Siamo ancora lontani da quanto fanno nei Paesi Bassi per la mobilità urbana ed in particolare per ciò che riguarda le piste ciclabili.
Nel caso di interruzione di un tratto riservato alle bicilette, ne viene realizzata una provvisoria, sempre per garantire la sicurezza di chi si muove in bici e “tranquillità” per chi usa l’auto.
Invece a Gorizia tale soluzione non viene nemmeno presa in considerazione, in quanto troppo avveniristica…
Su questo tema c’è qualcosa che non torna.
Con un po’ di pazienza sul sito del comune di Gorizia, a questo link si possono trovare informazioni su questa opera pubblica. Elaborati grafici e tecnici. In quest’ultimo corposo file, c’è l’elaborato dedicato al cronoprogramma, dove la segnaletica viene prevista alla fine di un determinato periodo (anche se slittato). Alla fine sì, ma del lotto!
Qualcuno ha dedicato il proprio tempo per farlo, altrimenti a che cosa serve? Il non procedere come da programma, quando il tratto è praticabile, crea disagio e confusione per il ciclista.
Negli elaborati grafici, tavola dedicata alla segnaletica, non viene presa in considerazione che la pista ciclabile, per essere considerata come tale, deve essere in continuità (art. 146 Reg.to C.d.S.), ovvero come il pedone sulle strisce pedonali ha precedenza, così anche il ciclista.
In altre parole, ogni segnale verticale di fine pista entra in conflitto con quella orizzontale, sullo stesso itinerario, è da eliminare.
Sempre in questi elaborati, i parcheggi per le bici, la scelta è caduta su quelli con forma a molla, che, è risaputo, rovina i cerchioni, invece di considerare quelli ad archetto più funzionali, soprattutto quando la bici è dotata di borse (per la spesa, per i cicloturisti).
Ho già in passato definito le piste ciclabili della Casa Rossa “Peter Pan” e rimango ancora stupefatto dal numero di incongruenze che si susseguono in poche centinaia di metri.
Il tutto a scapito dei ciclisti che di punto in bianco, se non viene posta la giusta attenzione, dalla pista ciclabile si trovano improvvisamente scaraventati sulla strada normale in balia di vetture che, anche in quel tratto, non lesinano sulla velocità.
Insomma su questo versante c’è ancora tanto da fare. E si potrebbe prendere da esempio ciò che accade in altri Paesi europei, all’avanguardia nella mobilità ciclabile. Nevio Costanzo.
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