Il 28 luglio 2010 a New York, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che riconosce l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari tra i diritti umani fondamentali. La storica risoluzione, su mozione presentata da Evo Morales Ayma, Presidente della Bolivia, e da una trentina di altri paesi, sancisce che “l’acqua potabile e i servizi igienico-sanitari sono un diritto umano essenziale per il pieno godimento del diritto alla vita e di tutti gli altri diritti umani”.
L’accesso all’acqua potabile, dal 2010, è dunque entrato a far parte ufficialmente della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo quale diritto inviolabile dell’uomo, essendo universalmente riconosciuto che l’acqua è una risorsa vitale e indispensabile per il pieno godimento di tutti gli altri diritti.
La Costituzione italiana, all’articolo 2, sancisce che “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo”. A questo patto si richiama, inevitabilmente, anche lo Statuto comunale dove prevede che il Comune garantisce a chi si trova sul suo territorio pari dignità e contribuisce a creare le condizioni perché il rispetto dei diritti fondamentali della persona umana sia effettivo.
Possiamo dire che a Gorizia oggi, mese di novembre 2017, l’acqua e i servizi igienici sono assicurati a tutti? Il Comune ha provveduto, per esempio, a fornire acqua potabile e servizi igienici alle persone che si trovano a Gorizia per presentare l’istanza di asilo politico alla locale Commissione territoriale? È rispettato il fondamentale diritto umano dell’accesso all’acqua a tutte le persone presenti nel territorio di Gorizia?
La risposta a queste domande è nota e sotto gli occhi di tutti, ogni giorno, ogni notte, da mesi.
Una riflessione. L’acqua è fondamentale per la nostra vita ma quando si ha la fortuna di averla subito, potabile, calda quando occorre e in abbondanza con la semplice apertura di un rubinetto non si ha coscienza della sua importanza e del suo valore, del dramma che vivono coloro che non ne dispongono in modo appropriato e sufficiente per dissetarsi e per le altre esigenze personali.
Lo sa bene quella fontanella incolpevole di Piazza Vittoria, simbolo, suo malgrado, sia quando era funzionante sia oggi che è stata chiusa, di un’umanità negata, di una comunità piccola e meschina. Stefano Cosolo
A Gorizia l’acqua la staccano anche a famiglie con bambini piccoli. In nome del Dio denaro non guardano in faccia a nessuno. Che se lo portino nella tomba il loro “sporco” denaro !
È vero . E non solo a Gorizia. In Italia la legge non prevede un quantitarivo minimo quotidiano per chi ha difficoltà economiche, violando così sistematicamente i diritti umani. La vicina Slovenia ha recentemente inserito in Costituzione questo diritto!