In un periodo così conflittuale della vita di Gorizia, in cui sembrano ritornare le battaglie di 70 anni fa, poiché si lascia libero campo a chi, pur avendo giurato sulla Costituzione, si abbandona a gesti neo fascisti (saluti romani che rivendica, inni dei marò, partecipazione a convegni di forze politiche neo fasciste) cosa dovrebbe fare il sindaco? Riportare la calma, richiamare i pierini disubbidienti, richiamandosi al suo ruolo super partes e a quei valori che sono stati ribaditi da Sergio Mattarella in modo inequivocabile: il fascismo è politica da condannare senza se e senza ma.
Invece Ziberna si prepara al Giorno del Ricordo in modo poco equilibrato. In un commento recente, accusando ovviamente la malvagità di chi non la pensa come lui, afferma che alcuni facinorosi vogliono nascondere il numero delle vittime delle foibe che, in modo incontrovertibile, assommano a 10.000 persone. Ora il numero di 10.000/25.000 vittime è assolutamente falso.
Di queste cifre si parlava subito dopo la guerra, assommando anche coloro che erano morti in combattimento o dispersi ed erano numeri fatte non da storici, ma da appartenenti a organizzazioni politiche. A partire dagli anni ’90 studi seri, fatti da studiosi che Ziberna dovrebbe conoscere, come Raoul Pupo, Roberto Spazzali e Marina Cattaruzza hanno dimostrato che per le foibe del ’43 in Istria possiamo parlare di 500 o 600 persone, mentre per quelle del ’45 di 4.000/5.000 vittime.
Dunque perchè diffondere notizie senza fondamento? Perchè accreditare la propaganda e non la storia? Perchè rendere Forza Italia la succursale della Lega Nazionale? Qualche esponente più riflessivo di quel partito sarebbe ora che dicesse qualcosa. adg
E’ sempre stato particolarmente indisponente il fatto che Ziberna s’inalberi in modo aggressivo ogniqualvolta qualcuno si permetta di commentare, contestare, correggere ciò che lui afferma riguardo a profughi istriani e morti nelle foibe. Per costui c’è subito pronta l’accusa di “revisionista” o “riduzionista”, senza entrare nel merito degli argomenti o delle fonti a sostegno dell’obiezione. E’ inaccettabile, se non altro perché contrasta con la sacrosanta libertà di ricerca e anche d’informazione che non possono essere subordinate ad una “verità rivelata”, senza contare che il lavoro degli storici è per definizione aperto al documentato aggiornamento. Purtroppo tutto ciò assomiglia molto alla legge che stanno approvando in questi giorni in Polonia e che prevede responsabilità penali nei confronti di chi affermi che cittadini polacchi o la Polonia abbiano qualche responsabilità nella Shoah. E’ grottesco e intimidatorio nei confronti di qualunque persona libera e di chiunque voglia fare ricerca seria o abbia semplicemente ricordi o informazioni che a questo punto possono esporlo ad un’accusa di reato.