Spero sia nota a tutti l’importanza di mantenere il Tribunale a Gorizia e di mantenerlo in grado di funzionare in modo efficiente e preciso.
A questo proposito riporto le parole dell’attuale Presidente in una recente intervista apparsa su un quotidiano locale, che ben riassumono il concetto: “magistrati, avvocati, politici, cittadini devono intendere la giustizia come un’impresa sulla quale è vantaggioso investire, se la giustizia funziona, in particolare nel civile, significa che il denaro costa meno, che gli imprenditori sono incentivati a investire e quindi anche l’economia ne trae beneficio”.
Mi permetto di aggiungere e sottolineare l’indotto che crea la presenza di un tribunale, il richiamo ogni giorno in città di tantissime persone (avvocati, testimoni, polizia giudiziaria, dipendenti, ecc.) e l’importanza del presidio di giustizia come riferimento, in particolare per i cittadini del circondario, per innumerevoli pratiche burocratiche necessarie nei vari settori delle attività e della vita delle persone.
Fatta questa premessa, faccio un passo indietro nel tempo. Correvano gli anni 2012 e 2013 quando, nell’assoluto silenzio e indifferenza dei politici goriziani (locali, regionali e rappresentanti in parlamento) lo Stato metteva mano alla geografia giudiziaria con il d. lgs. n. 155/2012.
A nulla valse l’enorme e meritevole impegno di parti della società civile, in particolare del presidente dell’Ordine degli avvocati, Silvano Gaggioli, e della allora associazione Essere Cittadini che presiedevo. Il primo si spese con innumerevoli incontri, conferenze, comunicati stampa e la raccolta di 5.842 firme, la seconda inviando una petizione, ex art. 50 Costituzione, alle due Camere del Parlamento.
In breve l’allora vicenda che avrebbe poi segnato il futuro e il destino del Tribunale di Gorizia. Il legislatore nazionale, nell’ambito di una razionalizzazione della geografia giudiziaria della Regione FVG, aveva inizialmente previsto un riequilibrio del territorio e dei bacini di utenza dell’intero Distretto della Corte di Appello di Trieste, con un ampliamento della circoscrizione del tribunale di Gorizia che avrebbe incorporato le zone di Palmanova e Cervignano, così portando il bacino d’utenza a circa 250.000 abitanti (come Trieste), poco togliendo a Udine che, comunque, avrebbe avuto il Tribunale con il territorio più vasto e la popolazione più numerosa della Regione.
L’ampliamento del bacino di utenza sarebbe stata la condizione necessaria per poter aspirare ad un incremento sostanziale del numero dei giudici e scongiurare l’accorpamento di talune sezioni del Tribunale ad altri se non, addirittura, la chiusura dello stesso.
Testo originario che, come è noto, fu prontamente modificato con un blitz dei politici friulani, a cui non corrispose un altrettanto forte e tenace presa di posizione di quelli goriziani. Risultato: il testo originario venne modificato, riportando la circoscrizione di competenza del Tribunale di Gorizia alla precedente, limitata, dimensione.
Di oggi la notizia, apparsa sulla stampa locale, ma la legge “delega al Governo per la riforma delle discipline della crisi di impresa e dell’insolvenza” è la n. 155 del 19 ottobre 2017, che il Tribunale di Gorizia perderà il suo primo pezzo importante, la sezione fallimentare, che verrà accorpata al Tribunale di Udine.
Nella delega è inequivocabile il riferimento del Governo, per l’individuazione dei tribunali competenti, tra quelli esistenti, alla trattazione della materia fallimentare (“procedura di liquidazione giudiziaria dei beni” in base alla nuova legge), a criteri oggettivi e omogenei basati su indicatori quali il numero dei giudici professionali previsti nella pianta organica di ciascun tribunale, il numero delle procedure concorsuali sopravvenute nel corso degli ultimi cinque anni e quelle definite nello stesso arco di tempo, nonché la loro durata e il rapporto tra questi numeri e il dato medio nazionale, il numero delle imprese iscritte nel registro delle imprese, la popolazione residente nel territorio compreso nel circondario del tribunale.
È facilmente immaginabile che il bacino di utenza di 250.000 abitanti e il territorio più vasto comprendente la zona della Bassa Friulana, avrebbero messo “al sicuro” questa sezione del Tribunale, come tutte le altre, così come l’intero presidio. Ma, si sa, la lungimiranza in politica, soprattutto dalle nostre parti, è virtù rara, se non sconosciuta.
Oggi leggo sulla stampa locale della diatriba sull’accorpamento della sezione di Gorizia al Tribunale di Udine piuttosto che a quello di Trieste e le dichiarazioni dell’attuale Sindaco (nel 2013 consigliere regionale) a fronte di questo “annunciato” taglio delle competenze del Tribunale di Gorizia.
Sinceramente mi viene da pensare che “la stalla ormai è stata aperta e i buoi sono scappati”. Voglio comunque sperare in una, seppure tardiva, reazione: vedremo presto se la politica goriziana, tutta da destra a sinistra passando per il centro, il m5s e le liste civiche, si attiverà e in che modo. Stefano Cosolo
Rispondi