Il sindaco di Gorizia prende le distanze da quello di Trieste che ieri ha accolto il condannato per banda armata e associazione sovversiva, il neo fascista Roberto Fiore, con la motivazione che “è grande e vaccinato e fa quello che vuole e che inoltre Fiore incarna i valori di patria, famiglia, lavoro, educazione che lui stesso condivide”.
Dipiazza dimostra in questo modo di non distinguere il ragazzo Roberto, che a casa sua fa un po’ quello che gli pare, dal Dipiazza sindaco che non è opportuno stringa le mani di una persona che apertamente e platealmente si definisce fascista e che è fuggito dall’Italia per evitare il carcere.
Il sindaco di Gorizia sembra cogliere questo aspetto e prende le distanze dal collega triestino quando dice che al bar si parla con tutti, ma nelle occasioni pubbliche bisogna essere più cauti.
Siamo contenti della sua riflessione perchè le sue parole sono una chiara presa di distanza da saluti romani, inni della Decima Mas e cortei di Casa Pound cui esponenti del suo partito hanno partecipato.
Certo il sindaco dovrebbe essere più cauto quando lascia casa libera ai suoi consiglieri e assessori comunali e dovrebbe essere più deciso nel rimprovero e più fermo nella punizione dei giovanotti/e che gli stanno procurando un bel po’ di guai con le loro nostalgie del ventennio e le paure dell’Eurabia.
Il nostro sindaco è un padre un po’ troppo indulgente, ma alla fine anche lui, quando non ne può più fare a meno, sa alzare la voce. adg
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