Una delle pagine più orribili della truce storia del nazifascismo in Italia venne scritta il 12 agosto del 1944, in un villaggio sperduto tra le valli e i castagneti delle Alpi Apuane, Sant’Anna di Stazzema, in provincia di Lucca.
(http://www.santannadistazzema.org/sezioni/IL%20PAESE/)
Tutt’altro che facilmente raggiungibile, era diventata rifugio di un migliaio di sfollati in fuga dalla guerra. Quattro colonne SS tedesche, di primissimo mattino, guidati da collaborazionisti esperti dei luoghi, raggiunsero l’abitato: alla sera l’abitato era devastato, 560 persone, di cui 130 bambini, erano stati trucidati con efferatezza.
(http://www.santannadistazzema.org/sezioni/LA%20MEMORIA/pagine.asp?idn=282)
Il processo sulla strage di Sant’Anna (http://www.santannadistazzema.org/sezioni/LA%20MEMORIA/pagine.asp?idn=1019), a partire dalle prime indagini nell’ottobre del 1944 da una commissione militare americana, si è sviluppato lungo decenni, per concludersi nel 2007, con la condanna all’ergastolo di dieci SS. Oggi, a Sant’Anna c’è un Museo, che fu inaugurato da Sandro Pertini, e il Parco nazionale della Pace.
Recentemente, il Comune di Stazzema ha istituito una Anagrafe , voluta per celebrare i 70 anni della nostra Costituzione repubblicana nata “dopo anni di regime fascista e di occupazione nazista che avevano annullato tutte le libertà personali, associative discriminando e perseguitando gli oppositori a seconda del pensiero, per l’appartenenza religiosa, razziale, etnica”.
I principi da sottoscrivere per far parte di questa comunità sono elencati nella Carta di Stazzema. Nel sito (http://anagrafeantifascista.it/) cui accedere per effettuare on line l’iscrizione si legge: Perché una Anagrafe antifascista nel 2018?
Perché sta succedendo qualcosa di preoccupante. Si riaffacciano simboli, parole, atteggiamenti, gesti ed ideologie che dovrebbero appartenere al passato. Non solo. Si fanno largo sentimenti generalizzati di sfiducia, insofferenza, rabbia, che si traducono in atteggiamenti e azioni di intolleranza, discriminazione, violenza verbale.
In rete e sui social media, sulle testate giornalistiche, nelle dichiarazioni politiche come nei bar e nelle strade. Principi che credevamo forti e stabili e che ci sembrano in pericolo. Sottoscrivere la Carta ed aderire all’Anagrafe significa prendersi un impegno per la democrazia e a sostegno dei valori della nostra costituzione.” Al momento in cui effettuavo la mia iscrizione, questo pomeriggio, erano oltre 25 mila gli iscritti.
Da queste pagine e da quelle di Piazza Traunik abbiamo deciso di proporre ai lettori l’adesione all’Anagrafe e alla Carta, occasione per esprimere e rafforzare i sentimenti di preoccupazione e inquietudine per quanto sta accadendo nella nostra città.
Ricordiamo che nell’Anagrafe esiste anche una lista degli enti e associazioni sostenitori dell’iniziativa.
A chi non lo ha ancora fatto, consiglio di leggere l’articolo di Luca Illetterati “Il risultato non conta: la destra ha già vinto” apparso sul “Piccolo” di oggi a pagina 27. L’autore giustifica la propria tesi sulla destra “perché ha già imposto i propri temi, le modalità attraverso cui la realtà viene per lo più narrata, il linguaggio e le parole chiave del dibattito pubblico”, senza che gli oppositori attaccassero questo fatto, ma di fatto accogliendolo e rispondendo, spesso timidamente o retoricamente, nel quadro da essa tracciato. In alcuni commenti o lettere ho più volte contestato questo fatto – la mentalità, le affermazioni e i punti di vista espressi dalla destra ancor prima che l’analisi degli eventi -, ritenendo che dovesse essere il primo bersaglio dell’opposizione, ma Illetterati si esprime meglio di me e con completezza, descrivendo una situazione che vale a livello nazionale come a Gorizia: basta ascoltare Ziberna.