Il sindaco con l’assessore Oreti hanno tempo fa censurato la mostra degli artisti che, tra le installazioni, avevano previsto un muro che rappresentava le divisioni ancora serpeggianti in città. Offendeva la gente, è stato detto, perchè ricordava incomprensioni che invece da anni sono state superate; non riconosceva gli sforzi fatti dalla politica per unire le due città, sforzi culminati con l’istituzione del GECT che rafforza la collaborazione transfrontaliera.
Dunque se il muro offende, perchè ci dovrebbe andare bene la rete di galleria Bombi? La rete è simbolo della divisione, dell’apaharteid, dei campi di concentramento, della guerra fredda, della mancata integrazione, tutti aspetti che fanno venire in mente un passato che la città non vuole più rivivere: soprattutto questa città dove è stato impedito ad una minoranza di poter vivere in pace e dove è stata liquidata l’intera comunità ebraica. La rete della galleria non ha senso se non quello di dividere due parti di Gorizia, dire che la città è inospitale, offrire un’immagine di chiusura da anni ’50.
Insomma io e molti altri ci sentiamo offesi. Vuole dunque il sindaco rimuovere quello sconcio, oppure l’ascolto della sensibilità della cittadinanza è a senso unico? Cioè o la pensi e senti come la maggioranza o non conti nulla? Perchè se si pensa così, allora capisco perchè il simbolo della città sia la rete, come ai tempi in cui i treni arrivavano in orario. adg
Le macerie dell’impianto di risalita sopra, la galleria Bombi chiusa sotto e il Colle del Castello, simbolo della città, diviene anche il simbolo della sua decadenza, spirituale e materiale.