Sapete cosa significa shitstorm?
Dai politicamente corretti viene tradotto come “tempesta di letame”; io, che politicamente corretta non sono, lo traduco “tempesta di merda” perché ritengo che renda meglio l’idea.
Ma veniamo al dunque. La storia comincia il 23 settembre quando sulla pagina del Forum Gorizia viene pubblicizzato un evento dedicato ai vaccini, che prevede un dibattito sul tema, particolarmente caldo considerata la recente entrata in vigore del decreto Lorenzin.
Premessa: nel raccontarvi questa storia non farò nomi e cognomi. Primo perché sono visibili a chiunque voglia visitare la pagina del Forum, secondo perché l’intento di questo scritto non è puntare il dito ma far riflettere sulle modalità di funzionamento del social, sulla sua viralità, sulla sua violenza a volte, ma soprattutto sull’incapacità di molti di capire quanto la macchina del fango messa in moto su Facebook possa fare male (agli altri ma anche, potenzialmente, a se stessi).
L’aspetto buffo della faccenda è che di solito io affronto questo argomento di fronte a ragazzi che frequentano le scuole, o neodiplomati, invece i protagonisti di questa vicenda sono tutti adulti e, tanto per riderci su, vaccinati.
Ma riprendiamo da dove eravamo rimasti: l’annuncio del dibattito sui vaccini.
Ore 17.33 del 23 settembre pubblico sulla pagina del Forum la locandina dell’evento, alle 4.45 del giorno successivo arriva il primo commento. Oggi (e mancano ancora tre giorni all’ora X, quindi ancora tanti potrebbero arrivarne) abbiamo superato la soglia dei 190.
In realtà sono poche le persone che intervengono (perlopiù di fuori città, probabilmente invitate appositamente per fomentare la discussione), ma molto attive nel ribadire la loro contrarietà al dibattito, più precisamente a ospitare un relatore “non allineato”, un medico in pensione, professore universitario, scienziato (insomma, un curriculum prestigioso), chiamato per esporre la sua tesi, che non è corretto definire “novax”.
Ma fino a qui niente di strano perché in democrazia c’è libertà di opinione e noi per primi siamo contrari a ogni forma di censura.
Purtroppo però i toni ben presto cominciano a inasprirsi e in un’occasione sono anche costretta a rimuovere un post che conteneva un link che portava a uno scritto in cui il relatore in questione veniva definito “cialtrone”.
L’intento è chiaro: infangare il nome del relatore, ancor prima che egli abbia l’opportunità di parlare e di esprimere la sua tesi (e, letti certi commenti, sembra addirittura che l’intento sia impedire che l’evento si organizzi!).
La motivazione è che, a detta dei detrattori, il relatore non rappresenta la scienza, non adotta un approccio scientifico nell’affrontare la questione vaccini di cui sa poco o nulla.
Ma perchè, mi chiedo, non farlo parlare? Perchè attaccarlo preventivamente? Perchè non lasciare che le persone possano giudicare se effettivamente si tratti di un impostore? Di cosa si ha paura?
Gli stessi che gridano all’evidence-based science sembrano reagire più d’impulso che sulla base della logica: non leggono attentamente chi promuove l’evento, tirano in ballo Comilva e Codacons che con l’organizzazione non c’entrano nulla (ma un approccio scientifico non prevedrebbe il controllo delle fonti?), fanno insinuazioni di vario tipo (di cui, ovviamente, esistono le tracce sulla pagina).
Le conseguenze di una tale azione sul social hanno una forza dirompente. In un istante la reputazione e la stessa vita di una persona possono essere distrutte (non è questo il caso, sia chiaro, anche se forse l’intento era proprio quello).
Nascosti dietro al pc ci sentiamo tutti più forti, ci sentiamo in qualche modo tutelati dallo schermo che ci separa dal nostro o dai nostri interlocutori; quello che si sottovaluta è il pubblico che ci legge, che è invisibile, ma c’è ed è numerosissimo.
Quello che scriviamo, un insieme di sterili bit, è riproducibile altrove, è alla portata di tutti, ma soprattutto non si cancella. Questo dovrebbe farci prendere molto sul serio ciò che facciamo e le implicazioni di ciò che scriviamo e invece non sembra sia così.
La maggior parte di noi continua a non essere in grado di ripulire il linguaggio, moderare i toni o anche semplicemente decidere, se il caso lo richiede, di affrontare la questione in sedi diverse e più adeguate.
Il tema in questo caso è un dibattito sui vaccini e il curriculum dei relatori. In altre occasioni al centro della scena ci sono state adolescenti, giovani donne, che per le conseguenze di ciò che era stato pubblicato sui social sul loro conto hanno commesso gesti estremi.
Si tratta di casi molto diversi, me ne rendo conto, ma la modalità di attivazione della macchina del fango è la stessa.
Perché non riusciamo a renderci conto della gravità di tutto questo? Perché non riusciamo preventivamente a misurare il peso delle nostre parole e a pensare alle conseguenze che esse potrebbero avere?
Non ho un’idea chiara sui vaccini ma credo che se ne esistesse uno contro la violenza, sia essa fisica o verbale, e la chiusura mentale, il genere umano mi farebbe meno terrore.
Per concludere, tornando al tema al centro del dibattito, da madre estremamente preoccupata per la piega che ha preso la questione vaccini, io mi domando il perché di questa chiusura e di questa reazione violenta.
Mi chiedo se le persone coinvolte in questa vicenda si rendano conto che la chiusura preventiva non può fare altro che alimentare il dubbio di persone come me, che sono tantissime, e anche il sospetto.
