Uno dei fenomeni a cui assistiamo sempre più frequentemente è l’assenza di una strategia quando si realizzano progetti di vario tipo. Si fanno perché si devono fare senza chiedersi quale sia l’obiettivo da perseguire nel medio lungo raggio.
Noto con dispiacere che questa disfunzione colpisce soprattutto il settore del commercio e più in generale quello del turismo, una carta che Gorizia vorrebbe giocarsi, anche se sembra non saperlo fare con astuzia.
In occasione dell’ultima seduta del Consiglio Comunale il Consigliere Fabio Gentile ha denunciato la pessima qualità delle bancarelle presenti alla Fiera di Sant’Andrea e credo nessuno (nemmeno noi) possa dargli torto.
Un inesorabile abbassamento di qualità si sta registrando, ahimè, anche a Gusti di Frontiera. La manifestazione, complice il successo ottenuto negli anni, si è ingrandita a dismisura a scapito della qualità dei prodotti proposti.
Il Comune, in questo caso, deve solo allocare spazi ed esigere la tassa di occupazione del suolo pubblico oppure ha l’onere di fare una sorta di selezione? Beh, io credo che ormai, essendo la manifestazione entrata in una fase matura, non possa esimersi dal fare una selezione in ingresso, pena l’implosione della kermesse, cosa peraltro già successa proprio nella nostra Regione con manifestazioni simili.
Altro tema affrontato in Consiglio (consigliere Piscopo) è stata Let’s go, un’applicazione realizzata da poco, costata credo un bel po’ ma che risulta povera di contenuti. Come ha evidenziato lo stesso Assessore al Commercio Roberto Sartori, è come avere un’Aston Martin e tenerla parcheggiata in garage.
Qual è il problema? Anche in questo caso l’assenza di una pianificazione sensata. L’applicazione è carina, ma non basta. Con il budget disponibile bisognava non solo coprire i costi per la realizzazione della stessa, ma anche per il suo aggiornamento (una convenzione con l’Università, no?), ma soprattutto la sua pubblicizzazione. Non è ammissibile che un’applicazione del genere, con le potenzialità che ha, abbia registrato meno di un migliaio di download.
Ma torniamo al commercio cittadino… Un progetto strategico servirebbe anche per quanto riguarda il centro storico. Il bello è che non c’è da inventarsi nulla, basterebbe andare a “copiare” le pratiche migliori adottate da altre realtà italiane, ad esempio quella di Siena.
Proprio perché i tempi per il commercio non sono rosei, per evitare un depauperamento complessivo del tessuto commerciale cittadino, il Comune di Siena, per incentivare la creazione di nuove attività nell’ambito delle azioni volte a rivitalizzare il Centro Storico, ha predisposto un regolamento per disciplinare la concessione di agevolazioni fiscali e tributarie a soggetti che intendano realizzare attività imprenditoriali di specifica tipologia, con sede operativa situata nel centro storico del Comune.
Le attività riconosciute ai fini della concessione dei benefici sono, ad esempio, artigianato, fornitura di servizi destinati alla fruizione di beni culturali, della mobilità sostenibile e dell’ambiente, commercio al dettaglio di prodotti certificati biologici, DOP e IGP del settore agroalimentare toscano…
Per quanto concerne le agevolazioni, sono l’esenzione dal tributo dovuto per il servizio rifiuti (TARI), l’esenzione dal Canone di Occupazione di suolo pubblico (COSAP), l’esenzione dall’Imposta Comunale sulla pubblicità e dal Diritto sulle Pubbliche Affissioni.
Noi pensiamo che molto si possa fare anche con i proprietari dei negozi sfitti, in modo che possano venire occupati a canoni agevolati.
Ma torniamo sempre al punto di partenza: c’è una strategia? Si ha un’idea di come si vorrebbe Gorizia nel prossimo futuro?
A sentire i commercianti e a considerare le decisioni prese dalla Giunta Comunale sull’apertura di un ennesimo polo commerciale a Gorizia (in cui ovviamente si ritroveranno le solite catene monomarca, sempre che venga occupato e non vada a costituire l’ennesima cattedrale del deserto), sembra che la risposta sia no.
Un gran peccato per Gorizia, che merita molto, molto di più. ElSa
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