L’anno nuovo porta molteplici preoccupazioni. Tra esse la rapida e pericolosa evoluzione delle politiche europee verso una frammentazione ispirata al nazionalismo e al razzismo. Basti pensare al cosiddetto cartello di Visegrad che unì nel 1991 Polonia, Ungheria e l’allora Cecoslovacchia nel desiderio di bussare insieme ed essere accolti dall’Unione Europea. Adesso i due primi Paesi, ai quali si è aggiunta recentemente l’Austria, agitano con forza la bandiera dell’antieuropeismo, procedendo da una posizione autarchica e fondamentalmente anacronistica.
Ė evidente che l’orientamento dell’umanità, nonostante frequenti frenate e crisi di rigetto, va verso una progressiva e sistematica unificazione nel rispetto delle diversità e le attuali migrazioni che coinvolgono dopo tanto tempo anche l’Europa non sono altro che una delle possibili forme di una globalizzazione probabilmente irreversibile.
Proprio per questo la crescita numerica dei reazionari che si oppongono a questo inevitabile percorso non soltanto preoccupa per la stabilità dell’Unione già minata da molti altri fattori, ma mette in discussione anche la pace mondiale. Solo politiche di accoglienza e di reciproca integrazione potranno portare a una nuova identità dell’ormai superata antica Europa dei popoli e delle nazioni. Opporsi a tale processo significa andare contro la storia è provocare inutili e incontrollabili conflitti.
Occorre scegliere tra l’innalzamento di mura che saranno travolte da folle affamate e terrorizzate dalle guerre e la decisa riconversione della concezione del lavoro, della cultura e dell’ambiente a favore di un europeismo e di un mondialismo che sono nel cuore e nella mente dell’homo sapiens dell’era del Villaggio Globale.
Con tutto rispetto dei cavernicoli, chi si oppone a questo percorso vuole di fatto riportare l’umanità all’epoca dei clan familiari e delle tribù isolate, cancellando con un colpo di spugna le conquiste storiche sancite – si sperava una volta per tutte – 80 anni fa con la Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo. AB
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