Alcuni esponenti politici hanno avanzato la proposta di introdurre, quale sistema di tassazione del reddito, la cosiddetta flat tax.
La flat tax prevede l’applicazione di un’aliquota fissa e unica sui redditi, indipendentemente dal loro ammontare.
E’ del tutto evidente come questo tipo di tassazione avvantaggi i redditi più alti e produca una riduzione del gettito fiscale. Ad essa segue, quindi, inevitabilmente, o una riduzione dei servizi sociali o un aumento del deficit.
E’ un sistema di tassazione tipico del neoliberismo, che presuppone un intervento dello Stato molto limitato e riconosce ampio spazio all’iniziativa individuale.
Si pone, pertanto, in netta antitesi con quelli che sono gli obiettivi primari dei moderni Stati democratici.
L’art. 3 della Costituzione italiana recita testualmente: “E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Il principio di solidarietà non è, dunque, rimesso alla buona volontà dei singoli ma è codificato nel testo normativo fondamentale, al quale tutte le altre norme dell’ordinamento devono essere conformi.
Perfettamente coerente con questo assunto è il successivo art. 53 della Costituzione che così si esprime: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.
Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”.
Quindi, la flat tax si pone, senza ombra di dubbio, in contrasto con quanto affermato dalla Costituzione.
Progressività significa, infatti, che all’aumentare del reddito deve aumentare anche l’aliquota di tassazione perché chi più guadagna più deve contribuire alla spesa pubblica. Spesa pubblica che deve servire a “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale” che impediscono l’eguaglianza dei cittadini.
Come dicevo prima, non astratti principi filosofici ma norme giuridiche.
A sostegno della flat tax si dice che servirebbe a contrastare l’evasione fiscale perché, secondo alcuni, la causa dell’evasione fiscale risiederebbe nel livello troppo alto delle aliquote, che indurrebbe i contribuenti ad evadere per una sorta di legittima difesa.
Siamo sicuri che sia effettivamente così? Non è, forse, più vicino al vero riconoscere che l’evasione fiscale trae origine dal desiderio di massimizzare i profitti o, nel migliore dei casi, dall’insoddisfazione per come viene gestita la spesa pubblica?
Già queste brevi considerazioni indicano chiaramente come le conseguenze negative di tale sistema di imposizione fiscale siano pesantissime a fronte di vantaggi del tutto ipotetici.
Per concludere, un‘ultima annotazione: la flat tax è adottata in quasi tutti i paradisi fiscali.
Che sia soltanto un caso? SoSa
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