… è uno sbaglio non votare insieme alle Politiche e alle Regionali. Lazio e Lombardia faranno l’election day, il Friuli Venezia Giulia no, gettando così in fumo qualche milione di euro fondamentalmente per consentire a qualche trombato del 4 marzo di riproporsi alla fine di aprile. Anche perché gli schieramenti sono chiari e anche di fatto – salvo clamorose sorprese – gli umori degli elettori e soprattutto dei probabilmente tanti non elettori.
La tentazione dell’astensione in effetti è forte, di fronte a una serie di proposte che non soddisfano. L’elettorato moderato di destra si trova imbarazzato di fronte all’estremismo xenofobo e nostalgico del fascismo degli schieramenti tradizionali, il centrismo renzista è in caduta libera grazie all’insopportabile e ormai patetica arroganza dell’ex premier e dei suoi scudieri, la sinistra si trova come al solito divisa tra un manipoli di “duri e puri” sopravvissuti a decine di tentativi di rilancio e un più numeroso gruppo di politici anch’essi a loro volta sostenuti da ottime ragioni ideali oppure da più prosaici tentativi di riciclaggio.
Che fare allora? Tornando al “secondo me” iniziale, in un tempo di rapidissima evoluzione del quadro politico e culturale, a livello nazionale e regionale, astenersi dal voto e dalla partecipazione è comunque un deresponsabilizzarci, lasciando ad altri il compito di decidere sulle nostre teste.
Non si può neppure scegliere il male minore, perché la scelta del male è sempre immorale. Ė necessario dunque decidere, ovvero stare da una parte e staccarsi dall’altra, alla ricerca del bene maggiore. Ed esso dipende dai programmi, dal realistico giudizio sulla possibilità di incidere e naturalmente dalla persone che saranno proposte per incarnarli.
Per questo – sempre “secondo me” – il bene maggiore ė oggi rappresentato da Liberi e Uguali, partito del quale non mi piacciono né il leader (che non è certo uomo di sinistra) né il nome (certo che vorrei tutti liberi, ma non certo tutti uguali!), ma che mi sembra portare avanti idee e proposte condivisibili quanto quelle del “potere al popolo”, ma con una più evidente possibilità di rappresentare una sinistra unita in un Parlamento o in un Consiglio Regionale. Davvero un peccato non presentare una Sinistra tutta unita agli elettori!
Oltre a ciò, se alla Camera dei Deputati il partito avrà il coraggio di non presentare vecchie glorie della politica, ma persone fresche e innovative come ad esempio Serena Pellegrino, allora il “secondo me” sarà più convinto e più deciso.
Tutto ciò per aprire un dibattito, forse scomodo ma – “secondo me” – oltremodo necessario. AB
Secondo me, “Liberi e uguali” riusciranno a compiere, a livello nazionale, la stessa impresa, che Sergio Cofferati è riuscito a compiere nelle ultime elezioni regionali in Liguria.
MB