Il 22 novembre 2008, a causa del crollo di una parte del controsoffitto dell’aula della 4a D dell’Istituto Darwin di Rivoli perdeva la vita Vito Scafidi, un ragazzo di 16 anni. Sedici furono i feriti dei quali uno sarebbe rimasto paralizzato per tutta la vita.
Nel ricordo di questo e di tutti gli altri tragici eventi avvenuti nelle scuole italiane il 22 novembre è stata istituita la giornata nazionale per la Sicurezza nelle Scuole, per ricordare coloro che sono “morti a scuola”, con l’obiettivo, in via principale, di “un’edilizia scolastica accurata” nel senso di costruzione di scuole sicure, della loro agibilità statica/sismica, di interventi di ristrutturazione e manutenzione ordinaria fatti ad arte.
In Italia, come nel nostro territorio, parte degli istituti scolastici sono ospitati in edifici vecchi e, in alcuni casi, originariamente destinati ad altri usi.
La classificazione sismica del territorio nazionale ha introdotto normative tecniche specifiche per le costruzioni di edifici in aree geografiche caratterizzate dal medesimo rischio sismico. È bene non dimenticare che Gorizia, in una scala che va da 1 a 4, è stata inserita nella “Zona 2 con pericolosità sismica media dove possono verificarsi forti terremoti” (Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274/2003, aggiornata con la Deliberazione della Giunta Regionale del Friuli Venezia Giulia n. 845 del 6 maggio 2010).
La prima domanda che ci si deve porre quando si parla di sicurezza di una scuola è quella relativa alla tenuta della struttura (conformità statico/sismica) e della idoneità della stessa all’uso cui è stata adibita, in particolare dal punto di vista igienico-sanitario. Ogni scuola, infatti, dovrebbe essere in possesso del certificato di agibilità relativo alla struttura edilizia che la ospita. Il problema è che proprio a causa dell’età di certi edifici e l’evoluzione normativa in materia, molte scuole non sono in regola. Ecco perchè occorre investire in interventi di nuova edilizia scolastica.
Altra certificazione importante è il C.P.I., ovvero il certificato prevenzione incendi, attestante la sussistenza dei requisiti di sicurezza antincendio.
Qual è lo stato delle strutture che ospitano le scuole a Gorizia? Le scuole sono munite del certificato di agibilità? Sono state fatte le verifiche antisimiche? Con quale esito? Le scuole sono provviste del certificato prevenzione incendi?
Dirigenti scolastici, per le scuole di propria competenza ed enti locali, rispettivamente U.T.I. Collio Alto Isontino per le scuole superiori e i rispettivi Comuni per le altre, sono tenuti a rispondere a questa domanda.
Ricordo che un genitore ha diritto di chiedere alle istituzione citate informazioni riguardanti lo stato di sicurezza della scuola, con particolare riguardo alla certificazione obbligatoria e agli adempimenti previsti dalla legge. Come è noto il diritto di accesso ai documenti amministrativi è regolato dalla Legge 241/90 e successive modifiche. Titolari del diritto di accesso sono tutti i soggetti interessati portatori di interessi diffusi che abbiano un interesse diretto, concreto e attuale corrispondente ad una situazione giuridica tutelata e connessa al documento in relazione al quale si richiede l’accesso, tra questi, appunto, i genitori, gli insegnanti, gli studenti maggiorenni, il personale non docente.
Un importante ruolo in un sistema improntato sulla sicurezza lo giocano ovviamente gli enti locali, che devono provvedere ad una idonea ed efficiente organizzazione di uffici e risorse a tal fine. A questo proposito, ci si chiede, per esempio, se nella attuale fase, difficile e complessa, di attuazione della riforma degli enti locali del Friuli Venezia Giulia, l’U.T.I. Collio Alto Isontino sia oggi adeguatamente organizzato per affrontare e gestire, nel modo migliore, tutti gli interventi edilizi e di ordinaria manutenzione relativi alle scuole superiori, una volta di competenza dell’ente Provincia.
Penso che per dare una risposta generale alle varie domande che ho posto e proprio per informare a principi e criteri di efficienza e sistematicità l’attività della pubblica amministrazione in questo delicato e complesso settore, sia necessario rivedere il Piano dell’edilizia scolastica del 2013, aggiornandolo con uno nuovo che funga anche da programma per pianificare tutti gli interventi necessari, quantificando e ricercando i necessari finanziamenti, ferma restando la puntuale realizzazione degli interventi già previsti e avviati. Stefano Cosolo.
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