La tavolozza si è scurita, il segno si è fatto più vibrante. Chi conosce il lavoro di Marina Legovini può rimanere positivamente turbato dalle sue opere più recenti.
La natura, sempre al centro degli interessi della pittrice, ha perso la propria serenità per accogliere il turbamento e farsi portavoce del groviglio interiore che anima tutti noi.
Anche l’autrice, che forse con i lavori esposti da sabato 28 ottobre alla Galleria LegAntiqua, è giunta a una maggiore sincerità, decidendo di liberare le più intime paure, ansie e preoccupazioni senza che questo vada a scapito della poesia delle piccole cose.
Come il nido che una merla ha pazientemente intessuto sul suo terrazzo e che lei ha ritratto in diverse fasi, aprendolo nell’azzurro terso del cielo con un pensiero a chi abbandona il proprio, di nido, per fuggire da guerre e povertà alla ricerca di un suo personale angolo di cielo.
Ma è soprattutto la laguna di Grado la protagonista di “Vento d’autunno. Visioni di Marina Legovini”, con il mare agitato, attraversato da nugoli di gabbiani in fuga dall’imminente tempesta. E quindi colori che, insolitamente per la tavolozza di Marina, si scuriscono prendendo mille sfumature, con rimandi alla grafica giapponese di Hokusai soprattutto nelle carte dedicate ai rami in fiore, dove il segno torna a farsi preciso.
E poi le grandi opere dedicate ai giardini, a quello Viatori in primis: luogo di ristoro dell’anima, di ripristino della poesia dove la riflessione cromatica si fa più intensa. L’esposizione, che resterà aperta fino al 26 novembre, (da lunedì a sabato dalle 9 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30) sarà affiancata da un calendario di visite guidate e incontri di approfondimento della tecnica dell’acquarello tenute dalla stessa artista. Eliana Mogorovich.
Sempre bellissimi questi post sull’Arte.
Trasmettono emozioni e inducono alla riflessione con un linguaggio elegante e raffinato.
Traggono origine da una manifestazione artistica e ne sono il naturale, indispensabile, complemento.
Davvero complimenti a chi li scrive.
Anche per me sono una boccata di aria fresca, la prova che questa città non ci riserva solo brutture.
Ma soprattutto è evidente che chi li scrive, oltre a sentire, sa.