I sondaggi (non si sa mai quanto attendibili) danno Guido Germano Pettarin, il candidato di Forza Italia, testa a testa con Giorgio Brandolin, candidato del PD alla Camera.
Cosa può fare la differenza tra i due personaggi, entrambi esperti amministratori sulla scena pubblica da molti anni?
Certamente l’immagine e la convinzione che l’elettore deve provare di votare una persona competente, seria ed equilibrata.
Ora Brandolin, ricevendo amichevolmente in questi giorni il Ministro Orlando, parlando del ruolo dell’Europa e della tenuta democratica del paese messa a rischio da populismi e da malesseri sociali che sfociano in atti violenti, di sicuro si pone come argine alle derive estreme.
Per l’elettorato moderato Brandolin è sicuramente rassicurante; Pettarin di suo lo sarebbe; è persona competente e in grado di rispondere in consiglio comunale su molti temi con pacatezza ed ironia. Cosa gli sta provocando un danno di immagine?
Quelli che gli stanno vicino senza dubbio. I danni sono provocati all’interno di Forza Italia, che nel suo codice etico afferma di essere un partito che vuole libertà e pluralità di idee e dove invece i suoi militanti goriziani scivolano verso la destra neofascista e autoritaria di CasaPound, con schiamazzi, inni, fiaccolate e saluti romani (rimandiamo alla lettura della Carta dei Valori di Forza Italia).
L’immagine che si è costruito Pettarin e quella dei consiglieri del suo partito stridono non poco e creano attrito tra ciò che l’assessore vuole essere e ciò che quotidianamente accade dentro Forza Italia, da cui nessuno, nemmeno il sindaco, vuole prendere le distanze in modo netto.
L’ambiguità di questa situazione non giova per nulla alla candidatura di Pettarin, spaventa gli elettori di centro moderato che non amano la caciara.
Come spesso accade in politica, i guai maggiori di Pettarin sono seduti alla sua destra. Starebbe a lui smarcarsi da una situazione che lo sta non poco danneggiando. FG
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