Scene di ordinario bullismo, gravi, gravissime, a volte ancora più gravi, se la motivazione dell’esclusione sia una diversa abilità.
La realizzazione di spazi gioco inclusivi è un piccolo segno di civiltà che chiunque, indipendentemente dalla collocazione politica, dovrebbe sentire importante e sintomatico, tant’è che lo scorso anno era presente nel programma elettorale di più liste, anche di opposti schieramenti; non conosco i dettagli di tutti i programmi elettorali, ma sicuramente era presente nel programma del Forum e a quanto pare anche in quello di Autonomia Responsabile.
“BENE! BENISSIMO!”
Qualcosa su cui lavorare insieme, qualcosa di condivisibile per il bene della città.
“ALT! STOP! FERMI!”
Questa cosa non s’ha da fare insieme, dice una consigliera piccina picciò, ci stiamo già lavorando noi, come vi permettete? Non venite a sbeccottare nel nostro piatto, ritirate la mozione. L’inclusione dei diversamente abili è MIA! MIA! MIA!
Questo in estrema sintesi è quanto andato in scena a tarda notte nell’Aula Consiliare durante l’ultima seduta del Consiglio Comunale: il consigliere Picco propone una mozione sulla realizzazione di spazi gioco inclusivi e la consigliera Oropallo invita a ritirarla perché condivide tutto ma ci sta già lavorando lei con l’assessore Del Sordi.
Segue dibattito, durante il quale ci sono tre cose che sconcertano per la loro gravità:
Secondo il Cosma-pensiero, espresso durante la stessa seduta del Consiglio in un intervento precedente, che evidentemente rispecchia il pensiero e la pratica di tutta la maggioranza, chi governa deve bastare a se stesso, all’opposizione non bisogna lasciare nulla se non qualche contentino qua e là. Ebbene, questa mozione poteva averne tutte le caratteristiche e come ha detto qualcun altro (forse il consigliere Gaggioli?) avrebbe potuto addirittura venire adottata direttamente dal sindaco.
Davo per scontato che sarebbe stata approvata, è una questione di civiltà: come si può negare qualcosa a favore di una delle parti più deboli della società? Invece ancora una volta hanno voluto far vedere di essere loro quelli forti, di poter far da soli, senza condividere con l’opposizione.
Se questo vuol dire fare il bene della cosa pubblica, ebbene IO NON SONO D’ACCORDO!
Reputo questo fatto gravissimo, e appena una settimana dopo la bocciatura della mozione PAL, se ci fossero stati ancora dei dubbi, ormai è evidente che il concetto di bene comune è a loro sconosciuto.
La seconda è che l’assessore al welfare dica che tra i vari soggetti deputati non riesce a dialogare con l’Azienda Sanitaria, col CISI sì, ma con ANFFAS e Azienda sanitaria no. Eppure è il suo terzo mandato, è curioso che non si sia mai chiesta il perché. Evidentemente sta scaldando una sedia da oltre 10 anni, forse non è la persona adatta a ricoprire il suo incarico?
La terza è insinuare che Andrea Picco strumentalizzi argomenti come sanità, disabilità, disagi e dipendenze per speculazione politica. Vuol dire non solo non sapere cosa faccia per vivere, ma proprio non conoscere chi lui sia. Una critica nel dibattito politico può anche starci, ma attacchi personali del genere non mi paiono corretti. Coloro che vogliono piantare le bandierine su ogni cosa sono proprio i personaggi che accusano lui di farlo, è un continuo MIO! MIO! MIO!, ulteriore dimostrazione che quello che a loro importa non è il bene comune.
Dopo circa un’ora di dibattito finalmente la votazione.
Risultato:
16 contro
15 favorevoli
1 astenuto
Ancora una volta Gorizia ha perso l’occasione per dimostrare il suo vero volto, civile, umano, accogliente.
Un sentito ringraziamento al professore che non era presente in aula al momento della votazione. RC
chi è il professore ?
Non è un segreto, si tratta di Federico Portelli, che, pur avendo fatto un intervento durante la disccussione, non era presente in aula durante la votazione.
Per un resoconto maggiormente circostanziato di quanto avvenuto rimando al post successivo.
RC