L’occasione per ribadirlo è stata la proposta di deliberazione in Consiglio comunale per l’approvazione del Piano attuativo comunale di iniziativa privata denominato “EXC – Variante al P.A.C. Ex-Comar” in variante al P.R.P.C. di iniziativa privata di via Trieste approvato dallo stesso Consiglio con una delibera del 2008, iscritta all’ordine del giorno del Consiglio comunale di mercoledì 29 novembre.
Si tratta dell’ennesima “eredità” (ricordiamo solo la famosa variante 36 del 2012 che ha di fatto aperto la strada al progetto industriale Three Shades of green, sempre in via Trieste in mezzo alle abitazioni dei quartieri di Sant’Anna e Sant’Andrea) ricevuta dalle precedenti amministrazioni di centro destra legate ad un’idea di città come territorio da occupare con poli commerciali, insomma una visione fondata sullo “shopping diffuso” ovvero sul consumo, che prende come modello il centro commerciale, come ben si evince a leggere le direttive politiche per un’altra variante, la 41.
Un’idea questa che oggi, per fortuna, è osteggiata in modo trasversale da più parti politiche e sociali, apparendo manifestamente antiquata, inutile e addirittura controproducente per l’economia di Gorizia e, in definitiva, per la qualità della vita dei suoi abitanti.
Con questa proposta di deliberazione, il Consiglio comunale era chiamato ad approvare la variante urbanistica di attuazione di un Piano già approvato nel 2008, riguardante l’area posta tra le vie Trieste e Duca d’Aosta in quanto, lo stesso, prevede trasformazioni consistenti dell’assetto urbano che non possono essere normate attraverso il semplice progetto ovvero con il permesso di costruire ma necessitano, appunto di una variante urbanistica, atto politico di competenza conisigliare.
Precisamente in un’area di 5.554 mq è prevista, per una discreta e ampia quota, un lotto edificabile da destinare in parte ad uso residenziale e, in parte, ad attività commerciali e di servizio alle persone e alle imprese. Insomma ancora uffici, appartamenti e, soprattutto ancora esercizi commerciali in una zona ormai satura, con la presenza già di numerosi supermercati e di complessi abitativi anche recenti semivuoti. La restante parte dell’area destinata alla viabilità (strade di accesso e uscita), parcheggi e ad una piccola quota di verde pubblico.
A chi giova un altro esercizio della media grande distribuzione? Ai cittadini goriziani? Ai commercianti goriziani, quelli rimasti che si sentono sempre più schiacciati da una concorrenza divenuta ormai insostenibile?
Il consigliere della lista civica Forum Gorizia, Andrea Picco, ha denunciato con il suo intervento nella discussione in aula, questo ennesima speculazione in una zona dove già abbondano gli esercizi commerciali e gli edifici destinati ad uso abitativo, molti dei quali attualmente disabitati. Un Piano attuativo questo che, poi, se approvato, con le cubature proposte, metterebbe addirittura a disposizione 1500 mq. per un solo esercizio commerciale. Non solo, esso aprirebbe poi le porte alla “famigerata” annunciata e già votata nella precedente amministrazione, “Variante 41”, con la quale si prevedono altri poli commerciali e annesse strutture viarie: nel caso specifico il combinato disposto delle due varianti, tra l’altro, porterebbe alla realizzazione di una rotonda tra le vie Duca D’Aosta e Fratelli di Manzano (a pochi metri dalle due rotonde già esistenti).
Sulla stessa linea del Forum molti altri consiglieri, anche della maggioranza, in particolare della lega Nord, che hanno rimarcato l’assoluta insostenibilità per Gorizia e la sua economia, della realizzazione di altre zone commerciali, laddove invece va ripopolato il centro storico, incentivati i luoghi che favoriscono le relazioni, piuttosto che l’alienazione delle persone, aumentati gli spazi pubblici verdi, curati e promossi il paesaggio e il patrimonio storico artistico.
A fronte di questo sentire del Consiglio comunale, organo rappresentativo dei cittadini, è apparsa, quantomeno, strana, l’insistenza dell’Assessore Pettarin affinchè la proposta di delibera sia messa subito al voto, proposta che, se accolta, avrebbe di fatto, per l’ennesima volta, ridotto la funzione politica del consiglio comunale a mero organo di ratifica di decisioni presa da altri e, oltretutto in precedenti amministrazioni.
Accolte per fortuna, per ora, le osservazioni critiche del Forum e della Lega in particolare, per cui approvazione della proposta di deliberazioni rinviata ad altra seduta del Consiglio, e rinvio della stessa alla commissione consigliare competente.
Funzione politica del Consiglio comunale una volta tanto rispettata e protagonista? Per questa volta, almeno in parte, si. Aspettiamo però le prossime “puntate” per vedere come va a finire! Stefano Cosolo
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