Il dibattito serve proprio a questo: a chiarire, a indurre alla riflessione, ad aumentare la consapevolezza su un argomento…
Ed è proprio questo che noi auspichiamo e ci rammarichiamo che esistano ancora persone che nel 2017 pensano che esista una sola verità e vogliono imporla agli altri.
Anche utilizzando toni intimidatori (visto che è stato scritto che fino al 5 di ottobre non c’è ancora la sicurezza che l’evento si realizzi!). ElSa
Fango a parte, Ogniuno ha il diritto di pensarla come vuole. Però sarebbe bene non commentare a sproposito.
che ognuno abbia il diritto di pensarla come preferisce è pacifico e che abbia il diritto di poterlo esprimere anche. Quello che non è tollerabile è il clima velenoso di odio che è stato montato ad arte pretendendo con prepotenza che si desse uno ed un solo punto di vista su uno dei temi più importanti del momento, fino a dare del cialtrone e del fanfalucco a chi è stato invitato ad intervenire.
Queste persone nel loro integralismo pretendono di avere la verità in tasca, ma si sono screditate da sole non applicando il metodo scientifico di cui si ergono a paladine. Tutta questa tempesta di commenti parte da ipotesi false, basate su semplici illazioni non verificate. Risultato: se personalmente prima potevo ancora avere qualche dubbio, ora me lo hanno tolto completamente. Ciononostante assisterò al dibattito con curiosità e mente aperta, ascoltando con interesse tutti i relatori.
in questo triste momento storico anche molti di quelli che volgarmente e accanitamente difendono certe tesi, sempre con le stesse banali argomentazioni, vengono “pagati” per farlo! Questi poi fanno da “modello” per molti altri, che invece per essere volgari aspettano solo l’occasione giusta! In ogni discussione chi ha pochi argomenti si infervora e tira fuori la sua volgarità, pur di farsi ragione! Dobbiamo essere forti e pazienti, la calma e l’obiettività vincono sempre. Con uno sguardo ke mira più in alto guardiamo oltre e proseguiamo per la nostra strada, questi ostacoli erano previsti
Concordo con quanto ha scritto. Tutti hanno diritto di esprimere la proprie opinioni personali, ma i toni devono essere pacati, mai offensivi, utili al confronto. Purtroppo oggi la tolleranza e la buona educazione sono virtù rare
La sindrome di Oreti sta contagiando la società.Il vaccino della discussione e del rispetto non lo inietta più messuno
si potrebbe sapere il nome dello scienziato e dove , come e quando avrebbe dimostrato le sue tesi ?
Lo “scienziato” è Bellavite, uno che fa ricerche nel campo della omeopatia e noto per sostenere la correlazione autismo-vaccini.
Non ha mai dimostrato nulla.
A chi gli domanda evidenze non risponde o lo blocca.
Lo “scienziato” è Bellavite, un ex collega che fa ricerche nel campo della omeopatia e noto per sostenere la correlazione autismo-vaccini.
Non ha mai dimostrato nulla delle sue tesi.
A chi gli domanda evidenze non risponde o lo blocca.
Questo è il vostro esperto. Il “confronto” che proponete é un semplice insulto a noi medici.
Si può.essere contro il decreto Lorenzin, a mio avviso una pagliacciata.
Invitando un non esperto e un avvocato antivaccinista fate solo danni alla causa di chi veramente vuole una libertà di scelta rispetto all’obbligo.
Su questo grave episodio mi sono permesso di informare l’ordine dei medici e l’ordine degli avvocati.
Fare scienza non è quanto voi proponete.
La libertà di parola non è la libertà di raccontare bugie allarmiste.
“La motivazione è che, a detta dei detrattori, il relatore non rappresenta la scienza, non adotta un approccio scientifico nell’affrontare la questione vaccini di cui sa poco o nulla.
Ma perchè, mi chiedo, non farlo parlare? Perchè attaccarlo preventivamente? Perchè non lasciare che le persone possano giudicare se effettivamente si tratti di un impostore? Di cosa si ha paura?”
Possono venire a parlare anche io? Sono esperto di musica elettronica, ma non di vaccini… ma ho una parlantina mica male.
Se veramente lo scopo di questo incontro fosse stato chiarire i dubbi dei genitori all’incontro avreste chiamato solo persone che i vaccini li conoscono e li studiano, che sarebbero stati in grado di rispondere ai loro dubbi e paure esponendo in modo semplice ciò che la scienza ha studiato e provato.
Avete scelto di invitare un avvocato (che fi vaccini non ne sa nulla, perché non è il suo mestiere e non è materia che lui ha studiato), e un ex medico che sulla sua stessa pagina dice di non conoscere la materia (anzi afferma che ai suoi tempi non era neppure tra gli esami da dare per laurearsi in medicina). Che senso ha un dibattito del genere?
Sono un’esperta di isee, li studio ci lavoro tutti i giorni, se lei volesse capirne di più, se avesse delle perplessità, anche su come io glielo compilo, chiamerebbe a confrontarsi con me un altra persona che si occupa della materia e la studia ogni giorno proprio come me, o il pensionato che lo fa ogni anno ma non l’ha mai studiato, e si è sempre occupato di tutt’altro nella sua, magari anche onorevole, carriera?
Siete caduti nella trappola del false balance ed è chiaro che non ve ne rendete conto.
Le obiezioni dei *detrattori* non sono pregiudiziali ma fondate sull’oggettiva e pericolosa inconsistenza delle “tesi” di Bellavite: è chiaro che nemmeno di questo vi rendete conto.
“Perchè non lasciare che le persone possano giudicare se effettivamente si tratti di un impostore?”
ROTFL comitato scientifico popolare