Si può parlare di un’emergenza strutturale, ormai consolidata da anni e puntuale come le stagioni? Chiuso il tendone, risolto momentaneamente il problema dei migranti accolti in Caritas, se altri dovessero arrivare, dove saranno sistemati?
Una società avanzata, come noi pensiamo di essere, gira con il termometro, guarda il meteo, spera in questi modi scaramantici e magici di affrontare un’emergenza che va avanti da anni, che tutti conoscono, che tutti possono prevedere e affrontare, come successo in altri comuni della regione.
Negli articoli di oggi emergono tre soggetti che operano in città: il prefetto, la chiesa e i volontari. Del sindaco non c’è traccia, sembra scomparso dalla scena politica, chino sulla scrivania a scrivere lettere che non portano a nessun risultato.
In realtà il suo atteggiamento è molto scaltro. Da un lato, non facendo nulla e delegando i problemi ad altri, tiene buono il suo elettorato che vuole azionare le ruspe dopo il 4 marzo, dall’altro non rischia nulla perchè comunque c’è chi ospita, fa da mangiare, tiene al caldo e lui così non solo evita che qualcuno ci lasci la pelle, ma trova anche il soggetto da colpevolizzare perchè “attrattivo” verso l’emigrazione di massa come il cesso chimico.
Il prefetto ieri ha riconosciuto il lavoro dei volontari e con lui è possibile discutere, dal sindaco oggi neppure un grazie per coloro che gli hanno risolto i problemi fino ad ora. adg
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