Cominciare a lavorare assieme da subito, su progetti concreti e condivisi. E’ la volontà che è emersa nel corso dell’incontro con gli amici sloveni di Goriska.si, gruppo politico del Comune di Nova Gorica.
La collaborazione transfrontaliera, tra due città di confine entrambe molto piccole, dovrebbe essere l’unico percorso sensato da intraprendere. Sappiamo tutti che così non è stato, ma può cominciare a esserlo d’ora in poi. L’approccio vincente non è quello dall’alto al basso, ma quello che vede protagonisti in prima persona i cittadini, a partire da quelli che rivestono un ruolo politico.
Non c’è bisogno di slogan, di contenitori grandi ma vuoti, di belle parole di amicizia (poi smentite dai fatti) e zero azioni. C’è bisogno di pratiche comuni, perchè l’orizzonte non può più essere quello di un territorio di 34 mila abitanti, bensì di una città di 70 mila.
Proprio per questa esigenza di collegamento e di condivisione delle prospettive, non si poteva non cominciare da Galleria Bombi. Entrambi siamo convinti che la riapertura del tunnel al traffico automobilistico sia un grave errore e intendiamo spenderci assieme affinchè la zona valorizzi i pedoni e i ciclisti (così come era previsto anche dal progetto CroCTaL, incluso nei fondi europei Interreg Italia Slovenia 2007/2013, di cui vi abbiamo parlato lo scorso sette marzo).
Proprio per l’importanza della mobilità sostenibile crediamo che un progetto utile e indispensabile da realizzare assieme sia il bike-sharing (agile e che funzioni davvero!), magari proprio all’interno del GECT.
L’ambiente e le questioni che lo riguardano sono una priorità per entrambi i gruppi, il Forum e Goriska.si. Si è discusso di problematiche più generiche, come la necessità di monitorare la qualità dell’aria, ma anche di progetti molto più specifici, come la tutela di specie, vegetali e animali, native in via di estinzione, a cui vogliamo dedicare seminari di approfondimento. Anche la questione cibo rientra alla perfezione in questo discorso, soprattutto la valorizzazione di prodotti a chilometro zero.
Si è concluso con il tema forse prioritario, che è quello della lingua. Parlare di bilinguismo dalle nostre parti è ancora tabù, e ciò è decisamente un freno alla collaborazione su progetti comuni. Pensiamo al fatto che se non fosse stato per i rappresentanti di goriska.si che sanno esprimersi in italiano, l’incontro si sarebbe dovuto svolgere in lingua inglese o forse non si sarebbe nemmeno svolto.
Riteniamo che questo sia un grave limite per un territorio di confine e per tutta la sua economia. ElSa
Che ne direste di un mercatino transfrontaliero in piazza della Transalpina?
Premetto – e ci tengo a precisarlo ogni volta – che sono un osservatore esterno della realtà goriziana. Credo che una rivoluzione sia veramente tale quando viene imbastita e portata avanti a fari spenti. Senza urlarla né sbandierarla ai quattro venti. La rivoluzione, insomma, si fa, non la si annuncia. E la si fa partendo dalle cose semplici, normali. Quelle che cambiano le abitudini modificando piano piano i metodi. Quelle che non premiano nel breve termine ma nel lungo termine. Se l’obiettivo è quello di immaginarsi e porsi come una città di 70mila abitanti e non come due territori di 35mila e 25mila abitanti ciascuno, si mettano in campo misure che invitino le persone a mescolarsi invece che a dividersi o allontanarsi. Un esempio? Un bel mercatino transfrontaliero in piazza della Transalpina una o due volte alla settimana. Nulla di trascendentale, solo un semplice e comunissimo mercatino. Di quelli in cui trovi generi alimentari, abbigliamento a buon mercato e casalinghi a prezzi interessanti. Simile a quelli rionali, ma con la particolarità di aver luogo su una linea di confine “defrontierizzata”, e quindi aperto ad ogni mercante e cliente, indipendentemente dalla loro nazionalità. Il mercato di norma è un luogo che costringe alla prossimità. Ed è proprio la prossimità il seme da gettare nel territorio goriziano. Prossimità come antidoto ai muri e alle frontiere che comunque non esistono più, se non nelle nostre teste. Istigazione alla vicinanza per prendere coscienza e conoscenza del nostro prossimo, della sua esistenza, dei suoi pregi e dei suoi difetti. Poi ci si può anche non piacere, ma solo dopo averci provato. E però dubito assai che genti così vicine come quelle goriziane e novogoriziane abbiano solo poche cose in comune. No, non ci credo tanto. Certo, la bandiera divide e la lingua allontana. Ma sotto lo stesso “cielo” si può essere tanto diversi e distanti? No, non si può. Al massimo lo si vuole. A vantaggio di chi o di cosa non ci è dato saperlo.
Se le città sono nate e si sono sviluppate attorno al mercato, allora attorno a un mercato possono anche rinascere. Forza Gorizia e Nova Gorica!