l’esperienza delle grandi coalizioni in Germania e Austria e fallimentare anche la politica di austerità abbracciata da, ad esempio, il PASOK e i socialisti francesi. Il modello cui si guarda con interesse è il caso del Portogallo, piuttosto. E poi c’è l’enorme “mare magnum” dell’attivismo dei cittadini nelle aree urbane dell’Est europa, dove i partiti “socialdemocratici” eredi dei vecchi partiti comunisti dei regimi dell’est, sono sempre rimasti abbastanza marginali nel panorama politico (vedi Polonia e Ungheria) e c’è un grande fermento, invece, in queste società in rapida trasformazione. Se confermata (vedremo), si tratterebbe di una svolta importante e anche del primo vero tentativo di dare una unità ideologica al PSE. Peccato, ovviamente, che il PD sia alla porta a causa dell’assurda posizione dell’attuale segretario Renzi, quando invece è proprio italiano il vertice del PSE.
2) l’enorme difficoltà a esercitare una stabile ed efficace funzione di rappresentanza politica, che ci ricorda Stefano Cosolo, va letta anche come inevitabile conseguenza dell’atomizzazione della società: oggi per un partito politico, anche a livello molto locale, fare sintesi tra interessi e istanze è molto complicato. Riescono a mantenere una certa unità soltanto partiti di dimensione molto piccola che occupano “nicchie” della rappresentanza. Manca un pensiero forte – secondo me Andrea Bellavite ha perfettamente colpito nel segno! – che consenta di dare un’efficace lettura complessiva della complessità. Bisognerebbe forse riscoprire alcuni pensatori come Polanyi, Bobbio e Baumann e rileggerli. Personalmente penso che una sinistra riformista moderna debba nascere dall’incrocio di pensiero socialdemocratico, ecologista, liberale assumendo alcune conseguenze del vivere nella società dell’informazione e di internet. Ma credo che ci sia molta strada da fare per tutti.
Buon lavoro.
“… personalmente penso che una sinistra riformista moderna debba nascere dall’incrocio di pensiero socialdemocratico, ecologista, liberale assumendo alcune conseguenze del vivere nella società dell’informazione e di internet….”
In estrema sintesi, oggi come oggi, salire sul treno con Renzie e combriccola e sperare di rifare il colpaccio delle europee de 2014…. auguri!
Il PD non è un partito di sinistra.
sta semplicemente cercando di tenersi questo appellativo perchè altrimenti perderebbe il 50% dei propri consensi, sventolando ogni tanto e guarda caso in vista di qualche elezione qualche battaglia di sinistra che di certo non risolve i problemi del paese (vedi IUS SOLI).
sinceramente non capisco il perchè chi si dichiara di sinistra voti PD, poi io sono “grillino” tanto per citare l’articolo, quindi non è un mio problema, mi auguro però che la sinistra, in cui mi ritrovo in moltissimi valori possa finalmente scrollarsi di dosso il PD, perchè finchè non lo farà non potrà mai essere credibile per i propri elettori.
Il problema di tutti questi soggetti di sinistra è che non hanno nessunissimo riferimento con la realtà. Parlano di sé stessi e del rapporto con Renzi, non esiste altro. Scandalo dei concorsi truccati in università: avete sentito qualcuno fiatare? No. Corruzione: è stata proposta qualche legge seria che imbrigli il fenomeno? No. Un’idea seria di riforma del mercato del lavoro, che tenga conto della realtà e abbia un senso? No. Una riforma della scuola alternativa a quella renziana? No. Nessuna idea. Zero assoluto. Solo generici riferimenti all’Europa liberista cattiva dell’austerity, più risorse di qua, più risorse di là, nessun piano dettagliato e pratico, solo chiacchiere. Il nulla assoluto. E si può capire perchè: si rivolgono solo a quel 5% di cittadini che li vota. Che si dolgono per gli ultimi, ma godono spesso di un’ottima situazione personale, essendo perlopiù dipendenti pubblici di lungo corso, con certi diritti. Persone che, secondo me, non hanno un vero interesse affinché le cose cambino davvero, rischiando di dover magari rinunciare a qualcosa. La sinistra non dà nessuna risposta, a chi viene dopo. E chi viene dopo ricambia con l’astensione o il voto ai “populisti”. Una sinistra che rimane ancorata ai fantastici anni ’80 è destinata a rimanere il gingillo per dipendenti pubblici che è stata negli ultimi vent’anni. I 5 Stelle qualche risposta seppur sconclusionata hanno provato a darla. Spero che qualunque “Gradisca”, o dove sia, produca non manifesti dei valori, ma proposte di legge. E spero che, più che parlare tra loro, ascoltino cosa si dice fuori di lì.
Credo che l’elezione di Macron in Francia, sia emblematica, di come lo stato profondo dell’impero dell’Occidente, abbia già deciso che fare nell’immediato, Con questo epigono diretta emanazione della B.R.I. dei Rothschild sono state distrutte le ultime vestigia della “socialdemocrazia” in europa, L’elite europea ha continuato con le politiche di annessione di ogni statualità dell’est preesistente alla caduta del muro di Berlino, in barba a tutti gli accordi, da Yalta in poi, e se osservate bene le carte geografiche dei primi anni 40 del 1900 e le sovrapponete a quelle del dopo Maidan a Kiev, ci possiamo render conto come esse combacino!!!, poi aggiungeteci pure che Goldmann & Sachs, Fondo MonetarioInternazionale, B:C,E,, Trilaterale, Bilderberg Group e quant’altro, hanno esaurito o stanno per finire qualsivoglia politica monetaria, basata sul debito, e sulla rapina della residua liquidità dall’universo dei miseri, con furto patente dei risparmi tramite il bail in, e capiremo purtroppo che il capitalismo mondiale come già nel 1939 sta organizzando di nuovo una grande terza guerra mondiale, non avendo nessuna alternativa a sè stesso ed alla sua crisi che perdura dal ormai dal 2007 a tutt’oggi.
Unici fuori da questo funereo e nero mondo, ancora come settanta sette anni fa ed anche cento anni fa, la Russia con la CSI, e la Repubblica Popolare Cinese. Il sole della vita e dell’avvenire sorge sempre ad est e da lì ci viene e ci verrà ancora una speranza forte per ogni futura umanità.