Oggi ho scoperto che a Gorizia esiste un comitato anti-movida notturna. Che è tipo come aprire una sede del CAI a Ibiza.
Questa battuta, scritta giorni fa da un mio conoscente su Facebook, mi ha fatto ridere di brutto. Il mio sorriso, però, ha avuto durata breve perché poco dopo ho letto sul Piccolo un articolo su un locale che frequento spesso.
Si tratta del Cafè La Chance, di via Garibaldi, e il motivo per cui mi ci reco spesso, al di là della sua ottima posizione in centro città, in una zona pedonale (sì, per me tutti i centri storici dovrebbero essere pedonali), è per l’energia, la professionalità e l’entusiasmo del suo titolare e di tutte le persone che ci lavorano.
Proprio il titolare, Desmond Cache, attraverso le pagine del quotidiano locale, denuncia la situazione spiacevole che subisce ormai da tempo: un eccesso di zelo da parte delle forze dell’ordine che hanno effettuato più di 150 controlli in un anno all’interno del suo locale, provocando anche un disagio nei confronti degli avventori. Ai controlli, inoltre, si aggiungono altrettanti esposti e una denuncia penale, tanto che ormai Desmond è costretto ad accantonare parte di ciò che guadagna onestamente per far fronte alle spese legali.
Uno potrebbe pensare a chissà quali crimini avvengano all’interno del locale, invece di tratta sempre dall’annoso problema degli “schiamazzi”, volutamente virgolettati perché a Gorizia anche uno starnuto potrebbe essere annoverato tra gli elementi di disturbo della quiete pubblica.
E’ così che si vuole incentivare gli imprenditori a investire a Gorizia? E’ questo l’appeal, parola tanto cara al Sindaco, che Gorizia è in grado di offrire? Ma come si può pensare che una persona si accolli il rischio di impresa se poi, invece di aiutalo, gli si taglia le gambe?
Da cittadina inoltre mi chiedo se si tratti di accanimento, se questo comportamento venga riservato a tutti i pubblici esercizi e chiedo al Sindaco quale sia la sua visione di centro cittadino.
Forse un deserto di cui ci si ricorda solo a Natale quando si tratta di agghindarlo con una quantità spropositata di luminarie che ci costano una fortuna?
Perché, se così fosse, ricordo che non bastano le luci e il clima natalizio per incentivare le persone a uscire di casa e a spendere (anzi investire) i propri soldi nei negozi del centro, serve VITA, quella che da troppi anni manca a Gorizia. ElSa.
Sono senza parole…conoscendo la serietà e la professionalità di Des mi dispiace ancora di più…è incredibile a quanto l’ottusita’e la vecchiaia di questa nostra piccola città riesca ad arrivare…la vogliono spegnere e mancano di rispetto ad imprenditori ed a noi clienti…pazzesco. rests l’amarezza. Des..siamo con te..coraggio!
Conosco personalmente Des da molti anni ed è una persona volenterosa e seria, per non tire più che corretta. Mi dispiace davvero per questa situazione di pura aggressione ad una persona che fa semplicemente il suo lavoro. Des siamo con te.
È una notizia perlomeno sconcertante. E lo dico da antagonista convinto rispetto a qualsiasi ideologia, tanto è vero che mi vanto di non appartanere ad alcuna scuderia. Se fosse vero ciò che temo e che si può desumere da questo pezzo, ci sarebbe da farsi cadere le braccia dalla rassegnazione. A ‘sto punto è lecito aspettarsi che un esercizio commerciale sia sottoposto o meno a verifiche in funzione del livello di empatia che ha stabilito o potrebbe stabilire nei confronti dei controllori. Anche questa è discriminazione.
Forse esprimo un concetto già espresso in passato, ma una citta coi trascorsi e la posizione geografica di Gorizia non può permettersi di chiudersi in sé stessa fino a questo punto. Dirò di più, dovrebbero essere proprio i suoi trascorsi e il suo essere città “bipolare” a farne una città aperta, che richiami tanti turisti – e nel caso di Gorizia sì che si tratterebbe di turisti di qualità – ma che sia anche disposta ad accoglierli e ad accoglierne, mettiamola così, gli effetti collaterali. La VITA, così come immaginata dall’autrice dell’articolo, se controllata e disciplinata con discrezione ma pure con decisione, porta più benefici che il DESERTO in cui purtroppo Gorizia pare si stia trasformando. Se io me ne sono innamorato un paio di mesi fa sebbene fosse già nelle condizioni che voi stessi illustrate, figurarsi quale fascino eserciterebbe se chi di dovere ne avesse una visione diversa da quella attuale e la amministrasse, semplicemente, con la mente aperta.
non e’ solo ed esclusivamente colpa dei vecchi intolleranti ( anche ) – lamaggior parte delle volte e’ la concorrenza che chiama
Signori, sono stufa di sentire dire e ridire che gli schiamazzi non ci siano e non parlo solo di via Garibaldi e non è colpa (spesso) dei gestori dei locali, ma della MALEDUCAZIONE e MANCA DI RISPETTO dei cosiddetti “avventori”. Voi vivete in centro? Di mattina vi trovate le pozze di vomito, lattine, bottiglie di birre sotto casa? Alle 3 di mattina venite svegliati dai clacson, perché ovviamente ci si deve salutare e chissenefrega di tutto il resto del mondo?
Basta con questo atteggiamento da “voglio ma non posso”: Gorizia è una relatà piccola e va curata per quella che è, non trasformata in qualcosa che non è, quindi movida, musica a tutto volume, gente che urla in piana notte ok, ma spostatela in luoghi nei quali non dia fastidio e non rovini la faccia della città.
Un esempio: (dis)gusti di frontiera è un’aberrazione che imbruttisce la città e la fa ricordare solo come luoogo di un’enorme sagra a cielo aperto e senza regole, mentre Gorizia è ben altro e quello che va sottolineato, se non la si vuole violentare, è il lato culturale e artistico.
Tranauilla signora che Gorizia non se la ricorda nessuno, tutti i giovani se ne andranno appena potranno … e come dargli torto? non c’è nulla qui per loro e quel poco che c’è dà fastidio. A quel punto avrete una città pulita, silenziosa e MORTA!