Quello che si cerca di fare delle parole del vescovo Radaelli è tipico dell’atteggiamento generale goriziano per cui, se di una cosa che riguarda i poteri forti non si può fare a meno di parlare, la politica migliore da adottare è quella che ci ha insegnato Manzoni col personaggio del conte zio.
Egli, volendo trasferire il coraggioso fra’ Cristoforo che si opponeva ai maneggi di don Rodrigo, suggerisce alle autorità ecclesiastiche non provvedimenti drastici e punitivi ma di “sopire, troncare, troncare, sopire” e, nel clima di generale indifferenza, lasciare che le cose si sgonfino da sé.
Ma invece le parole del vescovo non si prestano ad essere sopite e suonano come una sveglia sia per la comunità dei credenti, sia per la politica. Lungi dal voler strumentalizzare le parole di Radaelli, non vi è dubbio che dopo la visita in galleria egli affermi che
1) è necessario dare una sistemazione a chi dorme per terra in previsione dell’emergenza freddo
2) che tale ricovero si intende esteso anche agli italiani in difficoltà
3) che il comune ospita un numero consistente di richiedenti asilo, ma essi sono a carico di strutture religiose, non comunali, dunque il sindaco non ha in carico nessuno e invece introietta il denaro che l’Europa e la regione mettono a disposizione di chi accoglie (145.000 euro durante il mandato Romoli, andato a finanziare progetti per disoccupati italiani e 51.000 euro in capo alla giunta Ziberna, che li vuole impegnare per futuribili corsi di lingua
4) che la politica non può cavalcare l’irrazionalità, la pancia della gente, i proclami irrealizzabili come i piani Marshall o gli interventi in Europa, né può men che meno pensare di fermare il fenomeno migratorio, quindi deve agire con efficacia, pena il fatto di essere disarcionata quando i cittadini si accorgeranno che parla a vanvera senza nulla concludere.
Radaelli richiama politica e cattolici ad un impegno costante su questi temi, senza demagogia, coordinando gli sforzi e risolvendo i problemi.
Dunque oltre alle forze politiche di centro sinistra, ai volontari (finalmente ringraziati da qualcuno), l’Ordine dei Medici, decine di associazioni che hanno firmato la lettera dei volontari, ora si aggiunge il vescovo a chiedere di intervenire.
Lo si ascolterà e si agirà per tenere unita la comunità goriziana o si deciderà di accentuare la divisione che già esiste in città? adg
Foto: Francesco Gonin [Public domain], via Wikimedia Commons
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